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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 07/04/2019 in Risposte

  1. nessuno tocchi Las Vegas 😝😁
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  2. Sì la scelta degli hotel è molto soggettiva. Noi cerchiamo di non svenarci, ma non ci va di scendere troppo a compromessi con la qualità...in fondo sono sempre le nostre ferie e vogliamo godercele! Redondo credo sia un'ottima scelta, a noi è piaciuta e il giorno dopo puoi raggiungere l'aeroporto molto velocemente. Anche Manhattan Beach è bella, anzi come mare forse andrei più a Manhattan B. che a Redondo.
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  3. sono d'accordo con chi mi ha preceduto, devi scegliere tra San Francisco e Moab. Tutto non ci sta.
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  4. dire che è assolutamente in media. noi l'anno scorso abbiamo speso un po' di più per 15 notti, ma era pieno agosto. io come ultima notte cercherei di stare sul mare, visto che arrivi dal deserto della DV non sarebbe male godersi l'ultimo tramonto in riva al Pacifico.
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  5. sono d'accordo con @Arizona 71 , San Siego è molto bella, ma non ci la aggiungerei nel tuo tour, che è già impegnativo così direi anche di togliere una notte a Las Vegas per metterla a San Francisco (per quanto io ami Las Vegas)
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  6. ..ho prenotato a Longstreet Inn e Las Vegas (la quinta) 🙂 ...manca. .l'ultima notte a los angeles😕 ..sono sui 1500€ x 16 notti...alcune con breakfast altre no...ovviamente sono solo prenotate con pagamento al momento del check.in...poi se varia il dollaro..il prezzo può cambiare.. ..
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  7. Lunedì 14 maggio 2018 Dopo tanta indecisione, su consiglio di Lucas abbiamo optato per l’alba sulle dune con i micioni: la notte è trascorsa talmente gelida e tormentata che la sveglia arriva come un sollievo. A nulla è servito dormire abbracciati nel lettino singolo con due piumoni, siamo letteralmente surgelati. Così impariamo a “lasciare aperte le zip della tenda, tanto fa caldo e ci sono le zanzariere” [emoji31] Torniamo nel recinto, accolti con poco garbo dalle cheetah di malumore. Hannabelle è decisamente incazzosa, stamattina, e anche se con noi ci sono i due ragazzi che sono visibilmente esperti e rilassati, scalare la duna di sabbia con due gattoni di ottanta chili con le balle per traverso che ci seguono a qualche metro … lo ammetto, un pizzico di ansia c'è. Lucas a metà salita decide che è meglio se per ora ci godiamo solo KFC, che è più tranquilla, e lancia un pezzo di carne ad Hannabelle che brontolando se ne va a mangiarlo sotto un albero poco lontano. Quando arriviamo quasi alla sommità della duna Lucas ci fa cenno di preparare le macchine fotografiche: con una accorta distribuzione della pappa fa in modo che KFC, ora di ottimo umore, si posizioni scenograficamente al centro di uno splendido quadretto, da perfetto micione delle sabbie. Ecco che si avvicina anche Hannabelle [emoji1] Non so esprimere l’emozione di vedere il sole che pian piano si sveglia e ci raggiunge, dei colori che cambiano coprendo tutte le sfumature dell’iride, dal viola al rosa all’arancione fino alla gloria splendente del sole pieno. Forse l’alba più bella della mia vita, alla pari o persino un pelo sopra quella alla Monument Valley, e naturalmente come quella inondo di lacrime anche questa. I ragazzi ci lasciano sfogare a piacimento e arriviamo al tavolo della colazione alle otto passate, dopo aver elargito una meritatissima mancia: questo safari fotografico ce lo siamo proprio goduto, è valso fino all’ultimo centesimo speso. Dopo colazione e dopo la decisione ecumenica, presa in seduta plenaria, di saltare la doccia che fa un freddo caino (e via, un po' di puzza non ha mai ucciso nessuno, la polmonite invece sì, e poi stasera saremo nel deserto, ci laviamo lassù [emoji38]), andiamo alla reception per saldare – non ci aspettiamo che i sssssimpatici francesi di ieri ci abbiano offerto i due calici di vino presi a cena, e facciamo bene