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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 03/03/2020 in tutte le aree

  1. Ti dico solo che hanno chiuso le piscine a Lourdes... io veramente boh Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk
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  2. mamma ho visto le foto!! Chiara cambiamo i bigletti con quelli per Lourdes?
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  3. Ma si dai non bastava il virus ora pure un tornado a Nashville [emoji24][emoji24][emoji24][emoji24][emoji24] Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk
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  4. Che belli questi paesaggi! Inviato dal mio SM-A705FN utilizzando Tapatalk
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  5. MERCOLEDI’ 21 AGOSTO E’ ora di lasciare Swakopmund ed il nostro comodissimo letto. A partire da oggi ci aspettano ben 6 notti consecutive di sand-camper. Qualcuno ci salvi!! Ricarichiamo il bolide con tutte le nostre cose ed usciamo per l’ultima volta dal nostro strettissimo parcheggio, anche stavolta senza danni. E bravo il mio Peruz!! Facciamo la spesa allo Spar e partiamo, stamattina la città è avvolta in una leggera coltre di nebbia e tira molto vento. Non ci ritroveremo di nuovo con il camper pieno di sabbia, vero? Meno male che al momento la strada è asfaltata. Sono li, immersa in questi pensieri, quando mi accorgo che Luca accosta. Cosa sta facendo? “Giò, mi sa che abbiamo bucato..” “Ma come bucato? Cosa siamo, la barzelletta dei viaggi in Namibia? Siamo gli unici due scemi che riescono a bucare sull’asfalto?” “Il Camper non va avanti, premo l’acceleratore e non accelera..abbiamo di sicuro bucato, ora scendo e vado a vedere.” Quando torna per fortuna ha una buona notizia, non abbiamo bucato ma è il vento ad impedirci di proseguire a passo spedito. Ci rimettiamo in strada e, alla velocità di un bradipo in fin di vita, ci dirigiamo verso loSpitzkoppe. Fortunatamente il vento chilometro dopo chilometro diminuisce ed io inizio ad avere la flebile speranza di non trovare tutte le nostre cose sommerse dalla sabbia. Sarò una povera illusa? Speriamo di no!! La strada è sempre noiosa ma, nei pressi dello Spitzkoppe, diventa più interessante. Il cervino d’Africa si vede in lontananza e si fa ammirare in tutta la sua imponenza. Per visitare la zona bisogna entrare nell’omonimo campeggio e pagare un biglietto di ingresso simbolico, pochi dollari spesi benissimo. Parcheggiamo nella piazzola del famoso arco e, dopo averlo raggiunto ed aspettato che i turisti tedeschi se ne vadano, iniziamo a fare milioni di foto. La zona ci piace un sacco e siamo completamente rapiti dal paesaggio. “Peruz sai che quasi quasi mi piace più di Arches anche se c’è un arco solo?!” “Gio’ ma hai sempre in mente l’America?!” “Ma senti da che pulpito viene la predica, da quello che ha paragonato Walvis Bay alla periferia di Las Vegas!!” Finchè ce la ridiamo torniamo sui nostri passi, questo Spitzkoppe ci è proprio piaciuto, voto 10+!!" Prossima tappa? Il Madisa Camp, nel Damaraland. La strada scorre lenta e bellissima… ma no, vi pare? La strada scorre lenta e noiosissima come al solito. Così, verso le 4 del pomeriggio, arriviamo al nostro campeggio. Il posto è bellissimo, immerso tra le rocce e con un fantastico punto panoramico che scopriremo (forse) stasera al tramonto. Ognuno ha la propria piazzola e, quando andiamo a fare il check in, ci comunicano che non abbiamo l’elettricità ma che stasera mangeremo insieme agli altri ospiti intorno al fuoco. Questo posto ci piace già!! Prendiamo possesso della nostra piazzola privata, immersa nella tranquillità più totale. Poi, con un po’ di timore, apriamo la porta del camper. Per fortuna la situazione è normale, la sabbia come sempre c’è ma non è messo male come quella di due giorni prima. Meno male, credo che stavolta avrei potuto dargli fuoco. Stasera niente pulizie, si va a vedere il tramonto!! Ci prendiamo due birre (stavolta @Lizzina non ci sono prove che erano due radler ) e ci incamminiamo su per il sentiero che conduce al punto panoramico. Siamo i primi, ci sistemiamo ed apriamo le nostre due buone birre. Nel frattempo la gente inizia a salire e ben presto ci accorgiamo che non vengono nella nostra direzione ma si dirigono in un altro punto. Avremo sbagliato qualcosa? Ebbene si, il punto panoramico era un altro, come cavolo abbiamo fatto ad essere gli unici a sbagliare così clamorosamente?! Vabbè, ormai siamo qui e ci restiamo, siamo soli ed il panorama non è male per niente. “Peruz mi fai qualche foto?” “fhdghdhh ancora foto?” “Non me ne hai fatta UNA di decente in tutta la vacanza, dai provaci, negli USA eri così bravo!” Lui ci prova ma niente, vengono una più oscena dell’altra, e tenta di difendersi così: “Non è mica colpa mia se in Africa non sei fotogenica!!” “Ah, adesso sono io che improvvisamente sono diventata non fotogenica, non tu che non hai voglia di impegnarti a fare le foto. Dammi qua la Gopro che mi arrangio, scommettiamo che torno fotogenica?!” Brontolando mi da la Gopro e, come previsto, per avere una foto decente devo arrangiarmi. Lui è toccato nel orgoglio e mi dice che le foto belle sa farle pure lui. Ah si? Adesso sa farle pure lui?! Ma non ero io a non essere fotogenica?! Sistema la gopro sul mini treppiede e mi indica in quale posa devo mettermi. Meno male che abbiamo sbagliato e siamo qua da soli perché probabilmente al momento sembriamo due deficienti. 