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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 18/10/2019 in tutte le aree

  1. Eccomi qua con un nuovo diario, finalmente ce l'ho fatta ad iniziarlo Quanto mi fa strano però non scrivere nella sezione West!! Un anno fa, qualcosa tipo 5 secondi dopo essere scesa dall’aereo, iniziavo a pensare a dove sarebbe stato il nostro prossimo viaggio estivo. Le idee erano, come sempre, tantissime: Bali, Thailandia, Cambogia e USA. Potevano forse mancare i miei amati Stati Uniti nelle idee di viaggio? Ovviamente no!! Stavolta però sapevo che tornare negli USA sarebbe stato difficilissimo, se non impossibile. Luca voleva cambiare meta e, anche da parte mia, c’era la voglia di visitare qualche altro continente. Ok ma…quale? Guardo un po' di mete ma i voli sono alle stelle. Più passano i giorni poi più inizia a tornarmi la voglia di andare, un'altra volta, negli Stati Uniti. No Giò, non ti lusingare, non farlo!! Stavolta Luca ti ammazza se gli proponi di tornare un'altra volta in America!! Riesco a trattenermi e, per farmi venire qualche idea, inizio a leggere i diari di viaggio. Provo a stare lontana dalla sezione USA e ad aprire solo quelli degli altri continenti. Vediamo un po', cosa potrei leggere? Asia, Americhe, Oceania, Europa. Africa no, quella proprio non mi ispira. Luca va spesso in Kenya per lavoro e, ogni suo tentativo di farmi andare in Africa, è sempre fallito miseramente. Nel frattempo esce un volo per Seattle a poco più di 350€ da Venezia, proprio per quelle che sarebbero le nostre eventuali date. Ho una voglia matta di tirare fuori la carta di credito e cliccare su acquista ma so già che finirei per litigare con Luca quindi sono costretta a legarmi le mani. Quando glielo dico mi risponde che ho fatto bene a non comprarlo, altrimenti sarei andata da sola. “Ma Peruz, era un volo per Seattle a 350 euro!!!” “Avrebbe anche potuto essere gratis, io in America quest’anno non ci torno”. Ed è così che anche le mie più piccole speranze vanno in fumo e mi convinco a cercare seriamente una meta alternativa. Un giorno, mentre navigo sul forum, la mia attenzione viene catturata da un diario di viaggio che non parla di America ma di Africa. E’ quello di @pandathegreat e @mouette, dal titolo Namibia on the road. L'Africa la snobbo da sempre ma i loro diari mi piacciono tanto quindi decido di leggerlo lo stesso. Più leggo e più mi convinco che la Namibia potrebbe davvero piacermi. Luca è in Kenya e, quando per telefono glielo accenno, pensa lo stia prendendo in giro. “Tu? In Africa? Certo Giò, guarda che non ti crede nessuno!!!” Il tempo passa, lui torna a casa, e io continuo a leggere le avventure di @pandathegreat e @mouette. Ad ogni giornata pubblicata la mia voglia di andare in Namibia cresce sempre di più e, ad ottobre, sono piuttosto convinta. “Luca, ma allora che ne dici se andiamo in Namibia quest’estate?” Lui mi guarda di traverso, probabilmente chiedendosi cosa avessi fumato. “Come mai improvvisamente vuoi andare in Africa? Hai preso una botta in testa?” Ma no, ti giuro che sono serissima!!! Era ottobre e il discorso è morto cosi’, con Luca convinto che avrei cambiato idea. Insomma, com’era possibile che io volessi andare in Africa? Poi, in una domenica di inizio dicembre, lui ridendo mi chiede se allora sono ancora convinta di andare in Namibia questa estate. Io gli rispondo di si ma che, in realtà, mi piacerebbe davvero anche tornare negli USA. E’ in quel momento, quando sente nominare la parola USA un’altra volta, che il nostro viaggio in Namibia diventa realtà. Non vogliamo prenderci tardi quindi a dicembre decidiamo di prenotare voli e hotel. Purtroppo ci è subito chiaro che la Namibia ha dei costi folli e, quando mi faccio un preventivo personalizzato comprensivo di volo, auto ed hotel per poco non faccio un infarto. Ma che roba è?! Questi non stanno bene!! I lodge costano in media 150€ a notte a persona, arrivando a picchi di 250€ a notte a persona. E pensare che l’anno scorso mi sembrava caro Yellowstone con i suoi 175$ a notte e a stanza per dormire all’interno del parco… non mi lamenterò mai più dei costi negli USA, lo giuro. La macchina ha un costo altrettanto folle, circa 1700€ per 17 giorni di noleggio. Il risultato è che, la cifra finale sul mio foglio excel, supera i 3000 euro a persona soltanto di costi fissi quali volo hotel e auto. A questa cifra bisogna poi aggiungere tutti gli extra. Eh no, io tutti quei soldi per andare in Africa non li spendo manco morta. Lo dico a Luca e lui concorda con me, sono decisamente troppi soldi. Improvvisamente però si fa pensieroso ed io inizio a preoccuparmi. Quale idea malefica starà partorendo? Alza la testa e, con gli occhi che brillano, mi comunica che ha avuto un’idea geniale: andiamo in tenda!!! Lo trafiggo con lo sguardo. “Io in tenda? Ma mi ci vedi? Odio il campeggio, ti pare che vado in Africa in