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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 10/01/2016 in Risposte

  1. premessa inizialmente saremmo dovuti andare alle Havasu Falls all inizio del nostro on the road , 3 giorni dopo essere atterrati a san francisco . Purtroppo non è stato possibile perché non stavamo bene fisicamente . La voglia di vederle però era tantissima quindi le abbiamo incastrate a forza alla fine del giro . Unico problema il fatto che la notte precedente l avremmo passata a las vegas , quindi partenza in piena notte per essere al parcheggio il prima possibile. 4-agosto-2015 La sveglia suona alle 3 AM , avevamo gia preparato tutto la sera prima ma comunque tra una cosa e l altra non riusciamo a partire prima delle 4 . Siamo io e la mia ragazza ,Michela , lei dopo poco crolla in un sonno profondo , si risveglierà solo pochi minuti prima dell arrivo al parcheggio . il viaggio scorre tranquillo e alle 7.45 circa siamo al parcheggio. Partiamo verso le 8 , l inizio è tutto in discesa , circa 1,6 km , poi il sentiero diventa prevalentemente pianeggiante . Non è segnalato e non ci sono cairns , ma seguirlo è facilissimo . Non ci sono particolari difficoltà , a parte qualche tratto sabbioso un po’ più faticoso . Consiglio di partire il prima possibile per evitare il caldo . Andiamo a passo spedito , anche se più volte dobbiamo fermarci a riposare , Michela non sta molto bene , gia prima di iniziare non stava benissimo , nulla di che ma per evitare problemi meglio fare qualche fermata in più , tanto non è una gara . Verso le 11 siamo al villaggio di supai ,13 km circa dal parcheggio , io ho la schiena a pezzi , lo zaino è pesantissimo , ho portato tutta l attrezzatura , michela non stava bene e quindi le ho lasciato solo la sua acqua e poco altro nello zaino . ci siamo portati 3 litri di acqua a testa , 6 totali , ma ne abbiamo bevuto meno di 1 litro a testa (questo ci farà commettere un grosso errore al ritorno) . Andiamo subito a fare il check in , non avevamo una prenotazione quindi pronti a pagare il doppio o addirittura risalire in giornata , per fortuna non ci viene richiesto nulla , paghiamo il prezzo normale e ci rilasciano il permesso . Nel villaggio di Supai ci sono 2 market e 1 fast food , appena arrivati ci buttiamo dentro il fast food , tavoli e aria condizionata , non chiedevamo altro . proviamo a prendere coca cola e patatine fritte , uno schifo che peggio non si può , ma non è un problema , stiamo per arrivare a destinazione e questa è l unica cosa che conta . verso le 12.30 ripartiamo verso il campeggio , sono 3 km ,che percorriamo in meno di un ora . Il campeggio si trova praticamente attaccato alle Havasu Falls , non ci sono piazzole , ognuno piazza la tenda dove vuole . Havasu Falls , che dire , sono spettacolari , il paesaggio più bello che io abbia mai visto . Appena arrivati montiamo la tenda e ci addormentiamo senza volerlo per una ventina di minuti sdraiati fuori dalla tenda , la stanchezza della sveglia alle 3 e i 16 km si fanno sentire . Per fortuna apriamo immediatamente gli occhi e in un attimo siamo alle cascate . L acqua non era freddissima , unico problema le rocce molto scivolose per stare a piedi nudi , quindi mi rimetto le scarpe da trekking e via a fare il bagno . Stiamo un po in acqua , qualche foto e poi decidiamo di raggiungere le money falls , 1 km dal campeggio . Bellissime anche queste e sopratutto non c era nessuno a rovinare l atmosfera . Scendere alle Money Falls richiede dei passaggi esposti e non adatti a chi soffre di vertigini . Alle 18 circa siamo in tenda , crolliamo in un sonno profondo fino alle 21 . Appena svegli decidiamo di cenare con dei panini preparati a las vegas , poi andiamo alle Havasu Falls a guardare le stelle…ragazzi vi assicuro che uno spettacolo simile non si può descrivere , una stellata IL PARADISO DEVE ESSRE COSI . Tornati in tenda crolliamo nuovamente in un sonno profondo . 