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ceemo

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  1. ceemo

    uotr last minute

    Nella tappa monument Moab hai messo troppa carne al fuoco decisamente. Su Escalante il reflection canyon sono 28 km di trekking senza traccia. Vi servono due giornate e dovrete dormire in tenda. In giornata è veramente durissima da fare considerando che solo per fare tutta la hole in the rcok ti ci vogliono quasi 3 ore. Per me quindi non avete il tempo. Mi concentrerei sugli slot canyon, su Volcano o sulla Hell's Backbone.
  2. Anche io concordo con chi mi ha preceduto sul Teton. E' un parco splendido e splendido e poco considerato. E secondo me il compromesso ideale avendo 5 pernotti tra Yellowstone e Teton è di farne 3 a Yellowstone e 2 al Teton. Tu il Teton se vuoi arrivare fino a Evanston lo attraversi senza neanche fermarti. Ed è un peccato mortale. Sono invece un pelo più possibilista sul vedere Lake Powell. Devi però considerare di spararti il tappone Jackson - Page che sarà di solo trasferimento è sarà parecchio duro e noioso. Consci di questo il tappone è possibile e il giorno dopo potresti farti la gita sul lago. e spostarti verso Nord est e dormire ad esempio in zona Escalante/Torrey. Poi notte a Moabe e dopo via verso Denver. Quindi si è possibile farlo, ma io non lo farei mai perchè così vedresti male tutta la zona.
  3. Anche la mia preferita è stata Kauai. Il tuo programma però di massima penso possa andare bene.
  4. No c'era una specie di S che funzionava come porta di entrata perchè la gente non ti vedesse mentre la facevi. Ma tanto entravano e ti vedevano comunque. Privacy zero Il fatto delle latrine può sembrare una scemata, in realtà per noi è stata una cosa davvero positiva visto che pensavamo di doverla sempre fare all'aperto.Trovare dei servizi, seppure minimali è stata una cosa davvero positiva.
  5. Si c'era un entrata ad S. Lui è venuto mi ha guardato si è girato ma è rimasto li!!! :D
  6. Problema numero 1, freddo, numero 2 pochi posti dove sederti e poggiare le cose, numero 3 buio. Ci abbiamo provato una sera, ma abbiamo rinunciato subito. Solo Andrea l'ha fatto un paio di volte coperto di coperte.
  7. 13/02/2016 Mti Mkubwa camp – Shira 1 Camp (3505) Avevo impostato la sveglia dell'orologio alle 6 di mattina ma non serve. E non servirà mai. La luce del sole funziona sempre bene come sveglia e a volte ci sveglieremo pure bene. La prima notte è trascorsa tutto sommato bene. Non ho malessere, ho provato a fare la pipì nella bottiglietta e a parte lo scoprire che in una volta ne faccio più di mezzo litro con conseguente difficilissima manovra di smettere, svuotare fuori e ricominciare, è andato tutto abbastanza bene. Il materassino da 2 cm funziona molto bene, isola bene e riesco a dormire anche senza problemi di lato. Insomma tutto bene. Mi alzo e sveglio gli altri ed effettivamente Andrea con il suo metro e 90 abbondante ci sta a malapena, considerando che ci sono pure zaini e un altra persona. Quindi decidiamo che dalla prossima notte cambieremo le posizione ed io dormirò con Corrado mentre Andrea starà da solo. Viene Suma e ci dice che partiremo alle 8 e la colazione c'è la serviranno nella mia tenda alle 7.30. E ci raccomanda di essere puntuali. Io comincio un po' a sistemare ma se a casa o in albergo era semplice rifare sacco a pelo, materassino e inserire tutto nello zainone, all'interno della tenda è tutto molto più complicato. Dopo 10 minuti di manovre abbandono temporaneamente l'impresa perchè Igor-Agostino ci ha portato la colazione che consiste in un thermos di acqua bollente, delle bustine di the, del latte liofilizzato e del caffè solubile. Ed un vassoio GIGANTE con 3 salsicce, 3 frittate con verdure e una decina di crepes. E Suma passa e si raccomanda di mangiare tutto. Cosa ai limiti dell'umano. Ma è il primo giorno, non sappiamo bene come funzioni e nonostante il tutto