1,2,3… Eccola la foto decente!! “Giò, dovevi essere di schiena perché venisse fuori bella, hai visto?!” Ma quanto è simpatico?! Il sole nel frattempo tramonta, regalandoci uno spettacolo meraviglioso. Adesso siamo contenti di aver mancato l'altro punto panoramico visto che questo è tanta roba!! Tra una foto e l’altra sta iniziando a calare la notte ed io mi accorgo che sono ancora in canottiera. Ma com’è possibile? Non dovrebbe fare freddo? Ripercorriamo il sentiero e torniamo alla reception/ristorante. Finchè noi eravamo impegnati a fare gli idioti lo staff ha preparato tutto: tavole imbandite e pentole sul fuoco. Ma che meraviglia è questo posto?! Ci sediamo a tavola, alla nostra sinistra degli spagnoli, alla nostra destra una coppia di tedeschi. “Giò, sembra l’inizio di una barzelletta! Gli spagnoli, gli Italiani e i tedeschi!!” Ma da dove gli vengono? In fila indiana ci avviciniamo al fuoco e ci viene servita la cena, spezzatino e purè. Fantastica direi!! E’ calato il buio, tutto è illuminato e mangiamo in un contesto favoloso. Siamo lontani dal fuoco ma io sono ancora in canottiera… che sta succedendo?? In Namibia in agosto di sera di solito si sta con felpa o addirittura piumino. Com’è che fa così caldo?! Vabbè io amo il caldo quindi non mi lamento. I tedeschi affianco attaccano bottone e noi, come al solito, non vediamo l’ora di fare due chiacchiere. Passiamo tutta la sera a parlare con loro: sono in viaggio di nozze, non hanno prenotato nulla e stanno andando a caso. Hanno scelto quasi tutti hotel ma, per ogni evenienza, hanno la tenda sul tetto, che useranno stasera. La conversazione è piacevole ma si è fatto tardi quindi ci salutiamo e ci auguriamo buon proseguimento di viaggio, loro domattina partono presto mentre noi vogliamo dormire almeno fino alle 8. Ci riusciremo stavolta? Torniamo a piedi alla piazzola, apriamo la porta del camper ed iniziamo ad entrare ed uscire per andare in bagno, con una temperatura che continua ad essere decisamente troppo calda. Vabbè, ci penseremo domani mattina, non prima delle 8...........!!
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  6. MARTEDI’ 20 AGOSTO Ci svegliamo poco prima delle 7 e con calma andiamo a fare colazione. Rinfrancati torniamo in camera, ci vestiamo di tutto punto e ci apprestiamo ad uscire per vivere una delle giornate più belle del viaggio, per Luca la più bella. Il sole è alto in cielo, fa già caldo e della nebbia per cui è famosa la città non c’è traccia. Quanto siamo fortunati da 1 a 10?! 1000! Oggi ci aspetta la super combo, mattinata in Kayak con le foche e pomeriggio sulle dune di Walvis Bay, quelle a picco sul mare. Prima di partire ero alquanto preoccupata dato che durante il loro inverno (la nostra estate), se si becca la giornata storta può fare anche molto freddo. Ve la immaginate un’intera mattina in Kayak con 12 gradi?! A me venivano gli incubi solo a pensarci. Meno male che madre natura, probabilmente conoscendo la mia freddolosità, oggi ha deciso di regalarci una meravigliosa giornata a 30 gradi. Solo qualche giorno prima i gradi erano 12. Mi ripeto…quanto siamo stati fortunati? Con questi pensieri faccio segno a Luca per uscire dal nostro parcheggio strettissimo e, una volta fuori, facciamo rotta verso Walvis bay. “Cavolo Luca, ieri abbiamo pulito il camper e portato il navigatore in camera, siamo senza!!” “Giò guarda che io non torno indietro, fino a Walvis Bay è tutta dritta, hai il tuo libretto no? C’è l’indirizzo?” Il mio travel book è sempre con me quindi l’indirizzo ce l’ho e, abbastanza facilmente, arriviamo a destinazione. Tutto è bene quel che finisce bene….o almeno così pensiamo. Parcheggiamo, ci mettiamo a cercare la Pelican Point con cui abbiamo deciso di fare l’escursione ed attendiamo che vengano a prenderci. Questa escursione con le foche è il mio regalo di Natale per Luca. Quando lui ti regala il biglietto aereo devi pur ricambiare in qualche modo, no? Lui ama gli animali quindi, al solo pensiero di passare la mattina in mezzo alle foche, è tutto eccitato. “Peruz vuoi regalarmi il biglietto aereo anche l’anno prossimo? Giuro che poi io ti regalo un’escursione con i tuoi amati orsi!! ” Arrivano le nostre guide, ci dividono in due gruppi da 6, e a bordo di due camioncini che puzzano tremendamente da pesce partiamo alla volta della spiaggia dove effettueremo il giro in kayak. Arrivati a destinazione ci danno qualche indicazione pratica sull’escursione: come pagaiare, come non far arrabbiare le foche, come evitare di far ribaltare la canoa. “Capito Giò?! Cerca di non far ribaltare la canoa!!” Dopo aver indossato pantaloni e giacche impermeabili fornite dalla compagnia ci avviciniamo ai Kayak, pronti