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issa1990

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  1. Ciao! noi abbiamo fatto un giro simile quest'estate abbiamo fatto un loop su Denver visitando Badlands NP, Monte Rushmore, Custer State Park, Black Hills, Yellowstone per poi dirigendoci verso Moab, sto finendo in questi giorni il diario lo trovi in firma. Buona programmazione!
  2. Ciao, noi abbiamo fatto un giro simile l'anno scorso (sto scrivendo ora il diario) e concordo con gli altri con il togliere un giorno a Denver.
  3. GG15 - 01/09 Port Elizabeth – Johannesburg / Johannesburg - Roma / G16 - 02/09 Roma - Milano Oggi è ufficialmente il nostro ultimo giorno in Sud Africa, ci alziamo con un po' di malinconia , prepariamo per l’ultima volta i bagagli e andiamo a fare colazione nell’area soggiorno dove troviamo un tavolo imbandito tutto per noi . Finita la colazione carichiamo la macchina e andiamo a scoprire Port Elizabeth prima di raggiungere l’aeroporto, dove alle 13.25 parte il nostro volo per Johannesburg. Leggendo la guida e navigando in Internet avevamo già un po' capito che il posto non era propriamente turistico e quindi decidiamo di visitare l’unica area descritta nelle varie guide: la Donkin Reserve, una piazza/giardino dove è presente una piramide commemorativa, un faro e alcune sculture in memoria di Nelson Mandela. Quando arriviamo, dopo aver parcheggiato, ci accorgiamo della poca gente per le strade anche perché molti stanno raggiungendo la chiesa per la funzione domenicale. Facciamo quindi una passeggiata, scattiamo qualche foto ma dopo una mezz’oretta ci ritroviamo alla macchina, non sapendo cos’altro visitare (anche perché il tempo non è moltissimo) decidiamo di raggiungere l’aeroporto. Questa volta ci ricordiamo di dover fare il pieno alla macchina e provvediamo a farlo in prossimità dell’autonoleggio dove subito dopo consegniamo l’auto. Scaricati tutti i bagagli entriamo nell’aeroporto poco affollato di Port Elizabeth 😂😅 Sono solo le 11 quindi abbiamo ancora due ore prima di imbarcarci e l’aeroporto non offre molto quindi passiamo il tempo leggendo o giocando con il telefono. Alle 13 finalmente ci imbarcano; il viaggio con brithsh è tranquillo e io come al solito mi faccio un bel pisolino. Alle 15 in perfetto orario atterriamo a Johannesburg e, visto che il volo per Roma sarà alle 20.30, ci sediamo ai tavoli di un ristorante per fare una merenda/pranzo e per passare un po' di tempo a giocare a carte. Stufi di stare seduti decidiamo di esplorare l’aeroporto, ma stranamente non troviamo nessun negozietto turistico dove comprare gli ultimi souvenir…strano…. Passiamo ancora un po' di tempo tra divanetti e tavolini, quando decidiamo di avviarci verso il gate e qui la scoperta, praticamente girando l’angolo ci si apre un mondo, un'altra mega area di aeroporto piena di negozi di ogni genere e più in fondo una fila chilometrica per il controllo dei passaporti prima del metal detector aaaaah . Abbiamo ancora tempo quindi decidiamo di dedicare una mezz’ora allo shopping per poi metterci in coda. Facciamo il prima possibile e in poco tempo siamo in fila, peccato che quest’ultima sia un po' lenta! Dopo un’oretta, finalmente, abbiamo il nostro bel timbro sul passaporto e dopo aver effettuato i controlli arriviamo nella zona dei gate. Il nostro gate come sempre è il più lontano da tutto e ci impieghiamo un bel 20 minuti per raggiungerlo. Dopo aver mostrato il biglietto ci fanno accedere e alternandoci andiamo a fare provviste per il viaggio: prima andiamo io e Luca alla ricerca di cibo e poi andranno Simo e Gio. Io raccatto patatine e cioccolatini Lindt per il viaggio (come da tradizione) e Luca cerca una bottiglia di Amarula (liquore locale) da portare a casa a suo papà ma le confezioni che vendono nei duty free sono troppo grandi e quindi desiste. Dato il cambio ai nostri amici, poco dopo, annunciano che stanno per iniziare le operazioni di imbarco per cui provvediamo ad avvisarli e in pochi minuti ritornano anche loro alla base. Saliamo a bordo e anche per questo viaggio abbiamo i quattro posti centrali. Il volo procede tranquillamente, io dopo aver visto un film mi addormento e mi sveglio che stanno servendo la colazione, ottimo! (la colazione insomma). Alle 6.50 atterriamo a Roma e subito ci fondiamo a fare una classica colazione italiana che figata!!!! Tra una distrazione e l’altra arrivano le 9.20 e ci imbarchiamo sull’ultimo aereo di questo viaggio. La tratta è talmente corta che non facciamo in tempo a prendere quota che è ora di atterrare. (ovviamente Luca si addormenta per bene solo sull'ultimo tratto) In perfetto orario atterriamo a Bergamo dove per fortuna riabbracciamo le nostre valige, anche stavolta ci è andata bene! Usciamo dalla zona gate e lì belli belli ci aspettano i miei genitori e quelli di Simona che, nell’attesa, hanno fatto comunella . Dopo qualche chiacchera ci salutiamo; anche questo viaggio è andato, le due settimane sembrano volate. In conclusione, posso dire che il viaggio mi è piaciuto, abbiamo visto un sacco di bellissimi posti, tra quelli che mi sono piaciuti di più ci sono la Table Mountain, il Kruger e le Three Rondavels. Se devo fare un paragone con l’America dell’anno prima, devo dire la verità, non regge il confronto. Negli States il paesaggio è talmente diverso da quello a cui siamo abituati che ti lascia senza fiato. Detto questo, se ripenso oggi ai paesaggi, agli animali e alle persone che abbiamo incontrato, sento che questo viaggio mi ha dato molto ed è un paese che va visto almeno una volta nella vita 😀. Ovviamente appena tornati al lavoro abbiamo iniziato a pensare all’anno successivo e la meta era solo una, tornare negli Usa anche perché leggendo i vostri diari ogni volta ci assale la voglia di scoprire altri posti . La prima tappa di questo 2020 sarà (anche se ora, vista la situazione di emergenza che stiamo vivendo, onestamente non lo so) New York dal 28 maggio al 3 giugno con due nostri amici. È già tutto pronto, chissà, la speranza è l’ultima a morire e fino al 31 maggio Alitalia ci permette di decidere per l’annullamento del volo, quindi per ora stiamo in standby, nel caso rimanderemo a settembre/ottobre. Chissà se festeggerò 30 anni negli states . La seconda tappa 2020 è/sarà la tanto ambita real america (un loop su Denver passando da Yellowstone, Badlands, Moab, Monument Vally, etc.) per agosto 2020. Dopo aver passato gennaio a cercare voli economici abbiamo trovato un super volo per Denver a meno di 500 euro a testa e abbiamo praticamente prenotato tutto (a parte la macchina). Bo speriamo! In attesa di poterci sentire (il più presto possibile) con un altro diario di viaggio ringrazio tutti per averci seguito e letto anche questa volta . Un abbraccio virtuale da me e Luca (mio fido correttore di bozze) ❤️. Finito! SPESE DEL GIORNO: benzina 352,71 Rand pasti negli aeroporti - non ce li siamo segnati 🙈
  4. GG14 - 31/08 Capo Agulhas – Port Elizabeth Oggi ci aspetta un sacco di strada!! Dobbiamo percorrere un gran bel tratto di costa per raggiungere l’ultima città da visitare Port Elizabeth. Alle 7.30 ci svegliamo guardando il mare anzi, l’oceano, illuminati dal sole! Uno dei migliori modi per iniziare la giornata . Ci prepariamo e scendiamo nella sala da pranzo al piano terra dove, la gentile signora che ci ospita ha preparato di tutto e di più! Quindi con la pancia bella piena carichiamo la macchina e partiamo. Durante il nostro soggiorno a Franschhoek, il proprietario dell’hotel in cui alloggiavamo, ci aveva stampato la mappa della Garden Route e alcune città/ paesaggi da vedere. Purtroppo, non faremo tutte le tappe segnate perché i km sono tanti e il tempo è, come sempre, troppo poco e quindi selezioniamo solo alcune fermate. Iniziamo a percorrere la Garden Route, i cui bellissimi paesaggi che si susseguono ci tentano a fermarci in ogni piazzola di sosta, ma ci imponiamo come primo obbiettivo Mossel bay. Qualche foto scattata in macchina durante il tragitto Arriviamo a Mossel bay che è quasi mezzogiorno, ovviamente siamo sempre fuori stagione quindi è quasi tutto chiuso per cui scendiamo semplicemente dalla macchina per fare una passeggiata sulla spiaggia e sgranchirci le gambe per poi ripartire alla volta di Knysna una cittadella balneare dove ci dovrebbe essere un bel waterfront dove fermarsi a mangiare. Dopo un’oretta di viaggio arriviamo a Knysna che subito ci piace un sacco, c’è molta gente e ha degli scorci davvero bellissimi. La fame però chiama, quindi cerchiamo subito un posto in cui mangiare con vista mare e scegliamo il “Drydock” dove ordiniamo piatti di pesce e di carne; io sbaglio il mio ordine e mi arrivano delle alette di pollo non piccanti, di più, riuscirò a mangiarne solo una parte . Nel locale c’è musica dal vivo ed è bello pieno perciò a noi tocca il tavolo, al di sopra di un piccolo soppalco (ricordatevi questo piccolo particolare), vicino alle casse, inutile dire che non riuscivamo nemmeno a parlare tra di noi. Poco prima di alzarci per andarcene, mentre aspettiamo il conto, Luca dice che si alzerà un po’ dal tavolo perché, con il sole che gli batte contro la schiena, si sta sciogliendo. Io propongo uno scambio di posto e mentre sto indietreggiando mi dimentico del soppalco e mi cimento in un tuffo carpiato che neanche Tania Cagnotto (per fortuna non era alto il