così non restiamo delusi – e per farci il regalo di nozze. Ieri sera a tavola abbiamo trovato un depliant illustrativo delle varie attività del resort, che come vi diceva Paolo reinveste tutti i profitti nel sociale, e cerca di offrire un’istruzione ai bimbi san, una delle popolazioni più svantaggiate e discriminate in Namibia. Ci è bastato uno sguardo per capirci, e così stamattina adottiamo Mina … abbiamo speso senza battere ciglio quattromila dollari per il giro fotografico. Un anno di scuola per lei ne costa duemilacinquecento, per un attimo mi vergogno, ci credete? Poi penso che se ho avuto la fortuna di nascere dalla parte giusta del mondo, che è appunto solo fortuna, non ci ho merito né demerito, che i miei quattromila pagheranno stipendi e quaderni e ciccia per i gattoni, e che più bella bimba non potevamo scegliere. Sì, perché ci chiedono chi vogliamo e ci mostrano un librone con foto e biografie … la tentazione iniziale di dire “scegliete voi” è forte, ma poi vedo il sorrisone di Mina, leggo che non ha i genitori e vive con la zia, è sempre sorridente e la chiamano Raggio di sole. Come resisterle? Lasciamo la Kanaan Desert Retreat con un pizzico di rimpianto, è un luogo di pace e bellezza e saremmo rimasti volentieri ancora un po’, ma ci aspettano 180 km di sterrato e finalmente il Truzzhotel nel deserto. Paolo mi infoma di aver capito finalmente il sistema di classificazione delle strade in Namibia, tutte contraddistinte da una lettera: A-sfalto, ce ne sono giusto due in tutto il Paese B-uono C-acca D-emmerda F-ossa biologica Non siamo in grado di aiutarvi con la E, non ancora perlomeno, magari il resto del viaggio ci riserverà qualche sorpresa ^^ Natura morta ... Il viaggio scorre monotono, con rari avvistamenti e frequenti sobbalzi, ci fermiamo al Betta Campsite per un caffè e il rifornimento e la mia solita pipì e nel primo pomeriggio raggiungiamo la meta. Rarissimo esemplare di SceMarito, animale leggendario di difficilissimo avvistamento. Narra la leggenda che si accompagni a una SceMoglie, che nessuno però ha mai visto. Questo era particolarmente amichevole ed ha accettato di posare in cambio di un sacchetto di chips di lenticchie. Un affarone, non vi pare? [emoji7] Il posto in sé - Le Mirage Resort e Spa, eh, mica pizza e fichi [emoji12] - è terribile, ma tutto sommato abbastanza divertente: non abbiamo trovato posto nel camp di fronte all’entrata del Sossusvlei (per fortuna, con il senno di poi, la notte è gelida e la polvere tanta, non so quanto le tendine ti salvino) e questo era il più vicino, venti miglia, ed economico. Qualche foto dal web, perché troppo abbagliati da cotanta bellezza non abbiamo pensato di scattarne di nostre: Certo trovarsi in una specie di Disneyland orientaleggiante e burina un pochino spiazza, ma alla fine siamo rimasti soddisfatti del soggiorno: le stanze sono belle, pulite, grandissime, la doccia è calda e ce la concediamo subito, la piscina è carina, il bar di cui approfittiamo subito per birra e noccioline è ben posizionato … ci sarebbe anche la Spa, ma anche se tentati decidiamo di soprassedere e concederci invece un pomeriggio di pigrotting estremo: siamo in giro da più di una settimana e non ci siamo fermati un attimo, qualche ora di ozio non ci farà male. Tramonto con aperitivo, qui inizia la storia d’amore col Savannah Dry, chiacchiere, coccole, risate, insomma … siamo in piena luna di miele! E dal libro per bambini che stavo leggendo quel giorno, una degna conclusione di giornata [emoji6]
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  8. Domenica 13 maggio 2018 - Mobbing-tregrazione Ed ecco quattro fotine di puro bullismo, perché "il mio obiettivo è meglio del tuo, gné-gné-gné" 😎