sia molto buono, mangiamo tutto sforzandoci non poco. Dulcis in fundo arriva pure un piattino con della frutta, giusto per non farci mancare niente. L'abbondante colazione mi ha un po' rovesciato lo stomaco, e prima di partire devo assolutamente fare la cacca per non doverla fare durante il trekking. Vado nella latrina che la sera prima era più che accettabile, e la trovo parecchio sporca. Mi metto li e provo a farla in questo contorno di sporco e odori, e faccio una gran fatica. Intanto entra pure un portatore ( non c'è una porta ma una specie di s) che dopo avermi visto non è che vai via ma sta li ad aspettarmi. Ecco alla fine riesco ma è davvero durissima. Con lo stomaco tutto rovesciato vado alla tenda, con Suma che mi sgrida perchè sono in ritardo e in fretta e furia e con non poche difficoltà mi preparo gli zaini e mi vesto e con 20 minuti di ritardo partiamo. Il campo in fase smontaggio La cose fatte d i corsa mi hanno molto scombussolato, e quando partiamo non mi sento molto bene e faccio davvero fatica per tutta la prima ora di cammino. Siamo noi tre e Philippe, Suma, come ogni giorno, assiste i portatori nello smontaggio del campo e ci raggiunge più tardi. Oggi è Philippe che sta davanti a noi e scandisce il passo che è molto più lento del nostro di ieri. Ci spiega che si cammina “Pole Pole” per abituarci all'altitudine e non stancarsi troppo. Poi ci spiega che sulla montagna si si saluta con “Jambo” e che se ti viene chiesto “Mambo” devi rispondere con “Poa” che vuol dure tutto bene. La prima parte di cammino è molto simile a quella di ieri immersa completamente nella foresta tropicale, con alberi giganti che ci circondano. E a differenza di ieri continui su e giù che spezzano il fiato e le gambe. Io cammino con una grande nausea intorno e mal di pancia mentre Andrea sembra essersi ripreso del tutto e anche Corrado pare in forma. Nella foresta Video della camminata, notare la "lentezza" dell'andatura Parlo un po' in inglese prendendo confidenza con philippe, quando ci raggiunge Suma e i portatori che ci superano a passo doppio, e da li in poi comincia una lunga processione di portatori che ci superano senza apparente difficoltà. A guardarli mi sento un po' in colpa e provo un po' di pena per loro che portano dei pesi enormi per far in modo che noi arriviamo fin su. E ne discuto un po' con Suma mi dice che però senza di noi loro avrebbero molto meno lavoro e molti meno soldi. Nel frattempo la vegetazione quasi improvvisamente dopo due ore cambia e passiamo dalla foresta ad una zona con bassi arbusti. Il Kilimanjaro oltre ad essere un enorme montagna, è un gigantesco ecosistema, ed ha 6 differenti fasce climatiche e floristiche. La più bassa è composta da coltivazioni, poi c'è la foresta pluviale, la zona che stiamo attraversando ora chiamata Heather composta da arbusti dell'altezza di un paio di metri, il Moorland fatto da arbusti più piccoli, il deserto alpino sopra i 4000 e la sommità con solo roccia e ghiaccio. E poi composto da 3 crateri distinti, lo Shira, oramai completamente eroso, il Mawenzi, e il Kibo. Quest'ultimo è il più alto ed è la nostra destinazione finale ed oggi Philippe ci dice che probabilmente lo vedremo. LA giornata è soleggiata e calda e adesso che non siamo più contornati di alti alberi possiamo godere di un panorama meraviglioso. Tutto attorno a noi ci sono solo montagne coperta da bassa vegetazione ed in lontananza si vede la savana e il monte Meru, la montagna vicino a Arusha. Philippe e in lontanaza il Meru Cambio vegetazione Dopo circa 3 ore di cammino facciamo una prima pausa acqua, e mangiamo pure un po' di frutta secca. Suma comincia a parlare animatamente con i ragazzi di un altra spedizione che stanno portando dei carichi evidentemente eccessivi e decisamente superiori ai 20 kg concessi. Gli chiedo di cosa discutono e mi dice che ha sgridato i ragazzi perchè stanno portando troppo peso, e che non dovrebbero perchè