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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 16/07/2016 in Risposte

  1. Grande ceemo, è troppo bello questo diario! Quando si affronta un'impresa del genere la prima cosa che viene in mente è la fatica fisica, e ci si concentra molto a come fare per affrontarla e superarla: raramente si pensa che lo stress fisico possa ricadere anche sullo stato mentale, soprattutto in condizioni così estreme. Ti ringrazio davvero perché la tua testimonianza, secondo me, è importante per capire che anche lo sconforto può far parte dell'avventura, l'importante è non mollare, "Don't give up! Don't give up!", mai. Certo, avere anche la giusta compagnia e l'incoraggiamento sincero non sono un aiuto da poco in quelle situazioni, sei stato bravo e fortunato, ma la fortuna te la sei ampiamente meritata per il coraggio e la tenacia. Applausi!
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  2. Hai scritto che andavi a studiare e ti ho lanciato un paio di input. Come inserirlo non saprei, il tuo giro è già pieno, dovresti ad occhio rinunciare a scendere troppo giù in Oregon
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  3. Oppure tralasciando la di Vancouver potresti dopo Wells Grey scendere a Kelowna, andare verso Winthrop, percorrere la Cascades Hwy e andare a Seattle. Wonder Woman!!!
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  4. 16/02/2016 Barraco Camp – Karanga Camp (4033) Ho passato una buona notte dormendo bene e riposando il fisico dalla precedente giornata impegnativa. Solo le solite 2 3 sveglie per pipì ben coordinate con Corrado. Oggi ci alziamo con molta calma. La giornata prevede solo poche ore di cammino, ma la prima parte è particolarmente tecnica e stretta e Zuma preferisce partire tardi ed aspettare che gran parte dell'accampamento sia passato dai punti più stretti. Metto fuori la testa dalla tenda e vedo che nonostante ci sia ancora parecchio chiaro siamo in ombra e non fa caldissimo. Il Kibo nasconde il sole nella Barranco Valley che comincerà a fare capolino solo molto più tardi. Sveglia con il sole già alto Mentre il fido Agostino ci sistema fuori dalle tende le consuete bacinelle di acqua calda per lavarci noi sistemiamo gli zaini cominciando a piegare sacchi a pelo e materassini. Ci spostiamo nella tenda di Andrea e facciamo la solita iperproteica colazione a base di crepes frittate salsicce marmellate e the. Io oggi provo anche il burro d'arachidi che però è davvero troppo salato e non rinnoverò più in futuro l'abbinamento con le crepes. Verso le 8 e mezza siamo pronti e il Barranco camp è quasi vuoto. Sono infatti quasi tutti già partiti e sul vicino Barranco Wall c'è un grande affollamento. Guardiamo prima di partire i portatori di un altra spediazione che si esibiscono in un grande ballo che di li a qualche giorno ci diventerà particolarmente familiare e partiamo poco prima delle 9. Colazione Balli al campo Partenza Barranco Wall già affollato Dopo 15 minuti di cammino in piano comincia subito il muro, l'unica parte un po' tecnica di tutto il percorsa di ascesa verso la vetta. Nei mesi di attesa e di preparazione precedenti la aprtenza avevo letto e fantasticato su questo passaggio che mi aveva un po' messo timore. Infatti in alcuni racconti era stato descritto come particolarmente ostico a chi soffre di vertigini con alcuni passaggi mozzafiato. In realtà si tratta di un ripido muro con qualche piccolo passaggio leggeremente in esposizione e con qualche piccola arrampicata di facile entità. Se fatto in condizioni normali. Già perchè forse Zuma ha sbagliato un po' i conti e noi lo affrontiamo nella situazione peggiore in mezzo a tutti i portatori che non hanno un minimo di organizzazione e si vogliono superare l'un l'altro continuamente creando continui ingorghi. Saliamo il muro per una decina di minuti e siamo costretti ad una pausa. Ancora qualche minuti e ci troviamo ad un imbuto dove può passare una sola persona alla volta. Imbuti In attesa di ripartire I portatori si spingono l'un latro con enormi casse sulla testa e noi siamo costretti ad aspettare che la situazione migliori. Invano. Infatti dopo 20 minuti di attesa fermi