a vivere un’esperienza unica. Siamo letteralmente circondati dalle foche, Luca è al settimo cielo. Nel mentre io rischio davvero di far ribaltare il Kayak. Le foche sono aggressive e tentano più volte di salire sulla nostra canoa, venendomi in braccio. Io, che non sono esattamente donna avventura, ho paura e per mandarle via faccio qualche movimento di troppo. “Giò sei matta?! Guarda che finiamo in acqua!! Dai dai, falle salire sulla canoa, guarda che belle che sono!!” Luca le accarezza, gioca con loro ed è felice come un bambino. Io invece sono in uno stato di ansia costante, le foche mordono e temo che gli stacchino una mano. Una gli morsica un dito ma lui non fa una piega. “Giò guarda com’è cattiva questa foca!! Le ho trovato un nome, la chiamerò foca Giò!!!” Seriusly?! Ridiamo, pagaiamo, Luca continua a giocare con le foche ed io penso che si, il mio regalo di natale gli è proprio piaciuto. Tutte le cose belle però finiscono e, quando la nostra guida ci richiama a riva, siamo decisamente tristi. Ci viene offerto il pranzo, che facciamo a base di cioccolata calda (serve per le temperature che ci sono di solito) e tramezzini. Siamo in maniche corte ma la cioccolata calda ci sta sempre. Facciamo quindi ritorno a Walvis Bay e saliamo a bordo delle jeep che ci porteranno a Sandwich Harbor, nel cuore delle dune di sabbia. Dopo la tempesta di sabbia di ieri mi mancava proprio!! Facciamo prima una sosta a vedere i fenicotteri rosa di Walvis Bay. Ma quanti sono?! Ripartiamo quindi alla volta di Sandwich Harbor, pronti a scalare in jeep le dune vertiginose. Luca ha il broncio e, quando gli chiedo cos’ha, mi dice che vorrebbe guidare lui. “Giò non potevi trovare un’escursione che mi facesse guidare?” “Non esistono Luca, credo che per guidare qui bisogna pagare e non poco!!” Lo scenario è molto bello ma non mi sono accorta che, durante l’escursione della mattina, si è sporcato l’obbiettivo della macchina fotografica. Perdonate le macchioline!! Indovinate cosa stava facendo Luca in questa ultima foto? Cercando un serpente che come al solito non ha trovato Arriviamo a destinazione e la guida ci dice che, per vedere lo spettacolo, bisogna salire l’altissima duna di fronte a noi. Ma davvero? Non possiamo andarci in macchina? A fatica, sotto il sole cocente, arriviamo in cima. Lo spettacolo è meraviglioso ma, dopo questa vacanza, credo che non scalerò più una duna di sabbia per molto tempo. Anzi no, forse potrei fare un eccezione giusto per tornare alle White sands con il sole. Restiamo in contemplazione per un po' e poi scendiamo, pronti per il nostro picnic a base di ostriche e champagne. Le ostriche ci sono, lo champagne no, ma con uno scenario così ci si accontenta anche di uno spumante non ben identificato. E’ ora di tornare alla base, facendo qualche acrobazia sulla sabbia ed ascoltando Luca che continua a dirmi "uffa volevo guidare io!!". Il ritorno a Walvis Bay è tranquillo e, quando arriviamo al camper, Luca è al settimo cielo. “Grazie Giò, è stato un regalo meraviglioso!!” Luca che mi ringrazia?? Caspita, allora gli è proprio piaciuto!! Saliamo sul nostro bolide e partiamo per fare ritorno a Swakopmund. “Giò ma Walvis bay non ti ricorda l’america?!” Io per poco quasi non soffoco. “America? Ma dove la vedi? Non ci assomiglia per niente!!” Purtroppo, a parlare di America, sbagliamo strada e finiamo in un sobborgo della città. “Tranquilla Giò, alla prossima giriamo a destra e ci ricongiungiamo con la strada principale” La cittadina che fino poco prima a Luca sembrava americana diventa, nel giro di poche centinaia di metri, molto molto africana. Fuori dal centro è davvero diversa e, in un attimo, siamo catapultati in una realtà incredibilmente differente da quella vista fin’ora. Il traffico è allucinante, c’è gente ovunque, ai lati della strada, in mezzo alla strada, ovunque. Ci guardano tutti di traverso, che abbiamo fatto di male? Ben presto ci rendiamo conto di essere gli unici bianchi e Luca, sapendo cosa può succedere in questi casi a Nairobi, chiude la macchina e mi dice di tirare fuori immediatamente il navigatore del cellulare. Avevo terminato internet ed oggi, in teoria, si sarebbe dovuto rinnovare. “Giò, tira fuori subito il telefono e prega che internet funzioni” Ok, ora mi sta mettendo ansia Qualcuno ascolta le nostre preghiere e, grazie al telefono usciamo dal labirinto in cui siamo finiti, tornando alla strada principale. Non ce l’avremmo mai fatta senza. “Ecco Giò, oggi hai visto la vera Africa.” Abbiamo avuto davvero paura e, anche Luca che in genere resta sempre tranquillo, mi dice che non dobbiamo mai più dimenticare il navigatore. Torniamo a Swakopomund e, mister simpatia, mi chiede se voglio fare anche li un giro nei sobborghi. Certo caro, non vedo l’ora!! Per stasera abbiamo in programma una cena al The Tug, il ristorante più famoso della città, dove mangiamo bene ma nulla se paragonato alla cena della sera prima. Ci facciamo riaccompagnare in hotel dalla navetta ed andiamo a letto con la consapevolezza che oggi, sobborghi di Walvis Bay esclusi, è stata una giornata splendida.