arriveranno esausti al campo. Dice che sgriderà e ne parlerà con la loro guida, e dice che purtroppo probabilmente questo comportamento è tollerato dai ranger che dovrebbero controllare a cui vengono pagate delle tangenti. Dalla chiaccherata capisco la passione che ha Suma per il suo lavoro, e l'attenzione che ci mette nel suo lavoro e nella cura della montagna e dei sui clienti. E comincio a pensare che siamo fortunati ad averlo come guida. E nei prossimi giorni quest'idea si farà sempre più forte. Proseguiamo in salita a volte più ripida a volte più morbida finche dopo 5 ore di cammino scolliniamo e Suma ci indica che è ora di pranzare. Ci sediamo in una piccola radura e pranziamo con i Lunch box che alla mattina ci aveva dato il cuoco che sono identici a quelli di ieri, con pollo, patate, uova, un panino, biscotti e succo di mango. Nonostante sia nel nostro zaino è tutto buono e mangiamo tutto volentieri e velocemente. Nonostante la colazione abbondantissima. Riposiamo una decina di minuti e ripartiamo e dopo poche centinaia di metri assolutamente all'improvviso ci appare davanti, un po' timido e nascosto dalle nuvole il Kibo. E' affascinante e in fondo non sembra così lontano. Si vedono bene i ghiacciai e le nevi perenni e sembra quasi amichevole, ma non sarà così. Il Kibo all'improvviso Dopo qualche foto Suma ci chiama e ci indica due puntini. Il primo è il nostro campo di stasera e si vede abbastanza bene, mentre molto più in alto si vede il campo dove dormiremo dopodomani. Facciamo anche due parole con un gruppo di svizzeri che sta salendo e dove ci sono due italiani. Ci dicono che loro hanno a disposizione un giorno meno di noi e stanotte punteranno il secondo campo. Hanno davanti ancora un bel po' di ore di cammino. E non li invidio. Noi scendiamo di qualche decina di metri e ci troviamo in una zona scivolosa e paludosa e difficoltosa dove camminare. Ogni tanto si sprofonda nel fango nonostante sia stata una giornata bellissima, probabilmente a causa delle piogge di un paio di giorni prima. Con Corrado si parla di un gruppo di Verona che ha fatto il Kili a Novembre 2015 e che ha preso acqua per 7 giorni di fila; e che hanno trovato quel fango sempre. E non li invidiamo per niente. Tra una chiacchera e laltra dopo un altro paio di ore di cammino alle 15 arriviamo a Shira 1, la nostra meta odierna. Il campo è molto bello, è sarà il mio preferito assieme a Barranco. E' pulito e ha degli ampi prati piani dove si possono agevolmente mettere le tende. Ci sono poi varie latrine tutte pulite oltre alla baracca dei Ranger. Firmiamo il registo, e ci avviciniamo alle nostre tende che i nostri portatori hanno già montato. Suma si accorge però che sono montate male e riprende i portatori che le smontano e le rimontano adeguatamente mentre noi facciamo stretching. Beviamo un po' di acqua, e philippe ci dice che mangeremo la merenda con the e noccioline alle 16.00 e la cena tra le 18 e18.30 e che a quell'ora probabilmente il kibo sarà sgombro di nuvole e splendente davanti a noi. Shira 1 Camp Le nostre tende da fuori con il Kibo e da dentro "O Animale" e l'"alieno" Il vecchio di merda con le crocs Ci confrontiamo un po'. Siamo un po' stanchi ma stiamo bene, nessuno ha sintomi di mal di montagna nonostante i 3500 metri, e l'unico problema è che io e Corrado pisciamo di continuo, anche eprchè stiamo bevendo moltissimo. Andrea invece si rivela un alieno, visto che beve come noi ma piscia meno della metà! Ci disponiamo nelle tende con la nuova configurazione, e io che sono un casinaro faccio un po' fatica a condividere la tenda con Corrado. E lui si lamenterà scherzoasamente di me di continuo e io con i miei mille sacchettini diventerò il suo incubo. Io ricambierà con degli amichevoli appellativi quale “vecchio di merda”. Tra un insulto e l'altro Agostino ci porta dua bacinelle con acqua caldo e sapone per lavarci mani e viso. Il sole sta scendendo velocemente ma