gradino) scatenando l’applauso dell’intero locale (bella figura di m….) Luca che nel frattempo aveva cercato di afferrarmi al volo riacquista colore chiedendomi se voglio farlo morire di infarto!!! Una volta ricomposti paghiamo il conto e ce ne andiamo. All’uscita i vari commensali agli altri tavoli mi salutano e sorridono, anche per questo viaggio mi sono fatta riconoscere Dopo aver scattato qualche foto torniamo in macchina per procedere verso Jeffery’s bay una baia molto ventosa frequentata in estate dai surfisti. Il viaggio dura più di due ore durante le quali ammetto farò anche un piccolo pisolino Sempre qualche foto scattata dalla macchina finchè ero sveglia 😂 Alle quattro e mezza finalmente arriviamo, ovviamente dei surfisti nemmeno l’ombra, in compenso il forte vento non manca, quindi facciamo una breve passeggiata ammirando il mare e dopo una tappa tecnica ripartiamo alla volta dell’ultima destinazione del nostro viaggio ossia Port Elizabeth. Arriviamo al nostro hotel che è quasi sera e, dopo le operazioni di check-in, prendiamo possesso delle nostre stanze che per questa sera sono due camere comunicanti con il bagno esterno in comune che alla fine non si rivelerà troppo scomodo. Cartello di benvenuto dell'hotel Poco prima delle 19 usciamo per cercare un posto per cena e sin da subito capiamo che questa città non ci piace molto. Sembra esserci una sorta di coprifuoco, c’è poca gente in giro e quei pochi che vediamo gironzolare non sembrano molto raccomandabili. Arriviamo davanti ad uno dei ristoranti trovati su tripadvisor ma purtroppo è pieno, decidiamo quindi di percorrere la via a piedi ma tutti i locali sono full . Per fortuna, quando avevamo quasi perso le speranze, troviamo posto all’ASADA restaurant che si rivelerà uno dei migliori posti in cui abbiamo mangiato e dove il cibo viene cucinato a vista!!! Riempita anche stasera la pancia torniamo al nostro hotel, questa sarà l’ultima notte in Africa!!! Continua... SPESE DEL GIORNO: benzina 620,63 Rand pranzo "Drydock" 4 persone 53 Rand casello autostrada 900 Rand cena "ASADA restaurant" 4 persone 900 Rand hotel "Island Way Villa" 1 notte (4 persone) 167,00 Euro
  5. Devo essere onesta che mi è andata bene, stavo male ma poi subito dopo mi riprendevo e sicuramente questo ha agevolato il mio "positivo" ricordo dell'esperienza 🙂 Molte altre persone sono state davvero tanto tanto male e la mia stessa amica ha detto che non la rifarebbe 😂 Per le foto non si ho usato sempre lo stesso sistema forse le ho caricate un pò troppo pesanti... Anch'io le altre volte che mi era capitato di andare in barca non ero mai stata male...probabilmente li il fatto che stesse per arrivare il brutto tempo ha reso l'oceano veramente molto mosso
  6. GG13 - 30/08 Hermanus – Capo Agulhas Alzarsi al suono della sveglia è difficilissimo ma in qualche modo ci trasciniamo fuori dal letto e ci prepariamo; decidiamo di non fare colazione (che si rivelerà una delle migliori scelte di sempre) per poi farla quando torneremo in hotel, visto che è compresa nel prezzo della camera. Belli coperti con giubbotti e cappelli di lana partiamo alla volta del porto di Hermanus dove arriviamo in pochi minuti di macchina. Nonostante il buio pesto individuiamo facilmente la sede della compagnia che ci porterà alla scoperta delle balene e, visto il freddo, entriamo subito all’interno; facciamo il check in e ci sediamo in una sorta di sala riunioni dove faremo un piccolo briefing prima della partenza. Alle 06.30 precise la nostra guida inizia con una piccola lezione sulle balene e prosegue con qualche regola comportamentale da tenere a bordo. Finito il briefing recuperiamo un sacchetto contenete una bibita e delle patatine e ci dirigiamo verso la barca. Dal molo il cielo ci regala una bellissima e rossissima alba e rimaniamo tutti ammaliati. Una volta seduti e spiegate nuovamente le regole in caso di problemi in mare, partiamo alla scoperta dell’oceano atlantico e dei suoi abitanti. Sin da subito capiamo che sarà un viaggio molto ballerino, le onde sono belle alte e la barca ondeggia parecchio. Inizialmente sono così gasata all’idea di vedere le balene che non noto nemmeno che le prime persone iniziano a stare male ahhhhh!!! Per fortuna non ho molto tempo per pensare alla signora incinta di fronte a noi che sta v…..o l’anima perché il nostro capitano ci annuncia che c’è una balena in lontananza e che se vogliamo possiamo salire sul ponte che si trova sopra alle nostre teste per vederla!!!! Simo e Gio dicono che staranno giù perché Simo inizia a non sentirsi molto bene, io e Luca saliamo ma la barca si muove davvero tantissimo, non faccio in tempo a sporgermi dalla balconata, che sento che sto per non stare bene. Luca nota la mia faccia sbiancata e, non so bene come, in un batter d’occhio torniamo ai nostri posti dive io ovviamente infilo la testa nel sacchetto mentre ordino a Luca di non badare a me ma di scattare foto Diciamo che non sono uscite le migliori foto del mondo Dopo qualche minuto ripartiamo e con l’aria in faccia (finalmente hanno aperto la copertura di plastica che inizialmente era chiusa) inizio a riprendermi e a godermi lo spettacolo delle balene che ci nuotano vicino . Illusa di essermi ripresa e di stare benissimo, quando il capitano ci indica altre due balene vicinissime, mi alzo di botto armata di reflex per andarle a fotografare ma, appena concentro lo sguardo nel mirino, incurante del monito “don’t take photo” proveniente dal marinaio che mi aveva passato il sacchetto poco prima, sto ancora male quindi lancio nuovamente la reflex a Luca. Niente le balene non è destino che vengano fotografate da me! Nel frattempo la signora incinta sta sempre più male, Luca e Gio gli offrono una pastiglia di Plasil ma lei, non capendo cos’è, rifiuta quindi visto che ormai è fuori dalla scatola decide di prenderlo Luca a secco, senz’acqua, e a momenti si strozza Dopo quasi due ore lunghissime e molto difficili di navigazione torniamo al porto. Mentre io mi riprendo agilmente man mano che stiamo navigando verso il porto, Simo continua a non sentirsi bene, una volta arrivati uno dei marinai le suggerisce di stare qualche minuto seduta vicino alla banchina e così facendo recupera anche lei le energie necessarie per tornare in albergo a fare colazione. A posteriori devo dire che nonostante le difficoltà rifarei questa esperienza perché l’emozione di vedere le balene così vicino non ha prezzo!! Arrivati in hotel mangiamo di tutto e di più e, dopo aver preparato le valige e averle caricate in macchina, partiamo alla volta di Cape Agulhas. Abbiamo circa due ore di strada; arriviamo al nostro hotel che sono circa le 13 e purtroppo diluvia!!! Decidiamo quindi di fare il check in e riposarci un po' in camera fino a quando non smetterà di piovere. Il nostro hotel, che in realtà è più un b&b, è davvero bellissimo e affaccia sul mare. I padroni di casa, oltre a spiegarci ogni angolo dei loro appartamenti, ci consigliano anche cosa vedere e soprattutto dove mangiare. Dopo un’oretta di riposo alle 14 approfittiamo della tregua meteorologica e decidiamo di andare a visitare il faro che è anche un museo e, nonostante sia molto piccolo, si rivela molto interessante (ci rimarranno impresse le cartoline degli altri fari nel mondo tra cui l’Italia). La salita al faro è, per chi soffre di vertigini, un pochino complicata perché ci sono delle scale a pioli davvero strette e ripide, ma il paesaggio che si vede in cima vale tutta la fatica . Peccato che ci sia un fortissimo vento quindi dopo poco siamo costretti a scendere. Una volta scesi raggiungiamo il percorso a piedi che conduce al Southern Tip of Africa, ossia il vero punto più a sud del Sudafrica, dove si incontrano i due oceani Atlantico e Indiano. Quando arriviamo al monumento ci mettiamo in fila per la classica foto di rito. Come da tradizione non può mancare il gruppone di italiani davanti a noi, quando è il loro turno iniziano a scattare tremila foto e prima i genitori, e poi i figli, e poi tutti gli adulti, e poi solo bambini a tal punto che uno dei loro figli girandosi versi di noi (e non sapendo che siamo italiani) ci dice “non arriverà mai il vostro turno!” Ovviamente facciamo capire che siamo italiani e, uno degli adulti saggiamente riporta tutti in riga e da lo stop alle foto, probabilmente preso anche dal senso di colpa ci chiede se vogliamo una foto tutti e quattro e noi accettiamo. Fatte le nostre tre foto ritorniamo al faro e con la macchina andiamo in paese dove ci fermiamo a fare merenda in un negozio che vende anche souvenir. Dopo lo shopping torniamo in hotel dove, dopo esserci riposati un po', ci prepariamo per andare a cena. Come da suggerimento del nostro host andiamo al Zuidste Kaap Restaurant e mentre stiamo per parcheggiare inizia a diluviare. La cena è molto buona e soprattutto ci mettono vicino al camino dove ci scaldiamo per bene. Finito di mangiare andiamo a vedere il faro illuminato che vediamo dalla macchina causa diluvio. Tornati in hotel ci salutiamo, domani mattina dobbiamo partire presto, ci aspetta il nostro ultimo giorno on the road . Continua... SPESE DEL GIORNO: biglietto salita al faro (4 persone) 132 Rand merenda 4 persone 153 Rand cena “Zuidste Kaap Restaurant” 4 persone 900 Rand hotel "Aghulas Oceas House" 1 notte (4 persone) 160 Euro Hermanus Whale Watchers (4 persone) 214,21 Euro
