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  1. Venerdì 30 agosto 2018: Andasibe - Manambato - Palmarium Siamo agli sgoccioli del viaggio, ormai mancano gli ultimi giorni, ma il meglio ce lo siamo lasciato alla fine. Ieri sera la signora dell'hotel ci ha avvisato che saremmo partiti per le nove, Petit ci ha lasciato qualche minuto di riposo in più! Dopo l'ottima colazione, siamo pronti ad affrontare la lunga strada di oggi... si parte da Andasibe, si prosegue sulla RN 2 fin dopo Brickaville, poi 2 ore di pista orrenda per arrivare Manambato e da qui... 2 ore di battello sul canale di Panagalanes per arrivare alla Palmarium Reserve. Ma procediamo per gradi... Partiamo attraversando un paesaggio pazzesco, verde, rigoglioso, tropicale. La Route National 2 parte da Tana e arriva in uno dei porti più importanti del Madagascar, ma come tutte le altre strade, è ridotta veramente male, con l'aggravante che è anche trafficatissima, camion e taxi brousse su tutto. Riusciamo anche ad aiutare un altro driver che ha forato una gomma in una delle innumerevoli buche. E noi ne approfittiamo per scattare un po' di foto intorno, a questo verde e a questa ricchezza. Approfittiamo di una breve sosta per fare un giro in un mercato locale... Bello, variopinto e profumato, sui banchi compriamo le nostre classiche banane, un frutto stranissimo, la Sugar Apple, konykoni in malgascio, che mangeremo per merenda. Ci divertiamo un mondo a scattare e chiacchierare, a farci un po' prendere in giro con un sorriso, in fondo siamo i vahaza, c'è la cannella quasi ovunque, il frutto del cacao, le canne da zucchero, il tamarindo, i jack fruit... potendo, avremmo assaggiato tutto... O meglio... quasi tutto! Si, sui banchi ci sono queste strane cose scure, lunghe all'incirca mezzo metro. Guardo meglio e capisco che non è frutta, ma anguille affumicate! Si, ci spiega Petit, in questa zona le anguille abbondano e se non vengono mangiate fresche, vengono affumicate per conservarle! L'aspetto non è dei migliori, però... Mentre attraversiamo Brickaville, una visione davanti a noi... Si, è proprio uno scuolabus, di quelli americani! L'impressione è quasi come vedere un'astronave aliena!!! Purtroppo in Madagascar le linee ferroviarie sono praticamente abbandonate... quando va bene ci passa un treno al giorno, quando va male, invece sono completamente abbandonate, affogate tra la vegetazione. In un paese che avrebbe bisogno di una maggiore velocità di spostamento, è veramente una iattura. Lasciamo la RN2 e ci tuffiamo su una pista che è davvero un incubo... 7 km percorsi in un'ora, tra sabbia, buche e sballottamenti, per arrivare sulla riva del Lac Rasorabe, da dove partiremo per l'ultimo tratto in barca. Ne approfittiamo per pranzare, i gamberoni grigliati sono davvero ottimi (e con tanto aglio), le verdure saporite, la birra è fredda e piacevole... ma il servizio è di un lento, ma di un lento che credo che i gamberoni li abbiano pescati al momento dell'ordine! Finalmente alle 2 siamo pronti per imbarcarci, saliamo a bordo della nostra barchetta e via, sul canale di Pangalanes! Con noi c'è una coppia di francesi, piuttosto taciturni che si guardano intorno e osservano sghignazzando le nostre magliette. Il comandante sfreccia sul canale con questa specie di grossa piroga motorizzata, quando ad un certo punto... SPUT SPUT SPUT... Il motore si ferma. Silenzio... siamo praticamente a metà strada con la barca in panne! Il comandante apre la calotta del fuoribordo, Petit si attiva per cercare di capire l'entità del danno, il nostro battello va alla deriva, appoggiandosi su un tronco... Il problema è che si è rotto il tubo della benzina e quando il comandante accelera, il carburante spruzza ovunque tranne che nel motore. No problem! E che non vai in giro con un pezzo di tubo qualsiasi? Certo, ce n'è uno proprio nel gavone, quello, un coltello (lo stesso della frutta), un po' di nastro adesivo e in pochi minuti siamo di nuovo in moto! Il canale pullula di vita, piccoli villaggi sorgono tra il canale e l'oceano, qui si vive di pesca e di agricoltura. Con solo una mezz'oretta di ritardo arriviamo al Palmarium... che dire... WOW! Il posto è fantastico, la reception è una grande capanna dove ci accolgono con un drink di benvenuto e le raccomandazioni del caso, come comportarsi con i lemuri che qui vivono indisturbati e con gli altri animali. I bungalow con terrazza e amaca si susseguono ai bordi della laguna di Ampitabe in mezzo alla vegetazione lussureggiante, lemuri e camaleonti sono davvero dappertutto. Naturalmente, niente internet, niente segnale telefonico, niente macchine, solo tranquillità e silenzio. Si potrebbe fare subito il tour per vedere gli Aye Aye, ma decidiamo che ora abbiamo bisogno di un po' di relax, tanto abbiamo 2 notti, lo faremo domani, oggi abbiamo l'amaca e la nostra konykoni! L'apro a metà, la polpa è morbida, dolce e profumata, sembra di mangiare un dolcetto alla crema, ci sono un sacco di semi grandissimi, ma è davvero ottima. Ma vi pare che noi siamo capaci di restare fermi? Assolutamente no! Ci facciamo un giro per la riserva, fotografiamo un po' di lemuri per niente spaventati, scendiamo al pontile per un po' di foto al tramonto... Appena scende il sole, torniamo al bar, ci prendiamo una Tequila Sunrise che di sunrise ha molto poco, visto che è monocromatica, una pinacolada fatta sul momento, questa davvero spettacolare, quindi la meritata doccia prima di cena. Ah, per farvi capire, qui i lemuri sono proprio di casa! E non solo i lemuri... anche i gechi... questo abita nella nostra camera, nascosto dietro un armadio! Cena ottima, a base di pesce, l'immancabile THB di accompagnamento e via, tutti a nanna, domani ci aspetta una lunga giornata! Beh, ma tu chi sei? appena apro la zanzariera attorno al letto, mi accorgo che c'è un ospite indesiderato... un bruco enorme! Con un po' di carta lo accompagno fuori dalla porta e lo lascio libero tra gli alberi... Buonanotte mondo!