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  7. LUNEDI’ 19 AGOSTO Oggi niente sveglia impostata all’alba, possiamo dormire un po’ di più, che bello!! Com’è che allora alle 5.30 siamo entrambi già svegli? Impossibile non esserlo quando il camper dondola e ti sembra di essere in barca a vela con il mare in tempesta. Com’è possibile? Ieri sera abbiamo bevuto soltanto un paio di bicchieri di vino! E infatti non è il dopo sbornia, è il vento a farci dondolare. Guardiamo fuori e ci accorgiamo che è in corso niente meno che una tempesta di sabbia. Meno male che non dovevamo andare oggi alle dune di Sossusvlei, sarebbe stata una tragedia!! Il vento fa un rumore incredibile e riuscire a riprendere sonno dondolando è praticamente impossibile. “Ecco Giò, nemmeno quando potremmo dormire riusciamo a farlo!!” “Peruz, me lo spieghi cosa centro io con la tempesta di sabbia??” “Tu centri sempre!!” “Sei ripetitivo, che barba, che noia!! Oddio, sembriamo Sandra e Raimondo!! ” “Allora meno male che io ho il mio sacco a pelo e tu Sandra non puoi alzarmi le lenzuola!!” Continuiamo così per un po’, dobbiamo pur passarlo il tempo in qualche modo no? Alle 6.30/7 decidiamo che ne abbiamo abbastanza ed iniziamo a prepararci. Uscire dal camper è difficilissimo, la sabbia è ovunque ed anche solo raggiungere i bagni è un’impresa non da poco. Con fatica ci riusciamo e, quando Luca torna dai servizi, mi racconta della meravigliosa nottata passata dai ragazzi di avventure nel mondo e da tutti gli altri poveretti in tenda. La tempesta non era iniziata alle 5.30 bensì a mezzanotte. Noi protetti dal camper non abbiamo sentito nulla ma nessuno, al campeggio, ha chiuso occhio. Grazie camper!! Quando partiamo i ragazzi sono ancora li, fermi, ad aspettare un camion ancora guasto. L’ho già detto che adoro i viaggi indipendenti? La situazione purtroppo è critica, il vento non accenna a diminuire e noi iniziamo seriamente a temere per la nostra escursione in quad del pomeriggio. Vabbè, ci penseremo poi, intanto dobbiamo raggiungere Swakopmund facendo tappa a Solitaire per la famosissima torta di mele. Riusciremo a scendere dal camper? Ci riusciamo e, con non poco appetito mangiamo la torta accompagnata da una cioccolata calda. Con questo vento gelido è proprio quello che ci vuole!! Poi, sfidando il vento finchè luca fa benzina, vado a fare qualche foto alla zona. Quando ripartiamo ancora non sappiamo che ci aspetta la strada più bella della Namibia. Non doveva essere la D707? Secondo l’opinione comune si, secondo la nostra no. Questa strada è molto più interessante: passa il guiseb pass, è piena di curve e ad un certo punto ti sembra quasi di essere finito sulla luna. Finalmente abbiamo trovato una bella strada in Namibia, era ora!! Arriviamo a Swakopmund verso le 2 del pomeriggio, con un sole splendente, il termometro che segna 42 gradi ed un vento allucinante. Come 42 gradi? Swakopmund non è quella città sulla costa dove la temperatura media in estate fatica ad arrivare a 20 gradi e c’è spesso una fitta coltre di nebbia? Si, è proprio lei. Oggi invece c’è un’afa incredibile, siamo proprio sicuri di essere nel posto giusto? Troviamo l’hotel, alloggiamo al Desert Sands Boutique , un hotel molto carino con parcheggio interno. Purtroppo però, finchè completiamo il check in, capiamo di avere un problema: il parcheggio è sotterraneo ed il nostro camper, essendo troppo alto, non ci passa. I ragazzi della reception sono preoccupati, lasciare fuori le auto a Swakopmund di notte non è affatto raccomandabile. Che strano, di giorno sembra tutto così tranquillo. Ci propongono quindi un'altra soluzione, parcheggiarlo dell’interno del loro cancello affianco all’hotel. Ce lo mostrano ed io inizio a sudare freddo: è strettissimo, con due muri da entrambi i lati. Ce la farà Luca a passare li in mezzo? Per fortuna lui non si smentisce mai e riesce nell’impresa. Io però non sono affatto tranquilla visto che dovremo rifare l’operazione altre 3 volte. Odio questo camper!! E’ ora di scaricare i bagagli e, quando apriamo le porte, finisco per odiarlo ancora di più. Che disastro è mai questo? A causa della tempesta di sabbia è in condizioni indecenti. E’ arrivato il momento di fare i conti con la dura realtà: dovremo passare il pomeriggio a pulire il camper visto che fare l’escursione in quad in mezzo alle dune sarebbe un suicidio tanta è la forza del vento. Che bello vero? Scambiare un pomeriggio di divertimento sul quad con uno di pulizie Ci mettiamo un bel po’, la situazione è critica, tutto è ricoperto da un grosso strato di sabbia, anche il letto. Imprechiamo e puliamo, puliamo e imprechiamo. Sarà anche comodo il camper ma non si può essere ridotti così, perché cavolo entra tutta questa sabbia?!! Quando finiamo siamo esausti e, dopo la doccia in hotel, crolliamo fino ad ora di cena. Stasera decidiamo di muoverci a piedi, in hotel ci hanno assicurato che per arrivare alla nostra meta non dovremmo avere nessun problema. Il ristorante scelto è il Kuckis Pub, un locale con recensioni ottime e prezzi molto abbordabili, interamente a gestione tedesca: proprietà e camerieri rigorosamente biondi, di sicura origine teutonica. Caspita, potrei quasi farmi assumere!! Il servizio è impeccabile ed il cibo superlativo. Mangiamo pesce e questa, insieme al buffet del sossusvlei lodge, viene decretata da entrambi come la cena migliore della vacanza. Che bontà!! Con la pancia piena torniamo in hotel, domani ci aspetta il Kayak con le foche. Le previsione sono ottime, niente vento e sole splendente, si prospetta davvero una giornata bellissima.