  7. Si infatti! ci sarei rimasta troppo male se non fossimo riusciti a vederle!
  8. Durante l'ultima parte del viaggio abbiamo visto dei bellissimi paesaggi peccato che la stagione non era quella giusta perchè in molti posti un bel bagnetto in mare l'avrei fatto volentieri!
  9. GG12 - 29/08 Franschhoek - Hermanus Il programma di oggi subirà molte modifiche nel corso della giornata stessa. Inizialmente avremmo dovuto partire presto da Franschhoek per arrivare alle 10.30 a Hermanus in quanto alle 11.00 partiva il nostro tour in barca per avvistare le balene. Purtroppo già ieri avevamo ricevuto notizia della riprogrammazione alle 14 causa brutto tempo . Decidiamo quindi di partire con più calma arrivando così ad Hermanus per ora di pranzo. Ovviamente lungo la strada approfittiamo di ogni punto panoramico per fare foto all’oceano. Ci mettiamo un bel 15 minuti a capire come entrare nel nostro hotel il The Whale Coast Hotel dove le stanze sono dei veri e propri appartamenti posti sopra un centro commerciale!!! (ho più o meno esaudito il mio sogno di dormire una notte in un centro commerciale ). Trovato l’ingresso e, soprattutto, trovata la reception ci destreggiamo nel labirintico hotel / centro commerciale per raggiungere il nostro appartamento che è davvero bellissimo. Visto che la fame si fa sentire lasciamo subito il nostro alloggio e ci dirigiamo a piedi verso il centro di Hermanus. Il tempo non è dei migliori il sole va e viene e fa freschino cerchiamo quindi un ristorantino al chiuso il “Cocos Island Grill” e ci sediamo per pranzare. Tra piatti di pesce e di carne stiamo allegramente mangiando quando una nuova e-mail, proveniente dalla compagnia dei tour delle balene, ci informa che causa previsioni meteorologiche il nostro tour e tutti quelli della giornata sono stati cancellati e il prossimo libero disponibile è il 3 settembre, peccato che noi, per quella data, saremo già a Milano! Siamo davvero tristi / arrabbiati di non poter fare questa esperienza però non perdiamo le speranze e decidiamo di tornare in hotel per chiedere alla reception se possono inserirci in qualche tour di domani. Il ragazzo molto gentile ci dice che verificherà e che qualcosa, almeno sul presto, dovrebbe partire. Nel frattempo torniamo un attimo in camera per recuperare zaini e macchine fotografiche in quanto nel pomeriggio vogliamo andare a vedere la Walker Bay Nature Reserve: una spiaggia bianca di circa 14 km posta all’interno di una riserva naturale. Mentre stiamo per uscire Luca trova sul cellulare una chiamata persa da parte di un numero sudafricano, sperando che ci siano novità riguardo al nostro tour, proviamo a richiamare e in effetti, salvo imprevisti, domani, alle 7 del mattino, dovrebbe partire l’ultimo giro prima della chiusura per maltempo, ovviamente accettiamo subito e ringraziamo sperando di non doverli più sentire Uscendo, quindi, ringraziamo e avvisiamo a reception che siamo riusciti a sistemare le cose e non abbiamo più bisogno di un'altra prenotazione. Saliti in macchina, tutti molto più felici, raggiungiamo Walker Bay Nature Reserve. E nel frattempo per strada scattiamo altre foto al paesaggio che ci troviamo di fronte. L’ingresso non è molto chiaro ma grazie a maps individuiamo un bar “Grotto beach” da cui sembra sia possibile accedere alla spiaggia e infatti così è. Chiaramente siamo non fuori stagione, di più quindi il baretto è chiuso e non c’è in giro nessuno a parte noi quattro. Il tempo sembra graziarci, riusciremo a percorrere quasi tutta la spiaggia giocando con la sabbia e facendo i cretini tra di noi. Dopo qualche ora ritorniamo in hotel e approfittiamo del supermercato letteralmente “sotto casa” per fare qualche rifornimento di acqua e viveri per i prossimi giorni. Dopo esserci docciati e imbacuccati per bene, stasera fa davvero un gran freddo, torniamo in centro; vorremmo mangiare al “Fishermans Cottage” che ci ha suggerito Matteo (il nostro amico che abita in Sudafrica) in quanto cucina dell’ottimo pesce fresco. Arriviamo all’ingresso e ci dicono che purtroppo hanno più posto . Gio però non si arrende, tira fuori la sua miglior faccia convincitene e gli racconta che siamo italiani, che è la nostra ultima sera ad Hermanus e non possiamo andare via senza aver assaggiato il suo pesce; il proprietario intenerito ci fa accomodare provvisoriamente ai tavoli vicini al bancone ma dopo le ordinazioni un tavolo si libera e ci fa sedere vicino al camino! Il pesce è davvero molto buono a detta degli altri (io non mangio pesce e prendo della carne). Finito di cenare facciamo una passeggiata sul lungomare o meglio lungo-oceano (ci siamo solo noi) e torniamo in hotel per la classica partita a carte. Dopo qualche manche ci salutiamo per andare a dormire; domani mattina la sveglia sarà alle 6! Forse riusciamo per davvero a vedere le balene!!! Continua... SPESE DEL GIORNO: benzina 669 Rand pranzo "Cocos Island Grill" 4 persone 900 Rand spesa 141,98 Rand cena “Fishermans Cottage” 4 persone 1060 Rand hotel "The Whale Coast Hotel" 1 notti (4 persone) 130 Euro
  10. Luca ha aggiunto anche questa alla serie dei miei strafalcioni con cui prendermi un pò per il c..o Si è dimostrato anche coccoloso alla fine, un micetto!!!