5-agosto-2015 sveglia all alba , smontiamo tutto e si riparte , arrivati a supai vado all ufficio informazioni e chiedo se fosse possibile far portare gli zaini al parcheggio , mi dicono che non è possibile sono tutti pieni o gia partiti . un po’ sconsolato torno da michela e ci fermiamo al market prima di ripartire . Avevamo ancora 3 litri d acqua , all andata ne abbiamo bevuto meno di un litro a testa , quindi decido di comprare un altro litro e mezzo d acqua…meno di 2 litri all andata …vuoi che 4,5 litri non bastino per il ritorno?! Appena usciamo dal market vedo un gruppo di indiani con i cavalli che escono dal recinto presumibilmente diretti al parcheggio , nonostante mi abbiamo gia detto di no provo a fermarne uno e chiedergli se possa portarci su gli zaini , mi dice di no , insisto dicendogli che avrei pagato qualsiasi cifra , mi guarda , ci pensa e mi da l ok … felicitaaaaaa! ero pronto a sborsare qualsiasi cifra e invece mi chiede 20$ a zaino . la giornata inizia benissimo , partiamo da supai verso le 8.30 , la camminata procede alla grande senza zaino , classiche fermate dii rito (michela non sta ancora bene ) , anche se il sentiero è più faticoso , pianeggiante ma con pendenza a salire , in più il fondo sabbioso o roccioso non aiuta . Alle 11 circa siamo all inizio della salita , senza rendercene conto abbiamo bevuto 4 litri dei 4,5 disponibili … panico .. dobbiamo razionare l acqua il più possibile e con quasi 2 km di mega salita a 35 gradi non è facile . Appena arriviamo al parcheggio,sono circa le 13, mi fiondo in auto , avevamo lasciato il box frigo pieno di ghiaccio con coca cola acqua e quant altro , il pensieri di stappare una coca cola gelata mi ha dato la forza in tutta la salita senza acqua …una sensazione indescrivibile arrivare all auto e poter bere . per non farci mancare nulla oggi dobbiamo per forza arrivare a Los angeles . Guido solo io ma per fortuna amo guidare , anche in italia . Il viaggio scorre senza difficolta e alle 22 circa siamo nel motel a Manhattan Beach. è stata un esperienza fantastica , ci torneremo ma con 2 giorni di pernotto per arrivare fino al colorado . La zona è meravigliosa , le cascate sono uno degli scenari che più mi ha colpito in tutti i miei viaggi . Unica pecca la maleducazione e la sporcizia degli indiani che sopratutto nel villaggio di Supai regnano sovrani . Consiglio di partire il prima possibile , infatti il canyon è all ombra nelle prime ore del mattino e di portare almeno 3 litri di acqua a testa .
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  2. non capisco perche ma non carica tutte le foto..ci capisco poco mi sono creato un account flickr , ho caricato li e poi copiato il link , alcune vanno altre no , boh grazie le foto sono fatte col cellulare , la macchina fotografica è stata sacrificata in favore del materassino per dormire
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  3. A sedona fatti Bell rock e Cathedral rock, poi a fine giornata tramonto ad airport vortex, pochi minuti di salita! Salta tombstone e vai a chiricahua prima, poi potresti avvicinarti di più a white sands (Deming).
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  4. Tra l'altro lo sciroppo d'acero che vendono alla fabbrica è un pò caretto e lo puoi trovare anche da walmart tranquillamente Per intenderci questo: http://www.walmart.com/ip/Maple-Grove-Farms-Maple-Flavor-Sugar-Free-Spread-24-fl-oz/10322416?action=product_interest&action_type=title&item_id=10322416&placement_id=irs-106-t1&strategy=PWVAV&visitor_id&category=&client_guid=1c1f8aba-09c5-417e-a49a-e5ccbc92c2fa&customer_id_enc&config_id=106&parent_item_id=10322417&parent_anchor_item_id=10322417&guid=0a65d2db-1679-40ae-8aed-efe46287673d&bucket_id=irsbucketdefault&beacon_version=1.0.1&findingMethod=p13n sugar free ahahahhahah
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  5. Lo immagino ma mi serviva come sosta. E il giorno dopo farò il Flume Gorge e andrò a visitare la fabbrica di sciroppo d'acero perchè mio marito ne va matto.