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  8. DOMENICA 18 AGOSTO - PARTE 2 Quando arriviamo al parcheggio la navetta è appena arrivata e le persone stanno aspettando in fila. Salgono tutti ma, quando arriva il nostro turno, l’autista ci dice che sono pieni. Le navette ufficiali infatti non sono trattori e possono trasportare un numero limitato di persone. Ovviamente questo numero limitato include tutti tranne noi. Ovvio no?! Bene, mettiamoci l'anima in pace, dovremo aspettare la prossima. O forse no? Siamo gli unici ad essere rimasti a terra ed è per questo che un altro autista, quando ci vede li in attesa, decide di farci un favore e non farci aspettare la navetta successiva. “Guys state aspettando la navetta?” “Si certo, l’altra è appena andata via” “Seguitemi e salite con me, ci sono due posti in più sulla mia.” Ma che colpo di fortuna!! Lo seguiamo e, quando vediamo qual è la sua navetta, per poco non ci rotoliamo a terra per le risate. Eccoci ragazzi, salite con noi!! Chi indovina dove?! L'autista ci sta indicando un trattore... lo stesso in cui c'è la comitiva tedesca di prima. La scena ha dell’incredibile e noi siamo piegati in due dalle risate . Saliamo a bordo e, nemmeno stavolta, nessuno sembra far caso a noi ed anzi ci salutano in tedesco. “Giò, sei sicura di non aver origini tedesche? Non è possibile che ti scambino sempre per una di loro.” Il trattore ben presto parte ma ci accorgiamo che non sta andando nella direzione giusta, quella che porta al parcheggio, ma esattamente nella direzione opposta. Dove andremo a finire? La guida inizia a parlare, probabilmente spiegando dove siamo diretti, ma noi non capiamo una parola e quando tutti ridono fragorosamente ad una battuta della guida facciamo finta di capire e ridiamo anche noi. Superiamo un sacco di persone che stanno andando nella nostra direzione a piedi, vuoi vedere che c’è qualcosa da vedere? Scopriremo poi che questo posto è niente meno che Sossusvlei, da cui prendono il nome proprio le dune di Sossusvlei. Impossibile arrivare qui in auto, l’unico mezzo sono le gambe oppure il nostro trattore. Che gran colpo di fortuna!! Facciamo inversione tornando al parcheggio delle navette ripassando per gli stessi posti meravigliosi di prima, siamo circondati dalle dune e lo scenario è meraviglioso. Il mio pensiero in questo momento però è soltanto uno, riuscire a fare una foto decente senza cadere in braccio alla tedesca alta 2 e metri e mezzo seduta di fianco a me, credo che non finirebbe bene se inizia ad insultarmi in tedesco Missione compiuta!! Arriviamo a destinazione e, visto che stavolta non siamo clandestini, salutiamo tutti e diamo una piccola mancia all’autista. Quanto ci siamo divertiti?! Siamo felici come due bambini ma lo stomaco brontola visto che è quasi l’una quindi decidiamo di tornare al campeggio dei poveri e provare il loro ristorante. Ci sediamo ed ordiniamo una bottiglia d’acqua frizzante e due semplici toast.Passano dieci minuti, poi mezz’ora, poi 45 minuti… ma dov’è finito il nostro cibo? “Peruz forse è meglio se chiamiamo la cameriera…” “Si meglio, qual’era?” “Quella li!” “Quale Giò?!” “Quella con i blu Pants!!" Luca scoppia a ridere, che ho detto di strano ? Lo guardo confusa ma lui non smette di ridere. “Adesso glielo chiedo!!” “Cos’è che gli chiedi?” “Se ha le mutande blu!!” Per poco non mi strozzo con l’acqua, ha ragione, ho detto la cameriera con le mutande blu!! Per fortuna, mentre siamo li intendi a ridere, arriva la cameriera con le mutande blu a portarci il cibo. Un’ora di attesa per due toast…servizio impeccabile direi. Vabbè, noi oggi fretta non ne abbiamo quindi va benissimo cosi’, ci gustiamo i nostri toast e alle 3.30 usciamo dal ristorante, pronti ad andare a vedere il Sessriem Canyon. Scendiamo dalla macchina ed il caldo è incredibile. “Visto Giò che ho fatto bene a vestirmi tutto di bianco?” “Si si Luca, sei un bellissimo gelataio!!” Partiamo in esplorazione e restiamo estasiati, a me questo Canyon è piaciuto proprio tanto e secondo me non ha nulla da invidiare a quelli americani. Vabbè, magari non sarà l’Antelope Canyon, ma è davvero bello e per me è da inserire assolutamente se si viene qui. Torniamo al camper e facciamo amicizia con un signore di Brescia che viene a chiederci se può rubare un po’ di ombra dal nostro camper. Chi è, Luca da vecchio? Iniziamo a chiacchierare e ci racconta che lui è qui con un gruppo di amici, sono un gruppo privato, hanno preso una guida tutta per loro e alloggiano nei resort migliori, compreso il paradisiaco Sossusvlei lodge. La moglie anno dopo anno sceglie dove andare, quali tappe fare e lui deve solo presentarsi e preoccuparsi di pagare. Restiamo a parlare con lui per un bel po’, finchè la moglie torna a riprenderselo. Rinfrancati dalla lunga pausa facciamo ritorno alla nostra piazzola ma subito ci accorgiamo che è occupata abusivamente, ci sono sdrai e cellulari in carica. Parcheggiamo e, mentre ci guardiamo intorno, arrivano un paio di ragazzi italiani che si scusano e ci chiedono se possiamo fargli il favore di tenere i loro cellulari in carica. Sono i ragazzi di avventure nel mondo che ci spiegano del loro grosso disguido: sarebbero dovuti partire nel pomeriggio ma, a causa di una rottura del camion, sono bloccati qui e dovranno passare la notte con le loro tende in mezzo alla strada del campeggio. Non ci sono piazzole libere quindi quella è l’unica soluzione. Che sfiga poverini! Ovviamente gli offriamo tutto l’aiuto possibile e li salutiamo, è arrivata l’ora di farci la doccia, probabilmente puzziamo come due capre. “Giò, io ho deciso che me la faccio in camper, le doccie comuni anche no!!” “Ma dai Peruz, che hanno di strano? Doccie comuni sono, siamo in un campeggio!!” E per fortuna che sono quella delicata che odia il campeggio!! Ed è così che io vado a farmi la doccia in quelle comuni mentre lui decide di farsela in camper. Vi lascio immaginare quando sia comodo per uno di 1 metro e 90 lavarsi nella doccia microscopica di un camper. Come sempre io sono molto più veloce di lui quindi esco, mi vesto e mi siedo fuori all’ombra a leggere un bel libro. Il nostro camper è vicino ai bagni e, finchè sono li intenta a leggere, capisco quanto sono stata fortunata ad essere tra le prime della giornata a fare la doccia. Tutte le donne che escono dopo di me si lamentano dell’acqua gelida, e giuro che non l’ho finita io, è colpa del campeggio dei poveri!! Lavati e profumati ci dirigiamo a piedi verso il nostro amato sossusvlei lodge, oggi non andiamo a vedere il tramonto ma a fare aperitivo. Facciamo un giro nel negozio di souvenir, usiamo un po’ il wifi che manco a dirlo qui funziona benissimo. Due birre e una location che sembra uscita direttamente da un sogno, siamo in paradiso. E’ ora di cena e, come la sera prima, ci serviamo al buffet. Stasera siamo tra i primi quindi, anche nell’isola antipasti, c’è ogni ben di dio. Mangiamo fino a scoppiare e, tornando a piedi al campeggio, alziamo gli occhi al cielo. Ma quante stelle ci sono? Ok, forse non mi sono innamorata dell’Africa ma adesso, ripensando a questa giornata, non riesco a non avere gli occhi a cuoricino.