fuori non fa freddo e io ed Andrea dopo la merenda ne approfittiamo per girare un po' e fare le foto. Ci ritroviamo in tenda a cenare, che consiste in una zuppa alle verdure e pepe, un piatto di riso e piselli, e dello spezzatino di carne bollita. Tutto buono ma le quantità sono disumane. Suma viene a controllarci condizioni fisiche e ci dice che dobbiamo mangiare tutto, e che è davvero importante. Tra la scomodità di mangiare in tenda piegati e le quantità quasi inumane mangiare stasera è davvero molto faticoso e non riusciamo a finire il riso. Le altre tende hanno quasi tutte una tende dove mangiare e io le guardo con estrema invidia. Cena in tenda 1 e 2, notare il piccolo piatto di riso Dopo cena usciamo a guardare il kibo che finalmente è sgombro dalle nuvole come anticipato da philippe ed è bellissimo. Fa però freschetto così andiamo in tenda. Scrivo un mini diario di bordo e chiacchero un po' con Corrado parlando di figa, analizzando il fatto che ce ne sono davvero poche e che dovrebbe sperare in qualche fantasia notturna. Verso le 20.30 con la luna già alta in cielo e il buio tra di noi chiudiamo gli occhi e ci addormentiamo abbastanza velocemente. La prima tappa lunga è andata. Domani i aspetta una piccola tappa di trasferimento e io mi sto divertendo un sacco. A nanna
  8. E la temperatura di confort dove puoi dormire nudo all'interno. E' un sistema internazionale di misura. I Dottori dell'ice fall per caso?
  9. Un sacco a pelo -5-10 buono costa quelle cifre. Un sacco a pelo da Himalaya o da poli costa sui 1500! Però ci dormi dentro nudo quando fuori fa iperfreddissimo.
  10. Tanto, davvero tanto. Fai conto che tante cose le avevo già, o che le ho comprate ma le userò molto ancora. Per fare qualche conto veloce ti direi: Due zaini da 40 e 60 litri nuovi costano sui 100+ 200 € (li avevo) Sacco a pelo di quelli belli da confort -7 330 € Materassimo termico :80€ Piumino super tecnico: 180€ Giacca in goretex: 380€ Pantaloni / giacche intimi e altre cose: 500/600 € Scarponi 130€ Fai conto che andrea era poco attrezzato, su indicazioni mie e di Corrado è andato nel posto dove ci sono i migliori negozi di attrzzatura di Trekking (Arco, TN), è entrato in un negozio, ha detto:"vestitemi, e non ditemi quando spendo", e il giorno dopo ha scoperto di essere senza uno stipendio e mezzo, per il solo vestire :D Diciamo che la roba costa ma usandola molto si ammortizza. La giacca in goretex penso mi durerà almeno una decina d'anni. Anche Corrado il mio compagno di tenda dopo 2/3 giorni ha cominciato a pensarlo.Sopratutto dove ho deciso che qualsiasi tipo di igene personale era superflua :D Da lì in poi sono diventato "O Animal".
  11. 12/02/2016 Arusha –auto – Londorossi Gate (2100) - Mti Mkubwa camp (2829) Apro gli occhi ancora prima che suoni la sveglia, i raggi del sole che filtrano dalla vicina finestra e che mi baciano il viso hanno fatto il loro dovere e non appena mi capacito di dove sono cerco anche di capire come sta il mio perturbato intestino che sembra rispondere bene. Appena suona il gong del telefono sveglio Corrado ed Andrea e con calma ci sistemiamo e tutti elettrizzati ci prepariamo. Scendiamo per fare colazione poco prima delle 7 presso il ristorante continentale dell'Hotel, un bell'ambiente tutto contornato di statue di legno a grandezza naturale di guerrieri masai e di animali più o meno feroci. A fare colazione a quell'ora siamo parecchie persone, evidentemente non siamo i soli prossimi a partire per qualche escursione. C'è in particolare un folto gruppo di giapponesi probabilmente pronti per un safari, che sono vestiti in maniera alquanto improbabile. Come adoro questo popolo LA colazione è internazionale e io, per non forzare la mia pancia, mangio solo un paio di piccole banane, del pane imburrato con una specie di marmellata e del the caldo. Tutto abbastanza gradevole. Sarà stramanete la colazione più leggera di tutto il viaggio. Dopo esserci