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  6. Grazie ragazzi per i preziosi consigli! Lo sapevo che chiedendo sarebbero usciti posti che non avevo mai sentito nominare: le Choccolate Falls sembrano spettacolari e una Ghost town in più sicuramente non fa male
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  7. Calcola che come ti dicevo Peek-a-boo e Spooky li fai in mattinata, poi al ritorno, sulla strada prendete la deviazione per Devil’s garden, se vi avanza tempo fate Petrified forest State Park Miraccomando la pizza al ristorante-locale delle Cabin Le opzioni cena che ti consiglio a Torrey sono 2 ... il ristorante Broken Spur, dove alloggi oppure e ti assicuro che merita tanto , non so se te lo eri già segnato.... Slackers, che si trova al 165 East Main Street. attenta agli orari di chiusura
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  8. Grazie mille webba! Mi consola pensare che nonostante l'orario del traghetto siate riusciti ad arrivare a Rockland, io mi fermo molto prima ma vorrei fare alcune soste lungo la strada. Kate, ovviamente ho riletto il tuo diario e ho prenotato il Mt, Coolidge Motel qualche giorno fa.
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  9. Adesso preparo una bozza di racconto e in questi giorni la posto . Dopo tutte le preziose informazioni prese da voi sarà un piacere poter essere utile a qualcuno
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  10. domanda dura a cui rispondere...anche se come prima volta mi verrebbe da dire moab , ci sono due dei parchi più belli e scenografici d america e richiedono come minimo un giorno ciascuno .
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  11. Io ho chiamato decine e decine di volte prima che mi rispondessero al telefono e quando l hanno fatto erano già pieni fino a novembre . Poi ho chiamato anche il giorno prima di andare e stessa risposta . Non ci sono piazzole , il posto è immenso quindi non dovresti avere problemi . Io sono andato pronto a pagare il doppio e nella peggiore delle ipotesi a risalire in giornata . Un piacere essere utile
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  12. Credo che tu abbia sbagliato topic...
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  13. Tratto dall'ottima guida di Gianluca nella sezione apposita: "SPIAGGE Bahia Honda ha diverse spiagge di sabbia bianca: Calusa è la spiaggia più piccola ed è situato sul lato nord-ovest dell'isola: ci sono diversi piccoli padiglioni in questo settore con servizi igienici e docce con acqua fresca. Loggerhead è la spiaggia con il mare meno profondo e si trova sul lato sud dell'isola. E' nota per il grande banco di sabbia poca profonda a pochissimi metri dalla riva (il banco diventa totalmente percorribile all’asciutto durante la bassa marea ed è 1 ottima zona per lo snorkeling con l’alta marea. Sandspur è la spiaggia più grande, che si trova all'estremità sud-orientale dell'isola."
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  14. Hai dato un occhiata al mio diario nel new england? Sarebbe un ottimo itinerario fare la costa, Boston, cape cod, magari un giretto anche nel Vermont Sent from my iPhone using Tapatalk
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  15. Cliff Palace lo vedi benissimo dai view point, nel pomeriggio e' illuminato dal sole. A me è' sempre piaciuto ma effettivamente ti porta un po' fuori percorso. Un panorama simile, anche se molto ridotto ,lo hai al Canyon de Chelly e a Montezuma castle vicino a Sedona.