  11. GG11 - 28/08 Franschhoek Stamattina sveglia molto blanda, oggi non abbiamo programmi serrati, per cui, dopo una bella colazione preparata sul momento in hotel, decidiamo di goderci un po' di sole per le vie di Franschhoek. Ci fermiamo a vedere cosa prevede il tour dei vini in treno che parte dal paese e attraversa la valle fermandosi in diverse cantine. Da casa avevamo letto qualche informazione dal sito ma non eravamo molto convinti e dopo aver visto il programma desistiamo, preferiamo andare in un'unica cantina e, come ieri, visitarla bene e non di fretta. Guardiamo quindi l’elenco di cantine che ci era stato consigliato al Kruger e scegliamo “Tokara” (che si trova a Stellenbosch). Prima di partire però, facciamo un giro approfondito per le gallerie d’arte presenti nella via principale in quanto Giovanni e Simona vorrebbero comprare una tela ricordo da portare a casa. Vediamo dei quadri davvero bellissimi ma oltre ad essere molto costosi sono tutti molto grandi e anche quelli leggermente più piccoli rischiano di rovinarsi nelle valige durante il viaggio di ritorno. La missione quindi non va a buon fine e ci accontenteremo dei classici souvenir. Finito lo shopping partiamo in direzione Tokara che si rivela anch’essa un'altra lussuosissima cantina e, procediamo nell’ordine a visitare la cantina, fare la degustazione e pranzare nel ristorante al suo interno dove ci servono del cibo davvero buonissimo 😋. Oggi per fortuna c’è il sole quindi dopo pranzo decidiamo di fare una passeggiata per le vigne e ammirare il bellissimo panorama . A metà pomeriggio Luca propone di andare a incontrare i Cheetah e io rispondo entusiasta siiii mentre Giovanni e Simona rispondono che ci accompagneranno ma non vogliono accarezzarli, la conversazione procede nel seguente modo: Melissa: “ma perché non volete incontrare le scimmie?!?” Luca: “stai scherzando vero?” Melissa: “perché?” Luca: “Cheetah sono ghepardi mica scimmie” bo io avevo fatto l’associazione a chita di tarzan Ormai ho detto di sì quindi puntiamo al “Cheetah Outreach” una riserva per la protezione dei ghepardi dove ce ne sono alcuni in cattività che, per diverse ragioni, non possono più vivere liberi e quindi sono custoditi e curati dai volontari del centro. Con il pagamento di un’offerta è possibile entrare con uno dei ragazzi nelle gabbie e accarezzarli (si lo so roba da turisti ma quando ci ricapita). È incredibile vedere come i volontari stanno tranquillamente seduti all’interno delle gabbie insieme a questi stupendi felini. Dopo essersi accertati che gli animali fossero tranquilli ci confermano che è possibile entrare nella gabbia, non prima di prendere parte a una piccola lezione su come comportarsi vicino all’animale e di aver effettuato un lavaggio di mani e piedi per non portare con sé odori ostili. Eseguito l’iter ci accompagnano nella gabbia insieme a due volontari che ci indicano come muoverci e come accarezzare il ghepardo. Io sono super nervosa siamo davvero vicinissimi a questo animale bellissimo ma altrettanto pericoloso che in due secondi può papparsi tutti noi in un sol boccone. Luca è molto più sereno o almeno così appare anche dalle foto . Tutto il nervosismo viene sciolto dalle fusa del gattone. Si faceva la fusa!!!!!!!!!!!! Dopo circa 10 minuti ci spiegano come uscire e torniamo nell’area sicura e il mio cuore inizia a ribattere ad un ritmo normale . Decidiamo di tornare in hotel per riposarci un po’ per poi uscire per cena dove scegliamo di tornare da “Allòra”. Mentre siamo a tavola riceviamo una mail dalla compagnia con la quale dovevamo fare, il giorno successivo, il giro in barca per avvistare le balene. Ci avvisano che il nostro tour delle 11 è stato annullato ma ci sono ancora posti per quello delle 14 quindi accettiamo il cambio certi di aver risolto facilmente la magagna (in realtà sarà solo l’inizio). Dopo cena torniamo in albergo e ci addormentiamo gasati all’idea di incontrare le balene il giorno successivo…………..forse………….. Continua... SPESE DEL GIORNO: pranzo "Tokara" 4 persone 1700 Rand cena “Allòra” 4 persone 450 Rand hotel "Le petit Paris 2 notti (4 persone) 350 Euro
  12. riporto i consigli dati dal proprietario della nostra guest house: non fermarsi per dar retta a persone che vi buttano li delle frasi con il solo pretesto di avvicinarvi per borseggiarvi andare sempre in giro in macchina quando fa buio, noi abbiamo girato sempre in macchina anche di giorno a parte un pomeriggio nella zona di greenmarket square piuttosto che muoversi a piedi chiamare un Uber ma prestare attenzione alla presenza del tassametro perchè potrebbe esserci qualcuno nei paraggi che simuli di essere il vostro Uber e anche qui avere spiacevoli sorprese la zone della Table Mountain, almeno di giorno, è piena di turisti non abbiamo visto niente di preoccupante per il resto sicuramente bisogna alzare un pò di più il livello di attenzione ma è un posto che, a mio parere, merita di essere visitato.
  13. GG10 - 27/08 Cape Town – Stellenbosch – Franschhoek Oggi salutiamo Cape Town per proseguire con il nostro on the road verso la “valle dei vini”. Prima di lasciare Cape Town abbiamo ancora da visitare il Bo-Kaap: il quartiere malese noto per i suoi edifici con le facciate tutte colorate! Riconsegniamo le chiavi del nostro appartamento e ci dirigiamo verso il quartiere colorato, purtroppo la zona si rivela abbastanza trafficata e, non trovando parcheggio, siamo costretti ad alternarci in macchina per scendere e scattare qualche foto al volo. In men che non si dica siamo già per strada in direzione Stellenbosch. Giovanni è un appassionato di vini, perciò abbiamo demandato a lui la scelta delle cantine da visitare anche perché io non bevo vino e Luca, solo raramente, quindi siamo la compagnia perfetta per questi tour alcolici . Dopo meno di un’oretta di macchina arriviamo a Stellenbosch una cittadina molto caratteristica che, con le sue piccole casette, ricorda molto lo stile olandese. Parcheggiamo e decidiamo di fare un giretto a piedi: ancora una volta l’Africa cambia volto e sembra di rivivere l’atmosfera dell’Africa coloniale. Per contro non ci sono molti punti attrattivi, così facciamo una visita veloce al giardino botanico dell’università dove sono presenti tantissimi bonsai e risaliamo in macchina per visitare la prima cantina di questo tour: il “Delaire Graff”. Abbiamo prenotato, su consiglio della nostra host del Kruger, la degustazione con annessa visita guidata della cantina e il pranzo. Appena superato il cancello di ingresso capiamo di essere in un posto veramente super elegante e noi, grazie anche al diluvio durato giusto il tempo di lavarci per fare 100 metri a piedi, sembriamo quattro scappati di casa. Veniamo accompagnati al nostro tavolo dalle ragazze della reception dove, dopo pochi minuti, ci raggiunge la nostra guida che ci porterà a vedere le cantine. La visita è davvero molto interessante e nonostante non sia molto esperta dell’argomento capisco qualcosa su botti, imbottigliamento, uva etc. diciamo che si capivano al 100% solo la guida e Giovanni Finita la visita torniamo al tavolo per iniziare la degustazione di 6 vini (3 bianchi e 3 rossi), o meglio Simona e Gio iniziano, noi beviamo acqua. Alla fine della degustazione ci viene consegnata una lista per, eventualmente, ordinare qualche cassa di vino che loro consegneranno direttamente in Italia. Sfogliamo il catalogo e decidiamo di ordinare qualche bottiglia di rosé e di rosso. Rimaniamo sorpresi dal fatto che non richiedono nessuna caparra e il pagamento avverrà solo alla consegna delle bottiglie in Italia (sono arrivate tutte sane e salve– super efficienti). Consegnato l’ordine, ci dirigiamo nella sala da pranzo e mangiamo uno dei pasti migliori del viaggio con il cameriere che ci controlla a vista ed è a nostra completa disposizione. Io e Luca mangiamo un secondo di carne, Simona del riso e Gio un piatto di verdure. Finito il pranzo gironzoliamo per la cantina e finalmente, visto che ha smesso di piovere ed è uscito il sole, facciamo un giretto per le vigne. Il paesaggio è davvero stupendo e ricorda molto le nostre colline Toscane. Tra una cosa e l’altra si sono fatte le 15, decidiamo di risalire in macchina alla volta di Franschhoek dove alloggeremo per due notti. Il nostro hotel “Le Petit Paris” è davvero carinissimo e super decorato. Gio e Simo riposano un po’ mentre io e Luca esploriamo Franschhoek. Quest’ultimo come Stellenbosch non ha molti luoghi di interesse ma ci sono tanti piccoli negozietti di arte e oggettistica fai da te. Passeggiando ci troviamo anche di fronte al monumento “memoriale degli ugonotti” che è davvero scenografico e con la luce del sole molto fotogenico Dopo qualche ora, torniamo in hotel, ci laviamo e alle 19 ci ritroviamo per la cena che sarà consumata da “Allòra” dove troviamo una buona pizza a tal punto da tornarci la sera seguente. Rientrati in camera ci chiudiamo al caldo per una partita a carte, la temperatura esterna è davvero bassa, oltre al riscaldamento abbiamo accesso lo scaldaletto. Dopo aver preso, noi ragazze, una sonora batosta, ci salutiamo e ognuno torna nelle sue stanze; domani mattina abbiamo un'altra cantina da visitare e incontreremo da molto vicino alcuni felini!!!! Continua... SPESE DEL GIORNO: ingresso giardini botanici 60 Rand pranzo "Delaire Graff" 4 persone 3000 Rand cena “Allòra” 4 persone 460 Rand