rifocillati torniamo in camera, facciamo tutti un passaggio per il bagno, visto che di li e 8 giorni non ne vedremo più uno degno di chiamarsi toelette, e caricati gli zaini andiamo alla hall dell'Hotel dove facciamo check out parziale lasciando giù qualche oggetto non indispensabile per il trekking e aspettiamo qualche minuto la nostra guida che puntuale arriva alle 8.00 In partenza Si chiama Suma ed è un ragazzo della mia età, con una buon inglese parlato e che subito mi da una ottima imrpessione. Ci presenta il resto della spedizione formato da Philippe, la vice guida, il cuoco, di cui non ho mai imparato il nome e altri 5 portatori, oltre al già conosciuto Gifty che anche oggi ci farà da autista. I nostri “angeli custodi” caricano i bagagli in maniera non troppo delicata tutti i bagagli e le provviste sulla jeep e dopo pochi minuti partiamo. Sulla jeep ci sono Gifty e Corrado davanti, io e Andrea dietro, e nei restanti 4 posti ci sono sedute 8 persone! Ma non sembrano per nulla scomode. Anzi visto che si stava un po' largi dopo 5 minuti di viaggio nella periferia di Arusha facciamo una veloce sosta per caricare un altro portatore e per sistemare con uan cinghia i bagagli sul tetto che erano in rpocinto di volare via Una cosa che subito mi colpisce è il fortissimo odore di sudore sulla jeep. Dopo qualche ora anche io saprò quel “buon” odore e non ci farò più caso. Corrado con la Colazione futura Caricamenti Il gruppone Ripercorriamo a ritroso la strada del giorno per circa un ora fino a Boma La Ngombe, piccola accozzaglia di baracche dove però si trova un grande super market molto bello. Qui cuoco e guide fanno spesa di quello che manca per le future cene e pranzi, e anche noi facciamo qualche piccolo acquisto volante. Ripartiamo poi staccandoci dalla strada principale e immettendnci su una strada secondaria dapprima bella scorrevole, poi sempre più tortuosa e con fondo sterrato e pieno di buche. Qui il paesaggio attorno cambia abbastanza radicalmente, Ci sono piccoli villaggi fatti di case di terra e lamiere e molta gente in giro a piedi. E moltissime piantagioni di caffe e di carote e patate. Lungo la strada incrociamo piccoli bellissimi bambini che tornano da scuole che sono facilmente riconoscibili perchè tutti hanno una maglia con i colori della bandiera dela Tanzania e tutti ci tengono a salutarci caldamente. Non so perchè ma qui respiro un aria differente da quella di Arusha, che mi era sembrata un po' squallida a dire il vero. Qui mi pare di vedere la vera Tanzania. Lungo la strada Dopo un bel po' di strada sterrata parecchio dissestata ma mai pericolosa, raggiungiamo poco prima di pranzo Londorossi Gate, Gate di ingresso per le vie Shira e Lemosho. Qui scendiamo e i Ranger del parco controllano tutte le spedizioni pesando i bagagli di tutti i portatori e controllandone i permessi e le capacità. Ogni portatore non può portare più di 20 kg e deve essere in grado ed attrezzato per sopravvivere anche 2500 metri più in alto. Fanno quindi una pesa di tutti i bagagli e una specie di briefing con i vari portatori di ogni spedizione. Noi aspettiamo in un area laterale e dopo una ezz'oretta di attesa il nostro cuoco ci porta 3 lunch box contenenti un succo di frutta la mango un panino al burro, una coscia di pollo con delle patate e dei biscotti. Tutto più che gradevole. Mangiamo il tutto assieme ad altre persone prossime a partire con noi, molte di più di quelle che pensavo a dire il vero. Ci fanno compagnia anche qualche topolino in cerca di briciole e una miriade di farfalle che vola attorno a noi. Mai visto tante farfalle tutte assieme. Nel frattempo nuvoli scuri ci sovrastano e in lontananza sentiamo qualche tuono. Mentre ci confrontiamo nella speranza di non prendere acqua arriva Suma, che ci porta agli uffici dove compiliamo la scheda mettendo i nsotri nomi e i nostri dati, cosa che poi dovremmo fare ad ogni campo, e dopo un altro rapido controllo