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  16. Itinerario di viaggio (consultazione online): https://drive.google.com/file/d/0BwMBZLWsXjMhQXlSVU1yS0tFNm8/view?pli=1 Itinerario di viaggio (Download): https://drive.google.com/file/d/0BwMBZLWsXjMhNFJua3hoOWJIRU0/view?pli=1 Premessa Dopo aver percorso vari tratti di Route 66 durante gli ultimi 2 viaggi negli USA (2012 e 2013), prevalentemente in Arizona e California, di ritorno dall’ultimo ho maturato l’idea di percorrerla tutta. Ho iniziato a buttare giù un po’ di idee sul da farsi, a raccogliere informazioni e soprattutto ho subito pensato di prepararmi un itinerario di viaggio con tutte le indicazioni sui posti da vedere, le città ed i paesi che avrei attraversato. E' stata una ricerca lunga e comunque non sufficientemente completa, poiché una volta sulla Route ho avuto modo di vedere altri posti molto belli dei quali non avevo letto nulla. La Route 66 è una strada storica, fatta di tratti sterrati, asfaltati, sostituiti completamente dalle interstate, tratti nei quali probabilmente a causa del riordino della viabilità locale ha cambiato denominazione. Non è semplice percorrere la Route 66 dall’inizio alla fine, è facile perderla, soprattutto in alcune zone dove le indicazioni stradali sono piuttosto lacunose. La prima cosa quindi è dotarsi di una cartina stradale specifica. Abbandonate l’idea di usare i navigatori satellitari, la Route 66 in molti tratti è stata rimossa dal sistema autostradale americano e comunque il gps vi farebbe fare le intestate (il navigatore non ha un’anima romantica come noi, malati di Route 66). Il navigatore può servire in alcuni casi per sapere in che direzione stiamo andando, soprattutto quando si percorrono i tratti sterrati. La scelta per quanto riguarda la cartina è caduta su: - EZ 66 for travelers, 3^ edizione http://www.amazon.com/Route-66-GUIDE-Travelers-EDITION/dp/0970995199/ref=cm_cr_pr_product_top?ie=UTF8 - Here it is http://www.amazon.com/Here-Route-Map-Jim-Ross/dp/0967748143/ref=sr_1_1?s=books&ie=UTF8&qid=1428311878&sr=1-1&keywords=here+it+is La seconda è molto bella da appendere al muro, è divisa in 8 cartine per ciascuno degli stati attraversati, ma non è dettagliata come la prima (l’autore tuttavia è lo stesso, Jerry McClanahan, un vero e proprio GURU della Mother Road). La EZ 66 è, secondo me, in assoluto la migliore per non perdersi nulla durante il viaggio. Grazie a lei ho avuto modo di attraversare dei posti splendidi che durante le mie ricerche non avevo considerato. E' un po’ ostica ad un primo approccio, si divide in percorso WESTBOUND o EASTBOUND a seconda se la percorrerete da est ad ovest o viceversa. Il percorso classico è da Chicago a Santa Monica (da est verso ovest). Entrambe le ho comprate su Amazon.com, ma sono comunque acquistabili anche una volta giunti negli USA. La Route 66 è una strada ad alto contenuto “emozionale”, non ha scenari mozzafiato come un canyon o la Monument Valley, ma ha un fascino incredibile: le vecchie auto, i motel, i paesaggi, le pompe di benzina, l’atmosfera che si respira così tipicamente anni 50. Ci saranno delle scelte da fare durante il viaggio, la Route infatti, in alcuni tratti, si divide in pre e post anni 30/40. Quando possibile io preferivo fare le varianti “pre”, le ritenevo più affascinanti, ed in molti casi non mi sono sbagliato. Dopo l’acquisto delle mappe ho iniziato ha compilare il mio itinerario. Ho diviso le tappe cercando di non andare troppo oltre i 400Km/giorno e per ciascuna tappa mi sono segnato i posti che caratterizzavano quel tratto di strada. Durante il percorso ho considerato alcune deviazioni verso posti che avrei voluto vedere o rivedere, in particolare sono andato verso le White Sands