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  1. Grafton ghost town La consiglio anch'io, trovi qualche scatto in uno dei diari (ormai non ricordo più quale) ed anche lo snow canyon (occhio al caldo)
    1 punto
  2. ..verso lo shoebill Lasciato il parco, proseguiamo sulla statale e nel frattempo comincia a sentirsi l’effetto sveglia… a turno, la palpebra cala un po’ per tutti.. Lungo la strada le bancarelle e venditori sono le cose che incontriamo più spesso, soprattutto in prossimità dei centri abitati. Facciamo anche qualche sosta.. la prima è presso un baracchino che espone delle strane sfere di color arancione e giallo.. l’immagine è molto curiosa.. si tratta di una specie di burro che viene conservato in questi contenitori (sembra legno!!!).. non sarebbe male prenderne qualcuno ma c’è ancora troppo tempo prima di ripartire e non crediamo che possa arrivare ancora commestibile.. e qui troviamo anche due simpatici piccoli venditori.. La strada ci offre poi altre scene con banchi di patate (gialle e rosse), pesci, carbone, frutta.. si può trovare davvero di tutto.. ovviamente dipende anche dalle zone.. Il viaggio è lungo e dopo oltre due ore di macchina, superato il fiume Katonga ed una piccola cittadina di nome Kayabwe, ritroviamo il cerchio bianco che avevamo incontrato al Queen Elizabeth… è mezzogiorno, e siamo di nuovo all’equatore. La sosta è praticamente d’obbligo.. sia per il punto che per il pranzo.. soprattutto per Ronnie visto che noi non abbiamo molta fame.. un po’ di frutta è più che sufficiente per fare uno spuntino. Qui ci sono molti negozi e ristoranti.. mentre Ronnie si rifocilla noi facciamo un giro per gli ultimi acquisti ed ovviamente qualche foto.. ci sono diverse cose interessanti, anche se è sempre un luogo molto turistico.. inevitabili trattative per il prezzo e scelta secondo la simpatia del venditore.. Individuiamo il negozio che ci ispira e facciamo i primi acquisti.. facciamo un giro su entrambi i lati della strada per vedere se c’è magari qualche altra cosa interessante.. ma la prima scelta è quella vincente.. però, quando torniamo il tipo non c’è.. Nel frattempo, proprio accanto, c’è una signora che ci invita ad entrare.. è normale, ognuno cerca di vendere qualcosa.. mentre diamo un’occhiata c’è un bambino che ci osserva.. una foto e un po’ timidamente sorride e si avvicina.. è il figlio della signora del negozio.. Gli regaliamo alcuni miniritter (sempre loro!!!).. lui è contento ma sembra molto incuriosito dalla macchina fotografica.. inizio una specie di minicorso volante e gli faccio scattare una foto a sua madre.. sembra una banalità ma in certe situazioni basta poco per far felici le persone.. ...bello vedere la gioia del bambino ma anche il sorriso della mamma mentre guardano la foto scattata.. Il contatto con le persone è sempre uno dei momenti più belli dei viaggi ma, spesso e purtroppo, durano poco.. Dopo la sosta (circa un’ora e mezza) riprendiamo a muoverci.. e qualcosa di curioso spunta sempre, soprattutto tra le bancarelle.. Percorsi alcuni chilometri lasciamo la strada principale e prendiamo la deviazione su uno sterrato che indica Mitala Maria.. strada davvero brutta e lavori in corso, con il passaggio di auto e camion che alzano tanta di quella polvere quasi da non vedere.. Dopo aver superato una zona chiamata Mpigi, infatti, polvere ed il suo colore rosso sembrano non abbandonarci più.. ci sono momenti in cui praticamente dobbiamo rallentare quasi fino a fermarci e su tratti sconnessi che creano qualche difficoltà anche a Ronnie.. ....ma è l’unico modo per raggiungere il posto da cui inizieremo l’ultima escursione di questo viaggio... la gita in barca per vedere lo shoebill, o meglio, l’uccello con il becco a scarpa.
    1 punto
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