  14. Effettivamente qualche odorino puzzolente lo emanavano 😅 ma principalmente nelle zone interne dove covavano le uova A giugno andiamo a NY e avevo già messo in programma di andare a Coney Island giusto per non perdere le buone abitudini
  15. GG9 - 26/08 Cape Town – Boulders Beach Penguin Colony – Cape point - Capo di buona speranza – Cape Town Stamattina la sveglia suona presto, il programma di oggi è serratissimo, prevede la visita a due delle zone del Sudafrica che ci rimarranno più impresse: la colonia di pinguini e Cape point. Studiando il percorso da casa avevamo individuato alcune spiagge da vedere lungo la strada e alcune strade panoramiche da percorrere (purtroppo la giornata di oggi sarà nuvolosa e il sole si vedrà solo a sprazzi ). Il nostro primo obiettivo è Hout Bay, un paese che affaccia su una bellissima laguna con un’altrettanto affascinante spiaggia. Parcheggiamo e ci dirigiamo verso il mare a caccia di leoni marini. Avevamo letto che nella zona era facile vederli ma purtroppo non siamo fortunati e ne vediamo uno in lontananza mentre nuota in acqua e uno spiaggiato nella zona del porto che però capiamo essere sfruttato come attrazione con relativo personaggio che chiede soldi per fotografarlo. Fatto un giro per il porto e una passeggiata sulla spiaggia, sicuramente più bella con un tempo più soleggiato, decidiamo di ripartire in direzione Noordhoek beach percorrendo la scenografica Chapman's Peak Drive, una scenica strada panoramica che costeggia l’oceano. Paghiamo il pedaggio e iniziamo il nostro percorso fermandoci ogni tre per due per scattare foto al paesaggio. Hout Bay dall'alto Chapman's Peak Drive Dopo una mezz’oretta arriviamo a Noordhoek beach, avevamo segnato questa spiaggia come degna di nota per la sua lunghezza e per la bellissima sabbia bianca. Anche in questo caso il tempo non è nostro amico e, dopo aver camminato qualche metro, decidiamo di tornare alla macchina a causa del forte vento. Percorrendola, anche se per poco, si nota ancora una volta come cambia il paesaggio in Sudafrica, sembra di essere da tutt’altra parte con queste case che sbucano direttamente sul mare. Incontriamo qualche residente che porta a spasso il cane e ci chiediamo come dev’essere bello e affollato questo posto durante la loro estate (sia mai che prima o poi torneremo!). Ripresa la macchina iniziamo ad essere sempre più impazienti di arrivare a Boulders Beach, un’area nei pressi di Simon’s Town dove risiede una delle più grandi colonie di pinguini sudafricani . La zona è un habitat protetto accessibile pagando un biglietto d’ingresso. Il percorso avviene tramite una serie di passerelle sopraelevate che portano il visitatore a pochi metri da questi splendidi animali. Il primo pezzo del percorso attraversa le aree più verdi dove i pinguini covano le uova mentre le ultime due parti della passerella sono delle vere e proprie terrazze che affacciano sulla spiaggia dove i pinguini sgambettano sulla sabbia e si tuffano nel mare per poi tornare sulla terra ferma. Io sono davvero entusiasta sembro una bambina al luna park non so più dove guardare e ovviamente il quantitativo di foto che scatto è indicibile (anche nello stampare le foto del viaggio mi sono fatta prendere la mano e ne ho stampate almeno 30 dei pinguini, alcune praticamente uguali – ovviamente Luca mi ha chiesto che problemi avessi! ). Dopo esserci trattenuti circa un’oretta con gli amici pennuti cerchiamo un posto dove pranzare a Simon’s Town. Giriamo per la via principale del paesino ed entriamo al “The Lighthouse Cafe” un ristorantino molto carino e super decorato dove i miei compagni di viaggio si concedono dei bei piatti di pesce mentre io mangio una pizza che onestamente devo dire non male. Finita la pausa ristoro, dopo aver girovagato per qualche negozio di souvenir per la classica calamita, ripartiamo alla volta di Cape point. Arrivati all’ingresso di Cape point a me e a Luca sembra di essere tornati negli States; l’entrata all’area avviene tramite dei “caselli” che ricordano un sacco quelli dei ranger americani all’ingresso dei parchi nazionali. Anche qui, dopo aver pagato, ci consegnano la mappa della zona. Come prima cosa decidiamo di visitare il faro di cape point. Per raggiungerlo ci sono due possibilità: un percorso a piedi in salita di circa 20 minuti oppure è possibile prendere la funicolare che, ovviamente, oggi è chiusa per manutenzione. Iniziamo il nostro percorso guardandoci in giro alla ricerca delle scimmie segnalate in tutte le guide e nei diari che abbiamo letto nonché sulla brochure consegnataci all’ingresso. Non ne incontreremo neanche mezza. Arrivati in cima il paesaggio che si apre è stupendo e nonostante il forte vento riusciamo a scattare un sacco di foto. Terminata la contemplazione scendiamo verso il capo di buona speranza non prima di fare una tappa allo shop dove compriamo qualche altro souvenir. Giunti al parcheggio troviamo un sacco di gente in coda in attesa di scattare la classica foto ricordo al cartello “cape of good hope”; ci mettiamo in fila anche noi quando, il solito gruppo di giapponesi corre dietro alla scritta anche se non era il loro turno. Parte qualche imprecazione in italiano fino a quando uno dei turisti giapponesi si scusa nella nostra lingua. Ci racconta di aver vissuto per un po' a Milano quindi, visto che le parolacce sono le prime parole che si imparano di una lingua straniera, avrà capito benissimo il nostro disappunto. Scattata la foto gironzoliamo un po' per la zona e poco dopo risaliamo in macchina in direzione Cape Town. Arrivati al nostro alloggio andiamo a fare una piccola spesa alla vicinissima despar e, una volta comprato il necessario, ci prepariamo per l’ultima sera a Cape Town. Scegliamo di andare al waterfront e dopo aver ricenato al “Den Anker” convinco il gruppone a salire sulla ruota panoramica!!! Io sono una super fan delle ruote panoramiche e voglio salire su tutte quelle che trovo durante i viaggi mentre Luca le odia e infatti trascorrerà i ben otto giri di ruota lamentandosi insieme a Giovanni (anche lui non propriamente fan) della mia grandissima idea . Dopo l’”adrenalinico” giro in ruota torniamo in hotel, domani si parte in direzione Franschhoek. Continua... SPESE DEL GIORNO: pedaggio strada panoramica "Chapman's Peak Drive" 50 Rand accesso "Boulders Beach" 4 persone 36,10 Euro pranzo “The Lighthouse Cafe” 4 persone 770 Rand accesso a Capo di Buona Speranza 4 persone 1.212 Rand spesa 212,48 Rand cena “Den Anker” 4 persone 1.300 Rand ruota panoramica 4 persone 35,62 Euro parcheggio 10 Rand
  16. Abbiamo letto un pò di diari su internet e qualche guida ma in realtà le informazioni maggiori ce le hanno date una coppia di amici che era già stata due anni prima e il proprietario del nostro alloggio a Cape Town che con una mappa ci ha scritto dove girare tranquilli e dove con un occhio in più di riguardo. A posteriori posso dirti che soprattutto nelle zone turistiche non ci siamo mai sentiti in pericolo, nemmeno nei lunghi tratti che abbiamo fatto da soli in macchina. Comunque diciamo che è solo Cape Town la città visitata in questa vacanza dove abbiamo percepito una situazione più critica nel resto dei posti eravamo serenissimi. Dalla mia esperienza posso solo che consigliare questo viaggio 😊
  17. GG8 - 25/08 Cape Town Stamattina dopo la classica colazione a suon di pane e nutella partiamo con l’idea di visitare il Castello di Buona Speranza per poi raggiungere alle 10.30 il Waterfont dove alle 11.00 parte il nostro tour per Robben Island. Nonostante le buone intenzioni non riusciamo a capire dove si entra al castello, nemmeno con tre navigatori. Tutt’intorno c’è infatti un crocevia di strade che ci portano a sbagliare percorso in continuazione fino a quando imbuchiamo, erroneamente, la corsia che porta alla stazione degli autobus. Capiamo subito di essere finiti in una brutta zona vista la massiccia presenza di homeless che iniziano a correrci dietro, così, cercando di non stirare nessuno con la macchina, cerchiamo di trovare l’uscita che dopo qualche tentativo fortunatamente troviamo. Abbandonata l’idea del castello, anche perché onestamente visto da fuori non sembra nulla di che, ci dirigiamo al Waterfront. Visto il tempo un po’ nuvoloso, ci accertiamo che i traghetti per Robben Island partano e, dopo aver ricevuto rassicurazione che il tour non verrà cancellato, con tranquillità gironzoliamo tra i negozi, tra cui un particolare negozio che vende pietre di tutte le forme e colori (Scratch Patch)! Alle 10.30 puntuali ci presentiamo al ritrovo per la partenza del tour e, dopo un rigido controllo di zaini e borse, ci imbarcano sul traghetto; purtroppo non siamo i primi in coda e quindi non riusciamo a sederci né all’aperto né vicino ai finestrini ma dopo la partenza sarà possibile uscire sul ponte per fare foto. Il viaggio per l’isola dura circa 40 minuti e riusciamo a passare gli ultimi venti minuti all’aperto anche se fa veramente freddo! Insieme a noi sul ponte c’è una coppia di