su un piccolo spiazzo ci raggiunge Zuma che aveva sistemato le ultime cose al campo che propone una via alternativa parecchio esposta e con qualche passaggio tecnico. Io non sono convinto così come Philippe, mentre Andrea e Corrado sembrano contenti. Siamo in minoranza e così via per la parte tecnica. Io, non convinto della decisione e anche per l'attesa mi sono infreddolito e irrigidito muscolarmente e fatico un po'. Superiamo qualche passaggio di arrampicata di 1 grado e di 2 grado, ed un po' di esposizione. Niente di troppo difficile ma farlo a mani nude e senza sicurezze non mi piace moltissimo. Gli altri invece sembrano divertirsi e la cosa mi tranquillizza un po' e dopo una ventina di minuti torniamo sul sentiero principale. Qui ci aspetta un ultimo passaggio esposto di qualche metro ( che identifico benissimo e riconosco come essere indicato come uno di quelli pericolosi nel libro che ho letto prima di partire) superato senza problemi. https://youtu.be/2zvp5I26-io Video della scalata nel pezzo facile Tratto semplice dell'arrampicata Io che mando bonariamente a cagare Corrado E dopo due ore scarse di cammino molto a strappi raggiungiamo un grande pianoro dove, come tutti, ci fermiamo a fare una pausa. Il pianoro è bello e panoramico ed è un ottimo posto per la sosta. Io però ho un po' forzato in salita e mi sta salendo il solito fastidioso mal di testa. Facciamo una mezz'oretta di pausa e nel mentre veniamo avvolti dalle nuvole e ripartiamo in un umida e fredda nebbia. Ora camminiamo su ampio e ondulato plateau, che immagino sia parecchio panoramico ma che così, avvolto dalle nuvole non ci consente di vedere un granchè. Sosta Pianoro Camminiamo per circa un ora in questa condizioni e poi finalmente comincia a tirare un po' di vento che sposta alle nuvole e ci dà una brutta sorpresa e cioè vediamo davanti a noi il Karanga camp, campo dove sosteremo questa notte. Che è più o meno alla nostra altezza ma per raggiungerlo bisogna passare da una ripida vallata con conseguente ripida discesa e ripidissima salita finale. Per la discesa non ci sono grossi problemi, e velocemente raggiungiamo il fondo della vallata dove scorre un torrente. Philippe ci spiega che questo è l'ultimo punto dove prendere l'acqua per bere e che domani, visto che saliremo un altro campo prima della cima, i portatori dovranno portare acqua da qua fino al prossimo campo. Qui troviamo una persona sfinita sdraiata su un masso che cerca energie. La scena è un po' comica ma non invidio certo il suo stato. La salita al campo Gente distrutta sui massi Cominciamo subito la ripidissima salita che affrontiamo forse con un passo un pelo troppo veloce. Fatichiamo parecchio tutti e tre ma lo sforzo dura meno di una mezz'ora e dopo 3 ore e mezza siamo al Karanga camp. Il campo è molto spartano, decisamente molto meno confortevole del campo della sera precedente ma tant'è. Dopo le operazioni consuete di registrazione aspettiamo qualche minuto che le nostre tende siano pronte. Con le nostre tende arriva pure il pranzo composto dalla buona solita zuppa di verdure, da un enorme piatto di spaghetti e da un passato di carne. L'appetito è davvero poco, ma ci sforziamo di mangiare comunque e dopo il pranzo ci buttiamo a dormire. Purtroppo il campo è completamente in discesa e la tenda è pure di traverso laterale e dormendo rotoliamo l'uno addosso all'altro inevitabilmente. Dormiamo comunque qualche ora, un po' dentro un po' fuori dal sacco, visto che con il sole la temperatura in tenda sale parecchio. Verso le 4 ci svegliamo e Corrado esce con Andrea a fare un giretto per il campo. Io invece ho un mal di testa fortissimo e rimango in tenda. Karanga camp Corrado e Andrea esploratori Mentre guardo un po' tra le mie cose nello zaino sento vibrare il telefono che evidentemente ho accesso inconsciamente. Lo guardo e incredibilmente c'è un po' di campo qua a oltre 4000 metri di quota in mezzo al niente della Tanzania c'è campo!!! leggo un messaggio ben augurante di Giulia, e mi lascio andare. La mente si fa labile e io cedo, e mentre gli altri ridono e scherzano fuori dalla tenda io sono li da solo che piango come un cane bastonato. Non ho più voglia di queste