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  9. DOMENICA 18 AGOSTO - PARTE 1 Sono solo le 5.30 di mattina ma al campeggio dei poveri sembra siano le 6 del pomeriggio. Perché? Perché chi alloggia qui ovviamente non può perdersi l’alba sulle dune!! L'unica cosa bella del nostro campeggio è proprio questa, poter entrare nel parco un'ora prima di tutti quelli che alloggiano nei tanti resort all'esterno. Tutti quindi, noi compresi, si stanno preparando a partire per percorrere il lungo serpentone d’asfalto che conduce alle dune più famose del mondo. C’è chi è in ritardo e corre verso i bagni per prepararsi, chi si è svegliato con largo anticipo e sta smontando la tenda con calma e chi, come noi, non avendo nulla da smontare parte tra i primi per assicurarsi un po' di solitudine sulle dune. L’idea era scalare la Big Daddy e poi scendere a Deadvlei ma, visto il mezzo infarto di ieri sera, decidiamo che non è il caso di rischiare ed andiamo sulla duna 45. Arriviamo al parcheggio e… non siamo i primi. Ma com’è possibile? Siamo partiti all’apertura dei cancelli. Non avremo mai la risposta a questo mistero quindi non ci resta che accodarci alla processione di gente che si appresta a scalare la duna 45. C’è parecchio vento e camminare sulla sabbia, con il vento contrario, non è un’impresa così semplice. Tuttavia, con qualche piccolo stop, riusciamo anche noi a conquistare la vetta. Lo spettacolo è bellissimo ma...quante persone ci sono?! E menomale che eravamo partiti presto per poter godere di un po' di solitudine!! La luce dell’alba comunque rende tutto magico e riesce a farci apprezzare questa meraviglia nonostante ci sia troppa gente per i nostri gusti. Con non troppo dispiacere torniamo sui nostri passi e facciamo amicizia con un ragazzo di Padova che sta viaggiando con Avventure nel mondo. Ci racconta del viaggio che stanno facendo tra Botswana, Namibia e Sudafica, il tutto in 3 settimane. Hanno un pulmann che li porta in giro, un coordinatore e dormono in tenda. Resto leggermente basita, come riescono a fare 3 paesi così grandi in così poco tempo? Noi facciamo soltanto la Namibia in due settimane e mezza. A quanto pare la mania di mettere le bandierine non c’è soltanto per gli USA ma anche per l’Africa!! Vedono soltanto le cose principali, dormono una notte in ogni posto e hanno qualche ora a disposizione in ogni posto dove si fermano. Eccezion fatta per Sossusvlei ovviamente, al luogo più famoso della Namibia possono dedicare qualche ora in più, potendo ripartire addirittura a metà pomeriggio. Fantastico direi, sarebbe proprio il nostro viaggio ideale…ma anche no!! Salutiamo il nostro nuovo amico, deve risalire sul pullman per andare a vedere Deadvlei, il tempo stringe. Noi invece non abbiamo alcuna fretta, svuotiamo le scarpe e diamo un'ultima occhiata alla duna 45 e alla gente che sta iniziando ora a scalarla. Risaliti in macchina ripartiamo con tutta la calma del mondo. Un Hip Hip Hurra per i viaggi indipendenti!! Per arrivare a Deadvlei, una volta finita la strada asfaltata, ci sono due possibilità: percorrere gli ultimi 5 chilometri sulla sabbia oppure parcheggiare al comodissimo parcheggio e prendere la navetta. Sul nostro contratto di noleggio c’è scritto in tutte le lingue del mondo che percorrere quella strada con il camper è vietatissimo quindi, con buona pace dello scalpitante Luca, parcheggiamo e andiamo a prendere i biglietti per la navetta. Ancora non sappiamo che stiamo per vivere i momenti più divertenti della vacanza. Usciamo dalla biglietteria e ci mettiamo in fila per prendere la navetta finchè, poco distante, ne arriva un'altra. Li non c’è nessuno che aspetta perciò, da bravi italiani furbi, usciamo dalla nostra fila e saliamo insieme ad altra gente su quella appena arrivata. “Luca siamo geniali hai visto?? Gli altri sono ancora li che aspettano una navetta che deve ancora arrivare, noi invece siamo già a bordo di questa!!” La nostra navetta però ha tutto fuorchè l’aspetto di una navetta standard. Si tratta praticamente di un trattore a cui è agganciato un coso per trasportare tante persone. Un coso per trasportare tante persone? Ok, forse è meglio se ve lo mostro, questo è il coso. Un sacco di persone salgono sulla nostra strana navetta ma ben presto ci rendiamo conto che sono tutti tedeschi e, quando a bordo sale una guida, capiamo di aver sbagliato qualcosa. Parlando piano lo faccio notare a Luca. “Peruz…. Mi sa che siamo finiti in mezzo a una comitiva di tedeschi…” “Shhhh Giò, non parlare, dobbiamo mimetizzarci. Tu sei bionda no? Al lago di Garda ti scambiano sempre per una tedesca… dobbiamo solo evitare di parlare!!” L’imbarco della comitiva finisce e, chiuse le “porte”, la navetta parte. Nel frattempo, di quella che avremmo dovuto prendere noi, ancora nessuna traccia. “Visto Giò che abbiamo fatto bene a salire qua? Noi siamo già partiti mentre gli altri stanno ancora aspettando!!” Nessuno sembra far caso noi… forse è vero che tra i tedeschi mi mimetizzo bene La guida inizia a parlare al gruppo e qui abbiamo la certezza che è proprio di questo che si tratta, una grossa comitiva di tedeschi. Età media? Sui 70 anni. Giovani ce ne sono ben pochi, noi ed altri 3 o 4. “Peruz, noi siamo i nipotini e questi due seduti di fronte a noi i nostri nonni!!” Nostro nonno ci guarda e ci sorride, capirà mica l’italiano vero? “Ma no Giò, tu poi parli dialetto veneto, mica Italiano. Anzi, per fare un buon lavoro dovresti parlare tedesco!” Sicuro Peruz, sai che cosa ho fatto stanotte invece di dormire? Ho imparato il tedesco. I 5 chilometri scorrono