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  9. 13 Maggio 2018 - Luderitz - Kanaan Desert Retreat Canzone del giorno https://www.youtube.com/watch?v=tRcPA7Fzebw Ci svegliamo di buon ora, guardiamo fuori dalla finestra e... Nebbia... nuvole... cielo e mare color piombo. Meno male che siamo stati a Kolmanskop ieri pomeriggio! Piccola nota: in Namibia abbiamo incontrato nuvole e nebbia solo sulla costa, per cui, se volete fare delle escursioni, controllate sempre le previsioni del tempo! Visto che ieri ci siamo procurati il necessario per una colazione frugale e che non possiamo avanzare nulla, spazzoliamo con abnegazione: brioche al formaggio, chelsea bun, latte, caffè, banana, ancora latte che sennò resta... Carichiamo il Mostro, apro lo sportellino antipolvere e siamo pronti a partire, destinazione deserto del Namib... ah, no, benzina e controllo gomme, che ci aspetta qualche giorno senza rifornimenti. Ci eravamo ripromessi di fotografare il Luderitz Sign, poco fuori città, ma niente, ci siamo dimenticati! Fino ad Aus, la strada è quella che abbiamo già percorso l'altroieri, le nuvole ci salutano appena ricominciamo a salire e ritorna quel magnifico cielo blu. Ci fermiamo nuovamente a salutare i cavalli (poco) selvaggi di Aus, qualche km dopo la "città" (che secondo i siti locali ha tra 30 e 300 abitanti)... ... svoltiamo sulla C13 e ci tuffiamo nel deserto! Beh, abbastanza deserto, alcuni abitanti ci sono! o meglio, c'erano! 😂😂😂😂 La C13 è una lunga fettuccia di ghiaia battuta in mezzo al deserto, la strada è in buone condizioni, ma è polverosa, le poche macchine che si incrociano alzano delle grosse nuvole. La difficoltà maggiore è sorpassare, perchè per quanto la macchina davanti vada piano, la visibilità è prossima allo 0... Il trucco è spostarsi il più possibile in modo di uscire dal polverone e passare velocemente. Dopo un'oretta di strada, si svolta sulla D707 e capiamo che si, salendo di lettera dell'alfabeto la strada peggiora notevolmente e ballonzoliamo per bene, tra una sosta fotografica, una pipì open space, durante la quale mi attiro l'invidia di Barbara perchè lei non potrà mai firmare la duna con la pipì ed eccoci, finalmente il segnale per la N/a`an ku sê Kanaan Desert Retreat. Attenzione! la posizione non è quella che trovate su google maps, inserite il punto indicato sul loro sito e soprattutto, seguite le indicazioni che riportano, sono molto accurate. Oltretutto Googlemaps non calcola l'itinerario, perchè secondo lei (deve essere donna, per forza) non ci si può arrivare. In lontananza vedo una nuvola di polvere, un'auto davanti a noi, dopo un paio di curve, vedo l'auto ferma e comincio a dire a Barbara "Chissà cosa hanno visto!". Ci avviciniamo e capisco che non hanno visto niente, hanno "solo" bucato una gomma... Oddio, bucato forse è un po' riduttivo, la gomma è praticamente a brandelli, qualche minuto prima sulla strada abbiamo attraversato un punto in cui delle belle rocce acuminate sbucavano da sotto la sabbia e probabilmente il tipo ci è arrivato un po' troppo allegro. Mi fermo, vedo 2 signori non proprio di primissimo pelo e gli faccio: "Do you need help?" Mi si avvicina la signora facendomi un gesto con la mano, sulle orecchie e sulla bocca e penso "cappero, sarà mica sordomuta?"... Invece no mi guarda e fa: "Je ne parle pas anglais..." "Avez-vous besoin d'aide?" Che botta di culo, eh? Ti trovi in un paese la cui densità abitativa è di 3,2 abitanti per kmq e becchi uno che parla anche francese sulla tua strada... Scendiamo, provo a vedere se si può fare qualcosa, il marito mi dice che il cric non funziona, gli dico che se vuole accompagnamo la moglie alla reception e gli mandiamo la macchina del resort, che sicuramente saranno attrezzati. Ci carichiamo la signora, una volta arrivati alla reception spiego alla ragazza che il marito ha la macchina bloccata, faccio da interprete e finalmente... Arriviamo alla nostra camera: Il Kanaan Desert Retreat è costruito per essere quasi ad impatto 0, delle tende su palafitta sul crinale di una delle tante collinette della zona (gli hardap), bellissime, ben tenute. Scopriamo che è gestito da un'organizzazione No-Profit, che si occupa sia della wildlife dell'area che delle scuole e dell'addestramento al lavoro nel campo del turismo e dell'accoglienza dei San, che è una delle etnie più svantaggiate della Namibia: http://naankuse.com/ E qui facciamo il nostro primo incontro con la lingua locale, con i suoi clic e i suoi scoppi, una lingua che viene direttamente dalla preistoria, quando i cacciatori non dovevano farsi scoprire dalle loro prede e svilupparono questa