ragazzi italiani in luna di miele che non sta vivendo dei bei momenti; lei soffre tantissimo il mal di mare e sta maledicendo il neo-marito, velista, per averla portata in barca! (tra qualche giorno noi saremo messi peggio!). Arrivati sull’isola ci accoglie la nostra guida che ci invita a salire su un pullman con il quale ci sposteremo sull’isola. La prima tappa sono gli edifici utilizzati come prigioni, scendiamo e iniziamo la visita a piedi. Il nostro cicerone è un ex carcerato, detenuto per motivi politici ed è molto toccante sentire la descrizione dei posti e delle giornate trascorse in prigione. Le celle sono semplici, molte contengono ancora dei ricordi di chi le “abitava” e sui muri sono state appese delle foto degli ex inquilini con delle brevi descrizioni. La visita prosegue per lo spazio comune dove ci sono molte raffigurazioni che ritraggono Nelson Mandela fino ad arrivare alla cella in cui era detenuto. Concluso il giro all’interno della prigione risaliamo sul pullman e visitiamo velocemente le altre zone dell’isola: la chiesa, il cimitero, etc. Prima di ritornare al traghetto ci fermiamo per una breve sosta in un bar dove approfittiamo per scattare bellissime foto al mare illuminato dal sole appena spuntato! Dopo la pausa tecnica è ora di imbarcarci per tornare a Cape Town dove, purtroppo, ci aspettano dei bei nuvoloni. Non a caso, poco dopo che arriviamo sulla terra ferma, inizia a piovere e, visto che non abbiamo mangiato, decidiamo di infilarci al “food market” una sorta di corte del cibo dove c’è l’imbarazzo della scelta. Io, Luca e Simo puntiamo ad una pizza davvero buona mentre Gio si dà alla cucina orientale! Concludiamo il pranzo mangiando anche un buonissimo waffle alla nutella! Visto che il tempo anziché migliorare peggiora, decidiamo di tornare in hotel e riposarci qualche ora per poi uscire alle 19 per andare a cena con Matteo l’amico di Luca. Il ristorante scelto per la cena "Lily's restaurant" si trova un po' fuori dal centro ma in una bella zona che si affaccia direttamente sul mare. Matteo nel corso della cena ci racconta un po’ del suo lavoro e della vita in Sud Africa. Ha scelto di fare parte della sua specializzazione in chirurgia in Sud Africa perché qui gli permettono di essere operativo sul campo e quindi di operare e fare esperienza reale in pronto soccorso. Lavora nella sanità pubblica e quindi nella maggior parte dei casi si trova di fronte a ferite da armi da fuoco causati da scontri tra gang rivali provenienti dalle baraccopoli. Apparentemente per noi europei la vita in Sudafrica costa poco, visto anche il cambio favorevole della moneta, ma lui ci spiega che non è così: vivere lì significa doversi pagare la sicurezza e una salata assicurazione sanitaria privata. Passiamo insieme una bella serata ed è molto interessante scoprire come si vive in un luogo al di là dell’idea che uno si può fare nei pochi giorni di vacanza. Con la promessa di organizzare un’uscita quando tornerà in Italia (magari per le vacanze visto che non ha intenzione di rimanere in Italia nei prossimi anni) ci salutiamo e tornati alla guest house dopo un’ultima partita a scala 40 andiamo a letto soddisfatti della giornata appena trascorsa. Continua... SPESE DEL GIORNO: visita "Robben Island" (prenotata in anticipo 10 giorni prima di partire) 130,91 Euro pranzo "V&A Food Market" 3 persone 155 Rand cena “Lily's restaurant” 6 persone 2.000 Rand
  18. GG7 - 24/08 Cape Town Primo giorno di risveglio a Cape Town e c’è un bellissimo sole! Perfetto visto che la prima visita della giornata prevede la salita alla Table Mountain. Facciamo la nostra prima colazione “home made” a base di nutella, pan carrè caldo e succo, e alle 8.30 partiamo alla volta della Table Mountain. Arrivati nei pressi della funivia, che porta in cima alla montagna, capiamo subito che di gente ce n’è molta e, una volta parcheggiata la macchina abbastanza lontano dall’ingresso, percorriamo un bel tratto a piedi a bordo strada. Raggiunta la biglietteria cerchiamo di capire qual è la coda per chi, come noi ha già il biglietto comprato sul sito internet. Ad una prima occhiata la fila sembra molto lunga e, onestamente, pensavamo di fare meno coda visto il previo acquisto. Ci mettiamo quindi pazientemente in attesa e nel frattempo ammiriamo il paesaggio visto che siamo già saliti di quota rispetto al centro di Cape Town. Dopo una bella oretta d’attesa alle 10 (tutto sommato alla fine è accettabile visto lo spettacolo che ci attende) arriva il nostro turno e finalmente saliamo a bordo di questa funivia panoramica che, girando a 360 gradi, permette a tutti di godersi la vista in ogni direzione, inutile dire che ci perdiamo in milioni di foto. Il viaggio è molto breve, due - tre minuti, in un batti baleno ci troviamo sopra la mitica Table Mountain. Iniziamo a gironzolare; sono presenti diversi percorsi a piedi che permettono di affacciarsi su diversi lati della città. Passeggiamo e scattiamo foto ad ogni angolo, questa visita sarà una di quelle che mi rimarranno più nel cuore di questa vacanza (siamo stati anche fortunati con il tempo). È molto bello stare quassù, il terreno calpestabile è talmente ampio che si passa dal marasma dei turisti al ritrovarsi da soli seduti su una roccia a strapiombo con il solo rumore del vento. È proprio un posto piacevole, starei qui a passeggiare tutto il giorno. Dopo una tappa al visitor center, allo shop e al bagno arriva però l’ora di ritornare alla base. Si è fatta ora di pranzo, decidiamo quindi di dirigerci verso Company’s Graden: dei giardini inglesi dove oltre a tanti bellissimi scoiattoli c’è un ristorante in mezzo al parco nonché dei topi che scorrazzano in cerca di cibo. Ci accomodiamo e letteralmente immersi nella natura mangiamo dei toast giganti. Dal parco ci spostiamo a piedi, in quanto ci troviamo in zona sicura, verso il centro storico di Cape Town. Arrivati alla piazza principale “Green Market Square” facciamo un giro tra le bancarelle che vendono tipici prodotti africani e rimaniamo incantati a guardare gli artisti di strada tra i quali un gruppo di bambine che ballano a ritmo di tamburi. La zona, almeno di giorno, è sorvegliata dai vigilantes che si trovano ad ogni angolo della piazza. Cercando di stare in zone limitrofe, raggiungiamo il mercato dei fiori che però si rivela unna delusione. Visitiamo come ultima cosa la chiesa e ritorniamo alla macchina passando da Company’s Graden, al cui ingresso incontriamo un coro gospel di ragazzi e ci fermiamo ad ascoltarli per un po’. Approfittando della bellissima giornata di sole decidiamo di prendere la macchina e puntare la spiaggia in direzione Camps Bay per passare un pomeriggio di relax. Camps Bay dista pochi minuti di auto dal centro di Cape Town, qui le ville e le macchine di lusso si sprecano e appare sin da subito come un mondo a parte. Parcheggiamo e ci lanciamo in spiaggia! Passiamo il pomeriggio a leggere, giocare a carte e pucciamo anche i piedi nell’oceano! L’acqua è abbastanza fredda e la temperatura non è altissima ma tanti bambini e adulti stanno facendo il bagno. Seduti sulla sabbia cerchiamo anche di organizzare un incontro per cena con un amico di Luca che da ormai più di un anno vive a Cape Town dove fa il medico chirurgo e decidiamo di vederci per le 19 al Waterfront e mangiare insieme a lui e alla sua ragazza. Verso le 18 il sole e la temperatura inizia a scendere e comincia ad alzarsi la nebbia, quindi raccogliamo le nostre cose e lasciamo la spiaggia per dirigerci direttamente al Waterfront. Siamo appena arrivati quando il cellulare squilla, è l’amico di Luca (Matteo) che ci comunica di aver avuto un’emergenza quindi stanno passando a salutaci ma non possono fermarsi a cena che viene quindi posticipata a domani. Matteo e la sua ragazza (di origine indiana ma nata e cresciuta a Durban il cui nome onestamente non l’ha compreso nessuno di noi quattro) dopo le presentazioni ci indirizzano a mangiare al “Den Anker” che infatti si rivelerà un ottimo ristorante. Finita la cena approfittiamo dei negozi ancora aperti per comprare qualche souvenir e alle 22 torniamo alla guest house; domani visiteremo Robben Island e siamo davvero curiosi di scoprire un altro posto storico del Sudafrica. Continua... SPESE DEL GIORNO: parcheggi vari in città 118 Rand pranzo "The Company's Garden Restaurant" 4 persone 499 Rand spesa Cape Town 331,47 Rand cena “Den Anker” 4 persone 1.327 Rand salita Table Mountain 4 persone 78,54 Euro
  19. In realtà devo dire che nella maggior parte dei posti alla fine non ci siamo mai sentiti in pericolo, però sicuramente Cape Town rispetto alle altre città che abbiamo visitato in questa vacanza è quella in cui si percepiva di più la necessità di stare attenti. Però è sicuramente una città molto bella con tanto da offrire che consiglio di visitare 😊 Si si! infatti non volevamo più andare via era bello vederli anche così da lontano! 😊 Concordo! Diciamo che impressiona appena arrivi tutta la sicurezza che c'è ma poi ti ci abitui e non ci fai più troppo caso. Noi abbiamo un amico che vive li (che abbiamo incontrato nei giorni successivi) e anche lui diceva che dipende molto dalle zone che si frequentano come in tutte le città.