partiamo in auto. Londorossi Gate Pesatura La capanna "pranzo" Dobbiamo raggiungere il Lemosho gate da dove comincerà il nostro trekking. Ci addentriamo nella montagna e dopo aver attraversato su una sterrata sempre più stretta zona di piantagioni di patate, dove facciamo un acquisto volante di un sacco da 50 kg di patate, entriamo decisi nella foresta equatoriale e poco dopo arriviamo alla fine della strada e all'inizio del sentiero. Scendiamo, facciamo qualche bisognino veloce, ci sistemiamo per la partenza , azzerriamo l'altimetro, che sarà nostro compagno fedele e amico per i prossimi giorni. Facciamo qualche foto propiziatoria e con Philippe partiamo noi mentre i portatori e Suma si stanno ancora sistemando. Suma ci dice che ci troveremo al primo campo. La spedizione Philippe parla un inglese misto a spagnolo comunque più che comprensibile, e ci spiega subito che sulla montagna d'Africa la parola dordine è POLE POLE che significa piano piano in Swaili. Ci dice quindi di partire con estrema calma. Noi ci proviamo ma tra euforia, adrenalina e entusiasmo che abbiamo addosso prendiamo subito un passo un po' troppo deciso. Questa sarà l'unica giornata dove le guide ci lasceranno stare davanti a loro, probabilmente per studiarci un po'. Dalle prossime giornate saranno loro a scandire il passo. Il sentiero immerso nella foresta è chiaro e ben segnalato e parte subito con una rampa molto decisa. Camminiamo tra alberi a dir poco giganteschi in un verde quasi irreale e comunque bellissimo. Superiamo qualche altra spedizione partita decisamente più lenta di noi, e veniamo di continuo superati dai portatori di altre spedizioni che hanno un altro passo rispetto a noi. Chiaccheriamo un po' tra di noi e ogni tanto scambio qualche parola anche con Philippe per conoscerci un po'. Ci spiega che ci sono molti animali nella foresta e che probabilmente oggi e domani ne vedremo qualcuno, ma nessuno di questi è pericoloso. Ci dice che anni fa si potevano trovare anche i leoni sul Kili ma da decenni non ci sono più e che gli animali più grandi sono antilopi e bufali che però sono molto rari da vedere. Parliamo anche un po' del percorso e lui mi dice che tra tutte le vie di salita la Lemosho è la sua preferita perchè molto varia e che è felice di farla. Trekking nella foresta Tra una chiacchera e l'altra dopo due ore e mezza cominciamo a vedere qualche animale. Il primo avvistamento sono delle blue monkey sopra le nostre teste che giocano curiose. Andrea scatta qualche foto, mentre io, che ho solo la compatta con me e non ho voglia di tirare fuori la reflex dallo zaino le osservo e basta. Dopo poco incontriamo a distanza davvero ravvicinata una colonia di Black & white monkey, scimmie dal pelo lungo bianco e nero davvero molto belle ed eleganti. Dopo un po' di osservazione philippe ci dice che siamo praticamente arrivati ed in pochi passi arriviamo al Mti Mkubwa camp che significa grande albero in Swaili , primo campo che ci ospiterà per stanott. Siamo arrivati prima del tempo facendo in meno di 3 ore 700 metri di dislivello. Il campo non è altro che una grande radura nella foresta con una piccolissima baracca dove ci sono due ranger che ci fanno firmare il registro. Ci sono già delle tende montante da altre spedizioni, mentre i nostri portatori devono ancora arrivare. Philippe ci dice di aspettare da qualche parte riposandoci. Io ed andrea ne approfittiamo per fare qualche foto alle vicine scimmie e per fare un giretto per il campo mentre corrado scopre che ci sono delle latrine per i nostri bisogni. Il primo campo Wildlife Dopo una mezzora arriva Suma con i portatori e i cuochi e velocemente montano il nsotro campo composto dalle nostre 2 tende da due posti, e due tende più grandi che avranno funzione di cucina e ricovero per portatori e guide. Suma ci chiede se abbiamo materassini, io dico di si e capisco che quelli che proabilmente sarebbero stati i nostri ( la compagnia di