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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 18/06/2020 in tutte le aree

  1. MARTEDI' 27 AGOSTO Oggi si parte presto, il safari è finito e ci aspettano i coccodrilli e l’altopiano del Waterberg. Che bello, finalmente potremo sgranchire le gambe!! Aspetta, che giorno è oggi? E' il 27 agosto…Chissà cosa ci accadrà quest’anno!! E’ ancora prestissimo ed in giro ci sono poche persone. Ma i campeggiatori non dovrebbero essere mattinieri?! Noi non abbiamo tempo da perdere quindi, dopo la colazione, rimontiamo in sella al nostro bolide pronti a percorrere per l’ultima volta le strade del parco, diretti verso l’uscita. E qui, su una stradina secondaria imboccata per caso, riceviamo l’ultimo regalo di Etosha. E che regalo!! Sul ciglio della strada, ad un metro da noi, ci sono 7 leoni. SETTE leoni!!!! Due leonesse e 5 piccoli cuccioli. Abbiamo gli occhi a cuoricino e siamo emozionati come due bambini. Sono talmente vicini che dobbiamo chiudere i finestrini, sono belli ma credo non troppo amichevoli Io sono al settimo cielo ed essere li, ad un metro dai leoni,e lo ricordo come uno dei momenti più belli dei miei viaggi. Uno di quei momenti che, da soli, ti fanno pensare che è valsa la pena tribolare con il camper, dormire nel sacco a pelo tra la sabbia, passare ore a toglierla da ogni centimetro del camper e delle valigie. Restiamo li, a guardarli, per tantissimo tempo, come ipnotizzati. Poi ci accorgiamo che si è fatto tardi e ripartiamo, abbandonando i nostri leoni per dirigersi alla Cocodrile Ranch. Oggi si mangia coccodrillo!! 😋 Non l’abbiamo mai assaggiato e siamo curiosissimi. Prima però visitiamo il ranch, dove resto un po' interdetta. Tantissimi coccodrilli in pochissimo spazio, talmente stretti che mi fanno un po' pena. Che strano passare dalla libertà di Etosha a quella che mi ricorda una gabbia. La guida ci spiega un bel po' di cose e, mentre io mi guardo in giro con la faccia schifata, Luca saltella di qua e di la, prendendo in mano tartarughe e toccando un cucciolo di coccodrillo. “Giò vuoi toccarlo anche tu?!” “Ma non ci penso proprio!!” La visita finisce e finalmente ci sediamo a tavola, nel curatissimo giardinetto, e ne approfittiamo anche per utilizzare l’ottimo wifi. Siamo senza connessione da 4 giorni quindi ci attardiamo e partiamo in ritardo per la penultima tappa del viaggio, il Waterberg plateau. La strada è abbastanza buona ma il camper inizia a fare un rumore sordo, uno scricchiolio che non ci piace per niente. “Peruz ma lo senti? Che rumore è?” “Giò è ovvio no? E’ il rumore del 27 di agosto!!” Il rumore non solo continua ma aumenta addirittura quando ci immettiamo sullo sterrato che ci porterà al Waterberg Plateau. Riusciremo ad arrivare o la maledizione del 27 agosto colpirà ancora? Probabilmente la maledizione vale sono in America visto che arriviamo, non senza ansia, al nostro camping. Anche qui alloggiamo nel campeggio NWR, spartano come al solito ma molto meno affollato. Ci dicono di scegliere la piazzola che preferiamo quindi, una volta sistematoci, mettiamo gli scarponi ai piedi diretti all’unica escursione percorribile in autonomia, quella che raggiunge la cima dell’altopiano. Alla reception ci hanno detto che il percorso è facilissimo e ben segnalato, non avremo problemi. Partiamo e…facilissimo? Ben segnalato? Ma stanno parlando dello stesso trail? Arriviamo in cima e la vista è meravigliosa. Siamo da soli e respiriamo un aria di pace incredibile, è davvero il 27 di agosto che tutto va così a meraviglia? Bene, è ora di scendere. Iniziamo la discesa ma ben presto ci accorgiamo che questo non è lo stesso sentiero dell’andata. Dove siamo finiti? Siamo nel bosco, non ci sono indicazioni, è già metà pomeriggio…benissimo direi. “Dove cavolo siamo Peruz?” “Non lo so, sono sparite le indicazioni…continuiamo a scendere, da qualche parte arriveremo...spero.” Sto andando nel panico, siamo in Africa, su un sentiero e ci siamo persi. Anche tornare indietro è impossibile, non sapremo dove andare. “Peruz, giuro che l’anno prossimo il 27 agosto rimaniamo a casa” Continuiamo a camminare finchè sentiamo delle voci in lontananza. Mi illumino: “Peruz, siamo salvi, c’è qualcuno!” Aumento il passo per raggiungere le voci e, quando vedo arrivare due persone, tiro un sospiro di sollievo. Ma ma… “Ma è la coppia tedesca del Madisa Camp con cui avevamo fatto amicizia!!” Vorrei abbracciarli, non ci siamo persi. Chiediamo dove finisce il sentiero e ci dicono che quel trail termina davanti alla loro cabin, nel nostro stesso hotel/campeggio, loro hanno preso una scorciatoia. Quante probabilità c’erano di incontrarsi di nuovo, in Namibia, su un sentiero che non avremmo mai preso se non ci fossimo persi? Bisogna celebrare il destino bevendo una birra insieme più tardi. Torniamo quindi al campeggio, ci docciamo, ci cambiamo, ed alle 6.30 siamo alla loro cabin con una confezione di birre fresche. Birre, non radler, come possiamo offrire radler a dei tedeschi? Le birre diventano due, poi tre e, prima di rendercene conto, sono diventate le dieci di sera. Li salutiamo e ce ne torniamo in camper, a fare cola…a cenare con pane tostato e nutella. Il ristorante ha chiuso e noi non abbiamo fame. Sarà colpa della birra o dell’intensa giornata?
    5 punti
  2. Che bella parata di leoncini, sembra quasi fossero li per salutarvi! In Africa "Facilissimo" is the new "Strenuous"! Ma alla fine...com'era il coccodrillo?!
    1 punto
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