  20. GG6 - 23/08 Graskop – Cape Town Ci svegliamo presto, anche oggi, per visitare un’altra cascata suggerita dalla proprietaria della guest house, per poi avviarci verso l’aeroporto di Johannesburg dove abbiamo il volo alle 14.00 direzione Cape Town. A salutarci prima della nostra partenza c’è il marito della proprietaria, il quale ci fa qualche domanda: da dove arriviamo, cosa abbiamo visto, etc. Raccontiamo di aver già visitato il Kruger e lui ci chiede quali animali siamo riusciti a vedere. Rispondiamo quasi tutti i big 5 fatta eccezione per il rinoceronte, in quanto non ci siamo spinti a sud del parco; a questo punto suggerisce di fermarsi in un autogrill sulla strada per Johannesburg che affaccia su una riserva privata dove possiamo vedere dei rinoceronti. Prendiamo appunti, ringraziamo nuovamente per i suggerimenti e partiamo alla volta del primo obiettivo di giornata: le Lone Creek Falls. In mezzoretta, dopo aver percorso una strada non ben chiara e un po' dissestata, arriviamo al parcheggio, percorriamo un breve percorso a piedi tra dei bellissimi archi di rami e arriviamo alla base della cascata. Onestamente non è nulla di che quindi, dopo aver scattato qualche foto, ritorniamo alla macchina e ripartiamo in direzione aeroporto. Dopo 2 orette di macchina iniziamo a intravedere i cartelli con le indicazioni dell’autogrill suggeritoci e alle 9.30 arriviamo al Alzu Petroport sulla N4. All’autogrill ci sono diverse caffetterie, ristoranti, uno shop e soprattutto una terrazza panoramica che affaccia sull’area circostante dove, belli pacifici, stanno passeggiando struzzi, un gruppo di gnu e in fondo in fondo (vuoi mica che siano vicini al nostro lato) tre rinoceronti . Monto il super obiettivo ma purtroppo sono comunque troppo lontani, ci dobbiamo accontentare di foto poco soddisfacenti. 0 Dopo la pausa toilette e una colazione al bar ripartiamo. Dopo altre 2 ore di viaggio, che passano tranquille nel nulla a parte i soliti caselli dove accettano solo contanti (ma stavolta siamo forniti ), alle 11 passate arriviamo in aeroporto e, nella foga di individuare il punto in cui consegnare la macchina, ci dimentichiamo di fare il pieno . Ci verrà poi addebitato il costo della benzina, fortunatamente non esagerato, sulla carta di credito. Lasciata la macchina ci avviamo alla zona check-in e, mentre attendiamo l’apertura, finiamo gli avanzi di questi giorni. Alle 13.30 ci imbarchiamo sul volo British; io, Simona e Gio siamo vicini mentre Luca è seduto dietro di noi. Non facciamo neanche in tempo a decollare che io sto già dormendo e mi risveglio all’atterraggio . Mi racconteranno poi che British ha servito il pranzo e che il panino non era male. All’aeroporto di Cape Town, arrivando da un volo interno, non dobbiamo fare ulteriori controlli e ci dirigiamo direttamente alla Hertz. Uscendo all’esterno rimaniamo stupiti della temperatura che si aggira intorno ai 24 gradi e ci illudiamo che possa essere così anche per i giorni successivi (verremo chiaramente smentiti e saremo sempre in giro con il giubbotto). In questo caso le pratiche burocratiche per il noleggio durano molto meno rispetto a Johannesburg e in 20 minuti siamo a bordo nella nostra ormai fedelissima Toyota Rav 4 . Ci immettiamo nelle strade di Cape Town per raggiungere la nostra sistemazione per i prossimi 4 giorni: “Purple House” una Guest house situata in una zona limitrofa al Waterfront. Man mano che ci avviciniamo al centro della città cerchiamo di alzare il livello di attenzione in quanto, dalle informazioni reperite prima di partire, tutti consigliavano di essere prudenti (vi risparmio le ansie di mia mamma). Effettivamente la città è molto confusionaria, c’è gente ovunque e, soprattutto in zona stazione ferroviaria, il caos regna sovrano con personaggi eccentrici che si susseguono sul marciapiede. A meno di 5 minuti dalla nostra meta, iniziamo a percepire che sta succedendo qualcosa; tutti guardano verso l’alto e noi, nonostante il semaforo verde, siamo fermi, bloccati nel traffico. Sopra di noi vediamo un ragazzo che, arrampicato su un pilone del ponte che si trova al di sopra delle nostre teste, si vuole lanciare. Alcuni passanti cercano di convincerlo a non commettere il gesto, altri si “godono” la scena come se fosse routine, ci colpirà particolarmente una signora che, in piedi sul marciapiedi di fianco alla nostra macchina, sorseggia un beverone mentre filma la scena con il cellulare. Il tutto ci lascia un po’ in sconvolti e in ansia, quindi percorriamo gli ultimi km in assoluto silenzio. Una volta arrivati alla nostra Guest house notiamo che il quartiere è completamente diverso, molto tranquillo. Individuiamo subito la nostra abitazione di colore viola e, dopo aver parcheggiato proprio davanti all’entrata, ci dirigiamo verso la casa affianco dove risiede uno dei due proprietari. Cominciamo a chiacchierare mentre ci fa accomodare e ci spiega in che zona siamo, dove possiamo muoverci a piedi (anche se ci consiglia di spostarci comunque sempre in macchina), cosa fare o cosa non fare se qualcuno si avvicina. La casa è davvero un gioiellino ha un bellissimo soggiorno e un’ampia cucina. Scegliamo le camere e, dopo aver salutato il proprietario di casa, andiamo a fare la spesa al supermercato lì vicino. A pochi metri c’è un piccolo centro commerciale con una spar, compriamo i viveri per le colazioni dei prossimi giorni e torniamo a casa. La nostra casetta La bellissima cucina Il soggiorno Una delle camere Dopo una doccia rigenerante decidiamo di andare a mangiare al Waterfront uno dei posti più turistici della città con tantissimi ristoranti, diversi servizi, (la ruota panoramica) e un immenso centro commerciale. Il percorso in auto verso il Waterfront prosegue tranquillo e parcheggiamo nel parcheggio interrato a pagamento. Dopo giorni di carne tentiamo la sorte e ordiniamo delle pizze da “Meloncino” che si riveleranno superiori alle aspettative. Finito di cenare facciamo un giro tra i vari negozietti di souvenir e iniziamo ad acquistare qualche regalino. Tra una cosa e l’altra si sono fatte le 22 passate quindi decidiamo di tornare in hotel. Non trovando più il posto lasciato precedentemente ci spostiamo in un parcheggio posto poco prima, qui ci si avvicina un tipo che chiede qualche rand in cambio del suo servizio di vigilanza notturna. Non siamo per niente convinti che lui sia un parcheggiatore regolare nonostante giubbotto e targhetta ma, per evitare contrasti la prima sera, gli lasciamo qualche rand e torniamo a casa (non lo vedremo più nei giorni successivi e parcheggeremo sempre agilmente senza nessun problema). Chiudiamo finestre, porte, le varie grate, come ordinato dal padrone di casa e inseriamo l’allarme. Regna un po’ di agitazione per tutte queste precauzioni ma, per fortuna, non avremmo mai problemi durante tutto il nostro soggiorno. Continua... SPESE DEL GIORNO: benzina (fatta prima di partire) 722 Rand caselli 93 + 62 Rand spesa Cape Town 331,47 Rand cena “Meloncino” 4 persone 752 Rand parcheggiatore? 50 Rand Hotel Cape Town - Purple House (4 notti) 583,00€
  21. Si davvero una bella sorpresa! E' uno dei paesaggi visti in questa vacanza che mi è piaciuto di più 😊