viaggi doveva infatti fornirci materassini e tende) verranno usati dai portatori. Questo per noi non sarà assolutamente un problema visto che ne abbiamo di migliori. Poi ci dice che visto che siamo in 3, due dormiranno in una tende e nell'altra tende dormirà uno di noi ma quella tende sarà anche la cucina. Qui io non realizzo subito la cosa, ma sarà una delle cose impreviste della spedizione. Quasi tutte le altre spedizioni infatti hanno una tenda supplettiva con sedia e tavoli dove mangiare mentre noi mangeremo tutti in giorni in tenda in 3 piegati su noi stessi. Una situazione non agevole. Se mai rifarò l'esperienza sicuramente cercherò di mangiare in maniera comoda. Per questa prima notte decidiamo che io dormirò da solo mentre Andrea e Corrado saranno nell'altra tenda. In attesa Agostino detto "Igor" con la nostra tenda Mi sistemo nella mia casetta, cercando, invano, di mantenere l'ordine. La temperatura è buona ma Suma ci dice che non appena scenderà il sole si abbasserà di parecchio. Nel frattempo uno dei portatori, Agostino, ci porta the e dei pop corn e ci dice che di li e poco ci servirà la cena. Mangiamo i pop corno ed esploro un po' i dintorni, arrivando fino ad un piccolo fiume dove tutti i portatori vanno a prendere l'acqua da bere e per cucinare. Torno indietro e Suma ci fa un check inn delle condizioni fisiche tramite un piccolo ageggio tecnologico che ci attacca al dito e che da i valori di pressione del sangue, battiti e percentuale di ossigeno. Siamo tutti ok e stiamo bene e Suma ci dice che è estremamente importante che comunichiamo immediatamente eventuali nostri malesseri. Ci vede comunque in forma e dice che pensa non ci saranno problemi. Arriva la cena, composta da una enorme ciotola di zuppa di cavolo, veramente molto buona, poi dello spezzatino di manzo con verdure bollite e delle patate lesse, e delle banane con dei biscotti. Tutto veramente molto buono e gustoso, ma soprattutto tutto molto troppo. LE quantita sono davvero enormi e nonostante la fame ci sia facciamo fatica a finire tutto. Sarà una costante sulla montagne e mai l'avremmo pensato. Proviamo poi la scomodità del mangiare a cena in una piccola tenda. I movimenti sono davvero difficoltosi e il rischio di rovesciare qualcosa è costante. Poi il doversi spostare da una tende all'altra mettendo e toglieno scarponi sarà davvero scomdo. Solo Corrado con la sua brillante idea di portare le crocs andrà un po' meglio in queste cose. Tutto sommato però la prima cena in tenda la prendiamo bene. E ceniamo con un bello spirito. Gli altri, su indicazioni di Suma prendono il Diamox mentre io non posso e rimedio cercando di bere tanto tanto. Orinare infatti aiuta ad acclimatarsi e io la farò tantissime volte. Spazi ristretti Dopo cena il buoi arriva verso le 18.30 in maniera velocissima. Prima di andare a dormire io vado a fare un salto alla latrina e nel frattempo ho la fortuna di assistere ad un magnifico cielo stellato. Le rumorose nuvole che c'erano al pomeriggio se ne sono andate senza lambirci e hanno lasciato spazio ad un cielo pulitissimo e meraviglioso. Facciamo amicizia con una signora scozzese con cui scambiamo un po' di impressioni e poi andiamo a letto. Io scrivo il diario con le impressioni della giornata, e dopo un altra pisciatina, mi chiudo nel sacco a pelo e provo a dormire. Tengo vicino a me orologio qualche vestito e una bottiglietta che sarà il mio water da tenda. Ogni notte dovrò far pipi almeo una volta se non di più. Uscire fuori dovendosi vestire ed attrezzare è veramente scomodo e così scoprirò il farla nella bottiglietta e sarà quasi amore a prima vista Sento Corrado ed Andrea russare dopo pochi secondi mentre io ci metto un po' di più ma quando parto dormo veramente bene. La prima giornata è andata ed è passata davvero bene. Oggi però abbiamo scherzato. Domani si fa sul serio con una lunga giornata di trasferimento, e le prime viste sulla cima. Non vedo l'ora.