National Momunent (New Mexico), il canyon de Chelly, Page (Horseshoe bend e Lake Powell), Sedona e la Death Valley dove ero già stato tanti anni fa. Da ognuna di queste tappe rientravo sulla Mother Road nello stesso punto in cui l’avevo lasciata; ci tenevo a fare tutta, ma proprio tutta la Route 66 senza tralasciare nemmeno un km. Riguardo alle prenotazioni, ho preso i voli con Alitalia a febbraio per settembre (dal 5 al 25 settembre 2014), la comodità era il volo diretto sia verso Chicago che da Los Angeles; compresa l’assicurazione ho pagato 823 Euro (738 il volo ed 85 l’assicurazione). Ho prenotato la Macchina con Rentalcars.com (circa 550 Euro più altrettanti di drop off) e solo alcuni pernottamenti: a Chicago, nelle White Sands ad Alamogordo, a Los Angeles e 2 motel nei quali volevo andare assolutamente, il Blue Swallow Motel a Tucumcari e lo Stagecoach 66 a Seligman. Per il resto mi sono regolato sul posto (ho fatto il viaggio con un mio amico), tenendo sempre conto della tappa finale di ogni giornata. Non ero certo che ce l’avrei fatta a rispettare il piano di viaggio, ma alla fine ci sono riuscito. Durante il viaggio i miei “strumenti di lavoro” sono stati la EZ66 ed il mio itinerario di viaggio (e la mia macchina fotografica ovviamente). La sera prima consultavo sempre la EZ 66 per valutare le varianti che avrei incontrato. Mi sono sempre segnato i Km giornalieri e l’orario di uscita dal motel e di arrivo al successivo; non è un vero è proprio tempo di percorrenza, perché durante il percorso ci si ferma tantissime volte per vedere i posti che si attraversano ed in molti di questi la sosta è abbastanza lunga, ma è solo un’indicazione del tempo trascorso in viaggio. I Km sono invece quelli realmente percorsi. Un consiglio: non fate mai la Route 66 come strada di collegamento tra un posto ed un altro. Per questo sono molto meglio le interstate. Sono più veloci e larghe. La Route 66 va vissuta, bisogna fermarsi e parlare con la gente (sono tutti molto entusiasti di raccontarvi cosa fanno e come contribuiscono a rendere vivo l’interesse per la Mother Road) o sedersi a prendere da bere. per chi ha visto Cars (il film di animazione della Pixar, che comunque suggerisco di vedere perché rende molto bene lo spirito della Route) c’è un pezzo in cui Sally Carrera (la Porche) dice della Route 66: “il bello non era arrivare, il bello era viaggiare”. L’itinerario Ho percorso la Route 66, e le deviazioni previste, in 21 giorni totali, 13 per la sola Route. Per ciascun giorno ho riportato l’elenco delle cose che ho visto, i Km totali ed il tempo di percorrenza dall’uscita dal motel la mattina fino al motel successivo. Ho inserito dei link che riportano a delle foto presenti sul web riguardo a ciascun posto visitato, può essere utile per memorizzarlo prima di partire. Non ho dedicato molto tempo alle città perché il mio scopo era di percorrere la Route 66, e poi sono abbastanza “allergico” alle città, preferisco gli spazi aperti. Anche se Chicago in particolare merita molto (rimedierò già quest’anno fermandomi un po’ di più). A Los Angeles era la terza volta che ci andavo. Per quanto riguarda le indicazioni stradali relative alla Route 66, in Illinois e Missouri ce ne sono a sufficienza. Quasi ad ogni incrocio c’è un cartello che indica che si sta percorrendo la Route 66 o che si deve deviare per continuare a percorrerla. In Oklahoma e New Mexico queste indicazioni sono un po’ più rare; la EZ 66 in questi casi è fondamentale. Il Kansas è lo stato con il più breve tratto di Route 66, solo 13 miglia. 