lingua "naturale". Ad usarla, mentre parlano tra loro, sono le nostre 2 guide, 2 ragazzi simpaticissimi che ci accompagneranno per le nostre peregrinazioni. Si, abbiamo scelto di prenotare il Photographic tour, con i ghepardi, il giro al tramonto, la stellata e l'alba, da decidere se sulle dune o sulle dune con i ghepardi. Il primo appuntamento è verso le 15, facciamo un rapido giro in stanza e facciamo un errore terribile... apriamo le finestre, fa un po' caldo ed è meglio cambiare l'aria, pensiamo. Pranziamo sulla terrazza, pochi minuti di relax e via, con le nostre 2 guide andiamo verso il cheetah feeding... Non siamo soli, con noi c'è una famiglia che sta nel campeggio, ci aspettiamo 2 micioni docili e invece... Cominciano a soffiare, da dietro alla rete, saltano e ringhiano quando ci avviciniamo... per un attimo ho pensato che no, lì dentro non ci entro! Invece le 2 guide erano tranquillissime, ci hanno dato un bastone ciascuno, con l'indicazione di sollevarlo se gli animali si avvicinavano troppo... i ghepardi non attaccano chi è più grosso di loro e il bastone li disorienta... KFC (non pensate male, è Kanaan Feed Cheetah!), è più amichevole, mentre Hannabelle è nervosa, tanto che inizialmente le tirano un pezzo di carne che lei va a mangiare sotto l'albero. I 2 ragazzi ci raccontano un po' di cose sui ghepardi, in questa zona c'è circa il 20% di tutti i ghepardi veramente wild in Namibia, qui tengono gli animali che sono stati ritrovati feriti o abbandonati da cuccioli e che non possono essere reintrodotti in natura. Non sono tranquillo come al Quivertree, avere un ghepardo che si avvicina quatto quatto al gruppo non è una cosa rilassante, ma le guide sanno cosa fare e si dispongono in modo di controllare entrambe i mici. Finita la merenda dei gattoni facciamo un rapidissimo passaggio in camera, fa ancora caldo e lasciamo ancora la finestra aperta e via, tramonto con aperitivo, questa volta da soli. La zona è meravigliosa, non c'è tantissima wildlife, vediamo da lontano un paio di struzzi e un po' più da vicino una volpe del capo, che però non riusciamo a fotografare. Arriviamo nella vallata centrale in tempo per l'aperitivo e per il tramonto, una sfilata di alberi che fa da cornice al sole che cala. Questo è proprio il logo del Kanaan, l'albero più famoso! Prendiamo appuntamento con le guide per lo stargazing, abbiamo giusto il tempo per la cena! Davvero ottima, la carne di manzo veramente eccezionale, buon vino, il personale è tutto locale e di livello. Qui incontriamo i nostri "amici" francesi... anche lui parla inglese come una vacca spagnola e mi tocca fargli da interprete con la cameriera; lui ci racconta che sono venuti i 2 ragazzi col cric ma soprattutto con un mattone per tenerlo fermo sulla sabbia e in 5 minuti hanno sistemato. Sono 2 buzzurri patentati, sgarbati col personale che ha l'unica colpa di non parlare francese (ma parlano inglese, afrikaans e tedesco), non ci pensano nemmeno ad offrirci il vino per l'aiuto, non hanno fatto nessuna delle attività previste, ci dicono che all'Etosha hanno visto giusto qualche elefante, ma chissenefrega, noi adesso andiamo a goderci le stelle! Prendiamo i piumini in macchina e via, torniamo verso gli alberi e ci perdiamo per un'oretta tra le stelle più incredibili di tutta la mia vita. Lo spettacolo è impareggiabile, non c'è fine, il buio è totale tutto intorno, la via lattea è meravigliosa, niente, ci siamo innamorati! Mentre rientriamo, chiediamo cosa è meglio fare per l'alba e loro ci consigliano l'alba con i ghepardi... vabbè, non ci hanno mangiato oggi, speriamo che domattina non lo facciano!!! Buonanotte mondo!!! Ah, no... torniamo nella nostra tenda e ci ricordiamo delle finestre aperte... ma è tardi, fa freddo, chiudiamo la finestra, ma niente, non c'è nulla per riscaldare la stanza, i letti sono piccoli, un po' meno di una piazza e mezza, ci infiliamo per bene sotto le coperte, ci guardiamo e... Vabbè, siamo in viaggio di nozze, prendiamo anche il secondo piumino e ci facciamo piccoli piccoli sotto la montagna di coperte nello stesso letto e... Buonanotte mondo! BRRRRRRRR!
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