via veloci grazie al panorama meraviglioso e alla comicità di tutta la situazione ma, onde evitare di farci scoprire, appena la navetta arriva a destinazione scappiamo via alla velocità della luce. Adesso però abbiamo altro a cui pensare, trovare la strada per Deadvl…. Anzi no, credo che ci basterà seguire il lungo serpentone di persone che sta andando proprio in quella direzione. Siamo finiti a Rimini a ferragosto? Poco male, quando arriviamo a destinazione dimentichiamo ogni cosa: dimentichiamo l’affollamento, il caldo soffocante, tutto. Ma dove siamo finiti? Che meraviglia è mai questa? Deadvlei è davvero uno di quei posti da togliere il fiato e, proseguendo un pochino, si riesce anche a godere di un po’ di solitudine. La maggior parte dei turisti infatti si ferma all’inizio noi invece arriviamo proprio fino alla fine, dove non ci va quasi nessuno. Non andrei più via, cammino di qua e di la, faccio milioni di foto con la macchina fotografica e col cellulare e poi, non contenta, tiro fuori anche la gopro per fare qualche video. Sono completamente rapita, talmente tanto che nemmeno mi accorgo che Luca è sparito. Dove sarà andato? Quando lo vedo mi viene da ridere…il mio mister odio il caldo è andato a cercare ombra, evidentemente ha caldo nonostante oggi abbia deciso di vestirsi interamente di bianco per evitare di attirare i raggi del sole. Ve lo giuro, era vestito di bianco proprio per questo. Lo vedete nascosto all'ombra? Lo chiamo e lo costringo a fare qualche selfie con la gopro così, dopo qualche sbuffo, ne esce qualcuna di decente. Dai Luca, mica avrò speso tutti sti soldi per comprare la gopro e poi non utilizzarla, no?!! Finiamo il book fotografico e decidiamo che è ora di tornare sui nostri passi, fa davvero caldo e la pancia inizia a brontolare. Ci avviamo quindi verso il parcheggio, dando un'occhiata anche alla Big Daddy, la duna che avremmo dovuto scalare stamattina. Luca mi dice che lui non avrebbe avuto problemi a scalarla (avevate dubbi? ) mentre io ringrazio il cielo di non averlo fatto, sarei finita col morire troppo giovane. Ho superato i 30 ormai, certe cose è meglio lasciarle ai giovani. Nel frattempo copriamo le poche centinaia di metri che ci separano dal parcheggio ed arriviamo giusto in tempo per prendere la navetta. Quella giusta stavolta............... o almeno così pensiamo To be Continued!
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  10. SABATO 17 AGOSTO La sveglia suona alle 5.15, dobbiamo prepararci e fare una piccola pre-colazione in camper visto che quella al lodge sarà soltanto finita l’escursione, alle 8 e mezza passate. Alle 5.55 sentiamo passare un’auto e, convinti che sia la nostra, usciamo dal camper tutti imbaccuccati con guanti e berretto invernali. La macchina però non si ferma quindi rientriamo e ci sediamo ad aspettare che arrivi il nostro passaggio. Alle 6.05 non si vede nessuno, alle 6.15 ancora niente e alle 6.20 iniziamo a pensare che la nostra auto non arriverà mai. Io inizio a diventare nervosa e Luca pure e, quando alle 6.30 siamo ancora li ad attendere, capiamo che si sono dimenticati di noi. Sono nera, questa era una delle escursioni che più aspettavo di tutta la vacanza. Torniamo a letto o ci incamminiamo su per la collina da soli? Siamo sveglissimi quindi, scarponi ai piedi e pila in mano, scegliamo l’opzione 2. Saremo mangiati da qualche strano animale? Ci arrampichiamo su per la collinetta, chiacchieriamo, facciamo video e foto e ci guardiamo un’alba super. Le foto sulla collina sono uscite scurissime, ho provato schiarirle ma il risultato è pessimo Vabbè, ve la metto lo stesso, portate pazienza per la qualità indecente Ma che meraviglia è sto posto? Scendiamo e, per far passare il tempo, ci facciamo una bella passeggiata. Il sole è ancora basso e fa un freddo incredibile ma noi non lo sentiamo tanto siamo rapiti da tutto quello che ci circonda. Ci è QUASI perfino passata l’incazzatura per stamattina. Attenzione, ho detto quasi. Torniamo al camper, indossiamo abiti un po’ più leggeri e partiamo per raggiungere la reception, pronti a fare uno di quei cazziatoni da paura. Appena il ragazzo ci vede ci chiede come va e quando con un tono da funerale gli rispondo MOLTO MALE lui sussulta. Faccio così paura? Ci chiede cos’è successo, glielo spieghiamo ed io gli ripeto più volte che sono davvero molto arrabbiata. Lo ero davvero, mi avevano portato via una delle cose che più aspettavo!! Il ragazzo capisce che deve correre ai ripari quindi si offre di regalarci chetah viewing, cena di ieri sera e colazione.Vediamo che ce la sta mettendo tutta per farsi perdonare quindi accettiamo e andiamo a fare colazione. Al ristorante viene a prenderci la nostra guida per il chetah viewvieng, siamo solo noi 2 e ancora non sappiamo che questa esperienza sarò una delle più belle di tutta la nostra vita. Dopo un breve tratto in auto arriviamo sulle dune dove si trovano i ghepardi, dentro ad un recinto davvero enorme. Li vedremo attraverso la rete, vero? La guida ci spiega che di solito il Chetah Viewing non prevedere l’entrata nel recinto ma soltanto la visione attraverso la rete. Tuttavia, per farsi perdonare del disguido di stamattina, se vogliamo sono disposti a condurci dentro al recinto a piedi, a pochi metri dai ghepardi. Io deglutisco, ha detto a piedi a pochi metri dai ghepardi? Luca è al settimo cielo “ Giò, vedremo i ghepardi vicinissimi!!” La guida ci da un bastone a testa e ci spiega che, se i ghepardi si avvicinano troppo, dobbiamo portare il bastone in avanti ed alzare l’altro braccio. Devo inoltre togliermi