sofferenze, non ho più voglia di stare male. Avrei solo voglia di un po' di affetto familiare. Passo forse l'ora psicologicamente peggiore di tutta la spedizione, e per un paio di volte penso che non ne valga la pena, e che forse è il caso di andare da Zuma di chiedere di tornare a valle. Per fortuna la mia forza di volontà prevale e mi dico che mesi di preparazione e di sacrifici non possono essere accantonati così e devo tenere ancora un po' duro. Esco così e trovo su un masso i miei amici di spedizione con Zuma che chiaccherano e bevono del the. Li raggiungo e Zuma mi vede particolarmente in difficoltà e con gli occhi lucidi e mi chiede cosa non va. Gli spiego del mal di testa, della nausea e di tutti i malesseri che sto provando. Lui dice che è normale e continua a ripetermi “Don't give up! Don't Give up Now!” Ci controlla i dati fisici e dice che stiamo tutti e tre bene e che quindi non sono in pericolo. Io sono molto debole psicologicamente e passo da un secondo all'altra dalla tranquillità allo sconforto più totale. Spiego alla nostra guida che non voglio mollare proprio adesso dopo tanti sacrifici. Voglio raggiungere il mio sogno. Zuma mi ascolta e mi aiuta psicologicamente ad uscire dalla mia crisi e mi tranquillizza, mentre Andrea e Corrado ci scherzano un po' su sdrammatizzando la situazione e chiedendomi se dopo cena ho voglia di andare un po' a fighe!!! Li guardo con un po' di invidia, loro stanno bene, scherzano e ridono e io sembro un malato terminale depresso. Ma per fortuna ci sono loro, sono positivi e mi aiutano ad uscire da quella situazione difficile. Andiamo in tenda e ceniamo con la solita abbondante zuppa, e con un po' di riso e pollo. La pasta mi aveva un po' stancato e sono contento di mangiare altro. Mi sforzo di mangiare tutto, ma la nausea non aiuta e dopo la cena chiedo a Corrado di invertire i nostri posti in tenda, visto il mio stato depresso. Mi insulta bonariamente ma facciamo cambio di posizioni e alle 8 non appena il sole scende andiamo subito a letto a dormire. Io passerò la notte spalmato sulla tenda a causa della pendenza e Corrado spalmato contro di me. Tutto sommato però riuscirò a dormire quasi tutta la notte, mentre il sonno per Corrado non sarà così buono. Questa sarà la giornata psicologicamente decisamente più difficile del viaggio. Scoprirò dei limiti a cui non ero mai giunto. E scoprirò mie capacità e mie debolezze che non conoscevo. Per fortuna la grande umanità di Zuma e il bell'affiatamento del gruppo riusciranno a farmela superare. Probabilmente se mi fossi trovato in un gruppo meno affiatato non sarei riuscito ad uscire dalle mie difficoltà mentali così bene.
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  5. ti segnalo questo ottimo sito (purtroppo non più aggiornato da tempo) da cui ho tratto spunto per diversi hikes http://www.travellersonline.net/USA/Diario/2004/04_NorthCascades.htm ne avevano creato anche un altro con delle recensioni di diversi parchi, ti giro il link per il NC http://www.experienceamerica.it/parks/wa/northcascades.php
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  6. come ti dicevo nel mio intervento precedente se hai fatto due giorni pieni a moab la mattina del terzo giorno puoi partire subito per muley point, mettilo come primo step perchè da il meglio di se al mattino, poi fai valley of the gods e gooseneck. riesci a fare tutto in mattinata fino ad ora di pranzo o poco piu ma poi non ti resta che andare alla MV che dista una mezz'ora e l'importante è che siate li per le 16/16:30
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  7. Allora, la questione qui dipende dai gusti... Io personalmente vado di legna e non di carbonella perchè mi piace il fuoco, ci va un attimo ad accenderlo e a far diventare brace la legna (il trucco è comperare i "kidding" o "starters", legnetti più piccoli tipo le nostre cassette della frutta, oltre al vero e proprio "fire wood" che trovi comunque dappertutto, dai bordo strada a qualsiasi beninaio/negozio al 90% degli stores nei parchi quando ci sono); se c'è il campeggio c'è anche la griglia quindi non mi preoccuperei per quello, piuttosto prendi dei bei limoni per pulire la piastra (accendoi