13 miglia costellate di scudetti e cartelli della Route: non ci si può perdere. I “MUST” La Route 66 è un continuo susseguirsi di “icone”: - gli scudetti posti in punti strategicamente emozionali, - le vecchie pompe di benzina - i tratti di strada più vecchi - i trading post - I Diner Alcune di queste icone sono largamente conosciute (il Cadillac Ranch o l’Hackberry General Store ad esempio), ma ce ne sono moltissime altre meno note ma altrettanto caratteristiche e belle da vedere. Per quanto mi riguarda, tra le cose che più di altre hanno catturato la mia attenzione lungo la Route 66, ci sono senza dubbio le vecchie pompe di benzina. In Illinois ce ne sono di molto belle (Standard Oil ad Odell, quella di Dwight) o l’Hackberry General Store in Arizona che in realtà è un po’ di tutto. Ma la Lucille’s service station in Oklahoma è la mia preferita. Riguardo ai tratti da percorrere, suggerisco di non perdersi quello in mattoni rossi ad Auburn (Illinois). Non è ben indicato sul posto, ma seguendo la EZ 66 lo si raggiunge abbastanza facilmente. E' un tratto di poche miglia, ma bellissimo: il rosso dei mattoni taglia a metà il verde dei campi. Anche il tratto sterrato tra la città fantasma di Glenrio e San Jon tra Texas e New Mexico è molto bello, così come la striscia di strada tra Miami e Afton (Oklahoma). In generale uno degli aspetti più belli della Route è la varietà del paesaggio che si attraversa: verde e rigoglioso ad est, arido e desertico ad ovest. Suggerisco inoltre di fare una notte al Blue Swallow Motel a Tucumcari (New Mexico); un motel ristrutturato di recente ma che ricalca in pieno lo stile e l’atmosfera degli anni d’oro della Route 66. Da non perdere anche il John Hargrove place (una delle cose che non avevo segnato) ad Arcadia in Oklahoma. E' una sorta di Route 66 in miniatura; John ha riprodotto nel suo giardino tantissime delle icone della Route 66 (le twin arrows, la Blue Whale, un piccolo diner dentro casa sua). Un personaggio unico, cordiale e col quale è stato davvero piacevole parlare (mi ha praticamente “catturato” mentre fuori dalla macchina cercavo di capire cosa fosse quel posto strano). La foto di John è presente anche nel museo della Route a Clinton (Oklahoma) come citazione delle persone più attive per il recupero ed il mantenimento delle radici storiche della Route 66. Altro posto da ricordare è il Bottle Tree Ranch ad Oro Grande in California. Anche qui ci si imbatte in un altro straordinario personaggio, Elmer, che ha realizzato una foresta utilizzando tubi innocenti e bottiglie che aveva ereditato. La semplicità, la cordialità e la voglia di condividere il proprio mondo non può lasciare indifferente il viaggiatore. Da ricordare anche Seligman (dove ho bevuto il mio primo ed unico espresso gentilmente offerto dalla signora dell’Historic Seligman Sundries), un posto bellissimo, così diverso dalla “sobrietà” dei paesi dell’est. Oatman in Arizona, una città fantasma piena di muli lasciati liberi di circolare (uno di questi si è mangiato completamente la guarnizione del finestrino della mia macchina) e l’Oatman Hotel, un posto con le pareti ed il soffitto pieno di banconote da un dollaro attaccate dagli avventori (gli hamburger qui sono ottimi). Il tratto di Route 66 prima di Oatman è stupendo, uno dei più belli in assoluto. E poi il tratto che costeggia il Mohave Desert in California, tra Needles e Barstow, con il Roy’s Cafè in mezzo al nulla (un posto meraviglioso) ed il Bagdad Cafè (dove è stato girato l’omonimo film). E' uno dei tratti più belli: una striscia d’asfalto in mezzo al deserto. L’ultimo tratto dopo il Bottle Tree Ranch è praticamente quasi del tutto “cittadino”, si attraversa San Bernardino per poi dirigersi a Los Angeles. Giunti al molo di Santa Monica l’unico pensiero che ti prende è quello di tornare indietro e rifarla di nuovo.
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