gli occhiali specchiati altrimenti rischio di essere scambiata per un ghepardo ed essere attaccata. Ci rassicura poi dicendoci che nessuno è mai stato attaccato ma che bisogna fare attenzione perché uno dei ghepardi ha un caratteraccio. Luca, come se non fossi abbastanza spaventata, si gira verso di me e mi dice che c’è sempre una prima volta. Grazie Peruz, se volevi terrorizzarmi ci stai riuscendo benissimo. Devo proprio entrare in questo recinto?? Ci incamminiamo sulle dune ed io sono davvero spaventata, sopravviverò per raccontare questa esperienza? Luca, manco mi avesse letto nel pensiero, si gira e tenta di farmi coraggio dicendomi che poi potrò raccontare di questa esperienza nel mio diario sul forum dell’America. Dai Giò, forza. Arriviamo in cima alla duna di sabbia e i ghepardi sono li, fermi, che ci guardano curiosi. Quanto sono belli?! La guida ci fa segno di avvicinarci ancora finchè arriviamo a nemmeno 3 metri da loro. Volete andare ancora più vicino? No grazie guarda, sto benissimo dove sono. La paura è tanta ma l’emozione ancora di più, questa è una di quelle cose che si ricordano per tutta la vita. Sono bellissimi ma sono combattuta: una parte di me non se ne andrebbe più, l’altra non vede l’ora di darsela a gambe. Perciò, quando la guida ci dice che è ora di andare ed usciamo dal recinto, non posso fare a meno di tirare un sospiro di sollievo. Sono salva!! Facciamo ritorno alla reception, salutiamo la guida ed andiamo a ringraziare il ragazzo inglese. Lui mi chiede subito se sono ancora arrabbiata e quando gli dico di no mi dice che ne è molto contento. Bisogna dargliene atto, si sono fatti perdonare alla grande! A malincuore è arrivata l’ora di lasciare Kaanan, adesso ci aspetta il posto più famoso e turistico della Namibia, le dune di Sossusvlei. Ci arriveremo con la schiena tutta intera? Il resto della D707 è carino ma niente di così entusiasmante e la strada che conduce a Sessriem è la peggiore di tutto il viaggio. E’ davvero dissestata ma io ho il pilota migliore del mondo ed arriviamo al nostro campeggio tutti interi. Abbiamo avuto la fortuna di trovare posto nel campeggio all’interno del gate, quello in cui si può entrare al parco un’ora prima ed uscire un’ora dopo di tutti i comuni mortali. La posizione però è l’unica cosa positiva del posto visto che tutto il resto è pessimo: c’è un affollamento incredibile, i bagni sono sporchi e senza carta e al ristorante sono di una lentezza allucinante. Troviamo un soprannome adatto a sto posto?! Ce l’ho, il campeggio dei poveri!! Si perché qui a Sossusvlei non c’è solo il campeggio ma anche un bellissimo lodge, alla modica cifra di quasi 300€ a notte. Noi ovviamente quel lodge non l’abbiamo mai preso in considerazione, siamo poveri, ricordate? Facciamo il check in, ci sistemiamo nella nostra piazzola e mangiamo i nostri panini. Sono le 2 e mezza ed abbiamo deciso di passare il pomeriggio a rilassarci e a gironzolare per la zona. A vedere le dune ci andremo domani, tanto abbiamo un giorno pieno Per prima cosa porto Luca a vedere il bellissimo lodge appena fuori dal gate, il sossusvlei lodge. Voglio fargli una sorpresa e portarlo a mangiare qui stasera, ho sentito meraviglie del loro buffet e non voglio perdermelo. Andiamo quindi alla reception , prenotiamo il nostro tavolo per la sera e poi andiamo al bar a bere qualcosa. Quanto si sta bene qua?! Che relax, peccato dover andare al distributore a rifornire il camper. Dopo aver fatto benzina e preso un paio di birre al market per l’aperitivo di domani sera decidiamo di andare a vedere il tramonto sulla Elim dune, la duna più vicina al gate di ingresso. Una volta al parcheggio ci rendiamo conto che forse abbiamo fatto tardi, il sole sta iniziando a scendere un po’ troppo velocemente. “Dai Giò, si tratta di solo mezz’oretta di scalata, sarà un tramonto bellissimo conquistato in modo facile facile….” Talmente facile che a metà salità sto per perdere un polmone. Avevamo completamente sottovalutato quanto fosse impegnativo camminare sulla sabbia e la salita, complice anche la fretta per l’ora tarda, è più sfiancante del previsto. Per fortuna, come sempre quando c’è una competizione o un tramonto di mezzo, io entro in trans agonistica e arrivo giusto in tempo per fare qualche bella foto del sole che scende sulla duna. Qui mi rendo conto che mi manca tremendamente l’aria ma per fortuna nel marsupio ho il mio inseparabile ventolin che mi fa subito stare meglio. “Vuoi uno spruzzetto anche tu Luca? Vedrai come ti apre i polmoni” Lui è provato ma è restio a prendere le medicine anche quando gli servono quindi mi guarda in malo modo e scuote la testa. “Ti pare che mi faccio il Ventolin?!” E’ ora di tornare al nostro campeggio dei poveri, parcheggiare nella piazzola ed andare a piedi al buffet del sossusvlei lodge. Il gate pedonale del campeggio chiude alle 10 quindi abbiamo quasi un paio d’ore per mangiare. Dopo 5 minuti a piedi arriviamo al ristorante, ma che meraviglia è mai questa? Si mangia all’aperto, su tavolini illuminati solo dalle candele. C’è l’isola degli antipasti, quella dei primi, quella della carne e quella del pesce. Ci sono almeno 15 tipi di carne diversa, rigorosamente cruda e pronta ad essere cucinata sul momento da uno dei ragazzi alla griglia. Mangiamo come se non ci fosse un domani, ci sembra di essere in paradiso. Costo totale? 27 euro a testa mai spesi meglio. Con la pancia piena torniamo al campeggio, pronti ad alzarci all’alba anche domani mattina, ci aspettano le dune di Sossusvlei!!
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