  12. Un giorno in più? Prova a rimettere giù l'itinerario base dopo Vegas.
  13. Io invece consiglierei di fare la tappa LA - Grand Canyon in una sola tappa, molto lunga ma fattibile in giornata, per fare un pernotto a Page e spezzando cosi la tratta Monument - Bryce
  14. ceemo

    parchi west

    Anche io capisco poco Laughlin, è una cittadina che a me è risultata davvero squallida. Piuttosto mi fermerei a Needles se vuoi fare Oatman il giorno dopo. Comunque non cambia moltissimo nell'economia del giro. Dalla Monument immagino risalirai la bellissima UT 95 fino a Hanksville. Da li alla Goblin ci vuole una mezzora abbondante solo andata. Secondo me non ne vale la pena. Piuttosto mi fermerei al Natural Bridge o se sei appassionata organizzando una gita al Fry canyon ( che però ti porta via più di qualche ora).
  15. ceemo

    consigli viaggio

    Secondo me panamint springs può essere un discreto compromesso economico. E' dentro la valle e ha cose comunque interessanti in zona, anche se non molto famose. Volendo ci sono anche campeggi nella Death, ma a meno di scegliere quelli a quote elevate schiatterai dal caldo.
  16. Perchè non dormire direttamente al GC??? Se proprio devi stare fuori Tusayan o Vallè sono più vicine. Tra le due Williams è più comoda.
  17. Qui trovi trutte le escursioni con valutazioni abbastanza oggettive: http://www.yosemitehikes.com/hikes.htm
  18. Secondo me il tuo ultimo itinerario può andare bene spostando un giorno da LA su San Diego. Per Zion secondo me può bastare come assaggio anche un Bryce - Zion - Vegas. Se studiando vedi che il parco potrebbe interessarti molto allora potresti ridurre a una sola le notti su Vegas.
  19. 3 Opzioni Vinci The Wave Kanab - the Wave - Cottonwood Road - Tropic Tropic - Escalante ( con Hole in the rock o Lower Calf Creek Falls) - Capitol reef al tramonto - Torrey Torrey - Capitol Reef - Goblin Valley - Canyonlands - Moab (giornata bella tirata) Moab - Arches - Moab Moab - Ut 128 - Denver Perdi the wave Kanab - Cottonwood road - Escalante ( con Hole in the rock) Escalante - Lower calf creek - Burr Trail - Capitol Reef - Torrey Torrey - Goblin Valley - Canyonlands - Moab Moab - Arches - Moab Moab - Ut 128 - Denver Perdi The Wave Kanab - Escalante - Capitol Reef Torrey Torrey - capitol Reef - Canyonlands - Moab Moab - Arches - Moab Moab - Black Canyon of gunnison - Colorado National monument - Montrose Montrose - Denver
  20. Io non ho fatto Half Dome ma di trail belli e lunghi c'è ne sono molti. Tra l'altro dalle Neveda Falls fino alla scalata all'Half Dome attraverso la Little Yosemite l'escursione dovrebbe essere anche un pò noiosa e ripetitiva.
  21. Dipende da te. Se vuoi fare le cose fatte bene e con calma di sicuro 3 isole. Io invece avendo avuto 2 settimane ho preferito, considerando che non so se e quando ci tornerò, dare uno sguardo un pò più veloce a tutte.
  22. Che preferisco spezzare la tappa Kanab - Moab rispetto allo spezzare Moab - Denver. Tra Kanab e Moab potresti passarci 2 settimane facendo e vedendo ogni giorni posti diversi. Per me è il paradiso assieme alle Hawaii.
  23. Io non ti so aiutare, quella zona mi manca ( ancora per poco spero) ma ti faccio gli auguri in ritardo!!
  24. No, li farei prima di arrivare a Kanab. LA giornata dell'onda la dedicherei solo a quella e se uscite presto potete fare qualcosa li vicino ( Wire pass, Toadstool hoodos, oppure qualcosa sulla Cottonwood road, come yellow rock). Se devi sacrificare una notte tra Kanab e Moab per spezzare Denver Moab, molto meglio la prima opzione. Quindi se vinci lotteria io farei: Kanab - The Wave - Kanab ( o al massimo Cannonville passando per la Cottonwood Road) Kanab ( o cannonville) - Torrey Torrey Moab e dopo Moab diretti a Denver Se non vinci la prima giornata vai diretto a Torrey e dopo Moab spezzi la tratta a Montrose facendo Black canyon of gunnison e Colorado National Monument.
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