  22. GG5 - 22/08 Kruger National Park – Blyde River canyon – Graskop Oggi salutiamo Phalaborwa e soprattutto il Kruger che ci ha regalato grandissime emozioni che porteremo per sempre con noi. Prima però facciamo una super colazione a base di toast caldi con cioccolata, per me che sono del club dei golosi, e colazione salata per gli altri. Salutiamo la proprietaria della guest house che ringraziamo per tutto e che, come ultimo consiglio per il nostro viaggio, ci consegna una lista di cantine vinicole da visitare quando saremo a Franschhoek. Caricate le valige e impostato il più o meno fedele navigatore, partiamo alla volta di Graskop. Maps prevede circa due ore e mezza di viaggio, durante i quali si susseguono diversi paesaggi completamente differenti l’uno dall’altro, quando siamo a pochi chilometri dal nostro obiettivo ci troviamo circondati da foreste verdi, sembra di essere in America in zona Sequoia . La tentazione di fermarsi a bordo strada per scattare un po' di foto è forte ma, purtroppo, non abbiamo molto tempo in quanto gli obiettivi della giornata sono numerosi. Alle 11 circa arriviamo finalmente a Graskop precisamente al “Laguna Lodge” guest house. Graskop appare subito come un paesino molto tranquillo e le nostre sistemazioni per la notte non sono altro che due camere con bagno, ricavate all’interno della villa della simpatica proprietaria che ci accoglie con un grande sorriso. La signora si rivelerà un pozzo di informazioni, dopo averci mostrato le camere e sbrigato le parti burocratiche, tira fuori una cartina dove segna tutte le cose da vedere nella zona consigliandoci l’ordine e l’orario migliori per visitare i vari punti di interesse. E non è tutto. Ci indica anche il posto dove pranzare e si offre di prenotare il miglior ristorante del paese per la sera. Visto la grande professionalità, ci fidiamo . Finito il briefing che neanche i Navy Seals…. ci dirigiamo, come prima tappa, a “The Pinnacle Rock” una vasta area che si affaccia su uno sconfinato paesaggio dove nel mezzo spunta una roccia; paghiamo l’ingresso al custode e troviamo agilmente parcheggio. Siamo noi e qualche altra famiglia, si respira una profonda tranquillità, ne approfittiamo per passeggiare (qualcuno per sporgersi, prima o poi tornerò indietro da sola) e per scattare giusto qualche foto. La calma viene interrotta dall’arrivo di una bella scolaresca di studenti (che incontreremo anche nelle successive tappe di giornata) composta da ragazzi di tutte le età, dai 6 ai 16 anni più o meno, che, con le loro divise colorate, si disperdono per i vari view point. È arrivata quindi l’ora di lasciare spazio e di ripartire alla volta del prossimo obiettivo: “God’s Window”. Arrivati al view point paghiamo l’ingresso, parcheggiamo la macchina e ci avviamo lungo il trail che ci porterà a diversi punti panoramici. C’è molta gente e percorriamo gran parte del percorso con un gruppone di signore / ragazze sudafricane, simpaticamente rumorose e intente a farsi i più improbabili selfie . Arrivati in cima, nonostante una leggera foschia, la vista si apre sull’orizzonte sconfinato; dicono che da questo punto, ammesso che la giornata sia limpida, si può vedere il Mozambico. Onestamente con tutto quel verde risulta un po' difficile distinguere i confini 🙂 Tra una cosa è l’altra si è fatta ora di pranzo. Puntiamo il “Potluck Boskombuis“, ristorante suggerito dalla proprietaria della nostra guest house. Dopo aver sbagliato due volte strada, guidato su uno sterrato e attraversato uno strettissimo ponte raggiungiamo il parcheggio e, nascosto sotto le rocce, o meglio costruito nelle rocce, scorgiamo il ristorante. Prendiamo posto su uno dei tavolini con vista fiume e ordiniamo qualcosa, ma più che mangiare con la bocca mangiamo con gli occhi, il paesaggio è davvero unico. Finito il pranzo approfittiamo per un pitstop tecnico al bagno, il primo ad andare è Luca che, una volta tornato, racconta di essersi goduto il paesaggio anche durante il “bisogno” grazie ad una splendida finestra senza vetri proprio di fianco al water. Poco dopo andiamo io e Simona ma non troviamo il bagno descritto da Luca bensì una semplice turca senza finestre. Chiaramente si apre un animato dibattito. Per svelare il mistero, prima di andarcene, ci dirigiamo ad indagare sul luogo del misfatto. Salita la scaletta di legno ci sono due porte e su una c’è scritto “non entrare” indovinate dove è entrato Luca?! Va bè poco male qualcuno si sarà goduto lo show intitolato: “uomo bianco innaffia il Sudafrica”. Tavolini in cui mangiare La cucina Risolto l’arcano, ripercorriamo il ponte e ci dirigiamo verso uno dei posti più belli, che rimarrà di più nel mio cuore, le “Three Rondavels”. Si tratta di tre formazioni rocciose che ricordano le capanne ed un isolotto, tutto da ammirare dall'alto su terrazze naturali a strapiombo nel canyon. Lo spettacolo che ci troviamo di fronte è davvero bellissimo e il cielo azzurro fa emergere ancora di più il paesaggio. Esempio di cartello che Luca ignora Dopo l’inevitabile scarrellata di foto ci aspetta il “Bourke’s Luck Potholesvels“, l’attrazione turistica più nota visto la grande quantità di persone. Incontriamo di nuovo la scolaresca incrociata al Pinnacle e rimaniamo un attimo al parcheggio, attrezzato con dei barbecue già belli carichi, a respirare il profumo di carne alla brace . Con il languorino ci avviamo verso il trail che porta, tramite una serie di ponti sospesi, al “Bourke’s Luck Potholesvels”. Luca come sempre si sporge ovunque e io da lontano lo controllo. Ancora dietro al cartello Trascorsa una mezz’oretta è tempo di raggiungere l’ultimo obiettivo della giornata ossia le Lisbon falls dove, grazie al briefing mattutino, andiamo ad ammirare il tramonto ed attendere che il sole cali per vedere le rocce che si illuminano di rosso. Qui probabilmente c’è stato qualche errore di comprensione con la proprietaria della guest house perché sinceramente le rocce illuminate di rosso non le abbiamo viste; poco male ci siamo comunque goduti uno spettacolare tramonto accompagnato dal fragoroso rumore della cascata e dalla musica di un gruppo di ragazzi che, birre alla mano, si gustavano il termine della giornata. 0 Il buio ormai sta per calare quindi risaliamo in macchina e torniamo in stanza per lavarci e alle 19 raggiungiamo a piedi il ristorante prenotato la mattina. Il “The Glass House” è davvero un bel ristorante e il suo proprietario si manifesta subito un gran simpaticone, ordiniamo e ci godiamo l’atmosfera. Finita la cena ritorniamo in hotel e facciamo tutta la strada con il naso all’insù per ammirare la Via Lattea che, grazie al buio che ci circonda, fa capolino sopra le nostre teste. Staremmo lì fuori delle ore ma c’è una grossa escursione termica che ha abbassato di molto la temperatura, perciò ci ritiriamo sotto la coperta elettrica (una manna dal cielo) e in poco tempo ci addormentiamo. Continua... SPESE DEL GIORNO: ingresso Pinnacle Rock 70 Rand ingresso God’s Window 70 Rand ingresso Three Rondavels 120 Rand ingresso Bourke’s Luck Potholesvels 250 Rand pranzo “Potluck Boskombuis“ 325 Rand Hotel Graskop - Laguna Lodge 147,00€ cena “The Glass House” 4 persone 900 Rand
  23. Allora senza saperlo abbiamo azzeccato il posto giusto (e il periodo) in cui stare! Noi purtroppo a Skukuza o Lower Sabie non siamo stati perchè erano troppo lontani da Phalaborwa e avevamo poco tempo...abbiamo la scusa per tornare magari durante la loro estate così da goderci anche le bellissime spiagge della costa!
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