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  2. Mercoledì 28 agosto 2019 Altra lunga giornata di trasferimento, l'ultima nelle nostre speranze 😄 Devo ammettere però che anche se fisicamente è un po' pesante il viaggio lungo svuota la mente e mi rilassa in modo incredibile. Non c'è passato, non c'è futuro, solo questa lunghissima strada, i paesaggi mutevoli, i sorrisi dei bimbi, la curiosità della gente, le soste, la pipì che scappa ogni cinque minuti 😁, il cielo blu fastidio, l'oro liquido del sole al tramonto. Partiamo alle sette immersi in una nebbiolina leggera, che man mano si alterna con il sole, le nuove, di nuovo il sole e finalmente un cielo tersissimo. Facciamo una rapida sosta ad Antsirabe, dove siamo ormai di casa e riconosciamo luoghi e strade: Petit non si è dimenticato che gli abbiamo chiesto dove acquistare i francobolli per spedire le cartoline ai nipoti naturali e adottati, facciamo bancomat alla Societé Generale (siamo riusciti a spendere un sacco di soldi, sì! 💗), una sosta pipì alla fornitissima stazione di servizio dove ci sono anche le Pringles, e poi si riparte. E' in atto una vera transumanza, Petit ci spiega che è il periodo dei mercati di bestiame, e chi vuole vendere parte a piedi con la mandria, macinando decine e a volte anche centinaia di chilometri, perché più ci si avvicina a Tana e più alto è il prezzo che si spunta. Non per la prima volta penso a quanto poco ci metteremmo a soccombere a una vita simile, noi occidentali fortunati nati nel cotone profumato. Poco dopo mezzogiorno commentiamo, ovviamente in italiano, un cartello che pubblicizza il foie gras locale. Petit, sempre attento, ci chiede se ci piaccia e ci propone di anticipare un po' la prevista pausa pranzo fermandoci al paese successivo, ben noto per la produzione locale di questa prelibatezza, avvisandoci che è un po' cara ma ne vale la pena. Paolo è entusiasta e ordina i "cinque assaggi", io prudentemente vado sul pollo con i funghi. Assaggio e tutto sommato non mi schifa come pensavo, ma ... stranamente, il foie gras sa di fegato, diciamo che per me l'entusiasmo è un'altra cosa 😜 Alla fine, per il nostro costosissimo pranzo spenderemo dieci euro in due, di cui sette per il solo piatto di Paolo: Petit ha preferito mettersi a tavola con i colleghi, che sembra conoscere tutti. Mentre aspettiamo Petit accanto alla macchina per rimetterci in viaggio, notiamo una bimbetta seria seria che ci studia tutta intenta, e non cambia espressione né ai nostri saluti né alle foto che le mostriamo, ma ci regala un sorrisone che scalda il cuore quando le regalo un sacchetto di patatine, con cui si allontana felice saltellando. Avvicinandoci a Tana incontriamo più volte distese di panni coloratissimi messi ad asciugare al sole, Petit ci racconta che quando qualcuno muore la famiglia fa una specie di festa lavando tutti gli indumenti e la biancheria di casa, godendosi un picnic e una giornata insieme per salutare il defunto, come a fagli sapere che anche se non è più qui è sempre con loro. Le ultime quattro ore di viaggio, passato il traffico infernale della circonvallazione di Tana, scorrono lente. La RN2 è messa malissimo, sembra bombardata, l'asfalto è un colabrodo - giusto per non farci sentire la nostalgia di Roma 😁 - probabilmente a causa dei tanti camion che transitano ogni giorno da e per il porto di Tomasina, raggiungibile solo passando di qui. Una sola breve pausa in cima a un'altura, dove ci si spalanca una bellissima vista sulla vallata, per comprare un po' di quelle buonissime bananine mignon che mi piacciono tanto e regalare un paio di polaroid alle bimbe della bancarella, che si incantano come sempre. Ci avviciniamo alla foresta pluviale e alla nostra meta, che raggiungiamo giusti giusti per il tramonto. L'hotel è bellissimo e per cena ci viene servito il migliore zebù del viaggio. Tra una chiacchiera e l'altra Petit ci ha confermato che il giro come lo abbiamo concepito è buono, non troppo tirato ma neanche troppo scarico, e a nostra richiesta ce ne confeziona un quattro e quattr'otto uno per il sud ... andiamo a letto dicendoci che sì, lo abbiamo capito da tanto e adesso ce lo possiamo dire, in Mada ci si torna, a riprendere il pezzo di cuore che stiamo lasciando qui.
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  4. Brava!! Regolamento (CE) n. 1/2005 del Consiglio del 22 dicembre 2004 “sulla protezione degli animali durante il trasporto e le operazioni correlate che modifica le direttive 64/432/CEE e 93/119/CE e il regolamento (CE) n. 1255/97” ❤️❤️
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  5. Lascio qui il link al diario che ho finalmente iniziato http://www.usaontheroad.it/index.php?/topic/26493-in-corso-in-jeep-tra-i-vulcani-hawaii-2018/
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