il fuoco e ce ne strofini uno sulla parte che vuoi usare per cucinare almeno non sa solo di cenere dopo) ed una bella palettina per scrostarle. Io mi servo dei piattoni di carta dove ci sta dentro il "piatto unico" (appena riesco ti posto qualche gfoto anche se nei miei diari vecchi qualche cosa la trovi, o sul mio FaceBook), di norma preferisco farmi un bello stufato con fagioli e salsa (adoro il piccante immangiabile) e di rado mi cucino la bisteccazza intera, un bel piattone con carne tagliata e pregna del sugo e vedi come sventoli bene duranbte la notte! Quindi come consiglio ti direi una bella pentolina, non tanto grande, ma con cui puoi fare tutto, dalla mega carnazza sulla griglia alla colazione del mattino se fai colazione (io me la cavo con succo di frutta e cherry pies). Bicchieri... aporo la birra e sono a posto; piuttosto per le posate almeno un bel coltello prendilo, ai vari WalMart o derivati ne trovi anche da meno di 10 dollari che tagliano (e tornano sempre utili anche per altro in campeggio); per gusto personale prendo sempre un machete o un'ascia (che poi sono comodi per tagliare la legna) e ti consiglio carta stagnola e pellicola, la prima per usarla tipo piastra se ti stufi di raccogliere il mangiare da dentro il fuoco, la seconda per mantenere quello che eventualmente avanzi o chiudere meglio le bottiglie (vedi salse chiuse male a zonzo per il frigorifero). Non mi piacciono le passate e le vellutate varie, quindi io scatole di fagioli di vario modo (dallo stufato alla semplice scatola di fagioli) che ci va un attimo a fare (ebbene sì, anche se non hai un fornelletto che io porto a parte, puoi usare anche le bocchette sul cruscotto della macchina) e per il resto, giovane selvaggio, sbizzarrisciti e fregatene perchè negli USA il mondo del campeggio è su un altro livello rispetto alle nostre abitudini; i primi due giorni che ti farai tutto quello che ti manca lo impareraio da solo guardando i vicini (sia quando ti aiuteranno che quando ti chiederanno aiuto)... ti direi niente diavolina, ma alla fine se prendi la roba liquida (anche "non tossica" è quasi la stessa cosa, io vado di tanta carta e fiammiferi avvolti attorno ai legnetti o meglio ancora ad un bel ramo di pino con un po' di aghi, una volta scattata la fiamma se hai già fatto un fuoco è solo roba di aspettare, ma mentre apparecchi e prepati i piatti il fuoco è ottimo! Ovviamente ti parlo per i miei gusti e la mia esperienza personale, ma ti posso garantire che i falò in campeggio, rilassarti a fine giornata e ridere da solo davanti alla fiamma mentre pensi alla giornata passata e a quella a venire non ha paragoni...
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  8. Più che Flagstaff punterei Williams, è molto caratteristica, se non addirittura il grand Canyon, che con la neve deve essere un sogno.
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  9. Se il 25 aprile dopo aver visitato Pinnacles NP vi spostate a Monterey, il 26 potete fare una gita di whale watching e visitare l'acquario. Il 27 visitate la mattina Point Lobos (se siete fotografi conoscerete sicuramente le foto che ha scattatato qui Ansell Adams) e poi scendete con calma verso Big Sur con varie soste foto. Il 28 secondo me non ha molto senso passarlo a Big Sur, potreste semplicemente scendere verso Morro Bay passando da Pfeiffer Beach, Partington Cove, Mc Way Falls. Eventualmente pranzo sulla terrazza del Nephente, se non c'é nebbia. In una giornata fate tutto con comodo. In questa zona non c'è "altro" che la strada lungo la costa, una delle più belle del mondo, ma oltre alle piazzole per le soste e qualche spiaggia caratteristica non si può visitare altro. Non ci sono paesi degni di nota, non ci sono strade laterali che portano verso l'interno. La giornata guadagnata ve la potete spendere da qualche altra parte, magari prima di andare a Pinnacles scendete lungo la costa passando per Ano Nuevo State Park dove si possono vedere gli elefanti marini dopo una passeggiata tra le dune. Anche il pier di Santa Cruz e il suo Boardwalk meritano, secondo me. Fanno molto Central California e danno spunti per delle foto.
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