tenda? Non ci penso proprio!!” Lui tenta di convincermi ma non c’è verso, io in Namibia in tenda non ci vado. Li di notte ad Agosto fa freddo ed io voglio avere il mio bagno. Provo allora a pensare ad un’alternativa che ci permetta di fare ugualmente questo viaggio e mi viene in mente una soluzione intermedia, il camper. Costa 1800 euro ma ci permetterà di abbattere il costo dei lodge. Camper sia!!! A Natale Babbo Luca mi fa un regalo e sotto l’albero trovo il biglietto per Windhoek. Avrà voluto assicurarsi che non cambiassi idea? Probabilmente si ma va bene lo stesso, sono felicissima, ad agosto si va in Namibia! Prenoto tutto da me sui siti ufficiali e alla fine l’itinerario diventa questo: 12-13 agosto: Venezia – Windohek 14 agosto: Windhoek – Deserto del Kalahari 15 agosto: Deserto del Kalahari – Fish River Canyon 16 agosto: Fish River Canyon – Luderitz 17 agosto: Luderitz – D707 18 agosto: D707 – Sesriem 19 agosto: Sesriem 20 agosto: Sesriem – Swakopmund 21 agosto: Swakopmund 22 agosto: Swakopmund – Spitzkoppe – Twyfelfontein 23 agosto: Twfelfontein – Palmwag 24 agosto: Palmwag – Etosha 25 agosto: Etosha 26 agosto: Etosha 27 agosto: Etosha – Waterberg 28 agosto: Waterberg – Windhoek 29 agosto: Windhoek – Doha 30 agosto: Doha 31 agosto: Doha - Venezia E’ stato un viaggio meraviglioso e pieno di emozioni ma anche molto impegnativo. Fare campeggio è molto diverso dal dormire comodamente in hotel e le strade sterrate della Namibia non ci hanno aiutato. La sabbia entrava nel camper e, ogni giorno, dovevamo ripulire tutte le nostre cose dallo strato di sabbia che le ricopriva. Siamo tornati a casa più stanchi di prima, guardandoci negli occhi e promettendoci che non avremmo mai più campeggiato in Africa. Tuttavia è stata una esperienza diversa che ricorderemo per sempre, una di quelle esperienze da fare almeno una volta nella vita. Ecco, soltanto una però, adesso io ho già dato!! Cosa mi è piaciuto e cosa no? Ho adorato Luderitz e Swakopmund. Non avevo grandi aspettative su queste due località costiere invece sono state la sorpresa del viaggio. A Luderitz ho assistito al più bel tramonto della mia vita, talmente bello da battere perfino quello nei parchi americani. Sorprendentemente mi è piaciuto tanto anche il safari. E’ iniziato male dato che il primo giorno, non vedendo assolutamente nulla, avrei voluto suicidarmi dalla noia. Menomale che poi la situazione è migliorata ed Etosha ci ha regalato avvistamenti incredibili e giornate bellissime. La più grande delusione del viaggio invece è stata sicuramente la zona di Palmwag, poco interessante sia dal punto di vista paesaggistico sia da quello degli avvistamenti. Meglio l’Africa o l’America? Eccola qua, la domanda più gettonata al nostro ritorno. Non so perché ma, la stragrande maggioranza delle persone, è convinta che l’Africa sia più bella, anche se non ha mai visto nessuna delle 2. E’ per questo che, quando mi chiedono se è meglio l’Africa o l’America, non voglio passare sempre per quella fissata con gli USA e la mia risposta è molto neutra: sono due cose completamente diverse, non sono paragonabili. Di solito la maggioranza delle persone non approfondisce e non mi chiede cosa ne penso davvero, convinti che io non voglia ammettere che in realtà l’Africa mi è piaciuta più dell’America. Qui però posso dire la verità visto che siamo su un forum che parla di USA. La verità è che, per me, non c’è proprio confronto. Gli USA battono l’Africa su quasi tutti i fronti: quello paesaggistico, quello umano, quello delle emozioni. Su cosa l’Africa è nettamente superiore invece? Il cielo stellato e i tramonti. Ecco, i tramonti africani non li dimenticherò mai e per me, da soli, valgono il viaggio. La Namibia ci è piaciuta tantissimo, è un paese bellissimo che ci ha regalato una vacanza splendida. L’america però è un’altra storia tanto che, ne io ne Luca, siamo tornati a casa col mal d’Africa. Il mio mal d’America invece è sempre li e dubito che se ne andrà tanto presto. Ma basta parlare di America, che questo è un diario sulla Namibia!! Vi auguro buona lettura e spero di riuscire a finirlo in tempi brevi
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  2. Ho fatto il Navajo loop sabato scorso, alla mattina alle otto c'erano - 7 gradi, non riesco ad immaginare il freddo in inverno. Anch'io punterei su Death Valley, Joshua Tree e Valley of Fire.
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  3. Sì concordo con @Monica405! Se arrivi alle 22, più il tempo per immigration e ritiro bagagli, rischi di metterti in auto dopo mezzanotte! Potete dormire in aeroporto o, se proprio volete guadagnare tempo, vicino alla stazione da cui partirete per Philadelphia la mattina seguente. Io ho attraversato la Amish County in auto, ma essendo domenica con tutti i negozi chiusi, forse avremmo potuto saltarla, anche se i pretzel caldi sono valsi il viaggio fino a Lititz!! Per cui, puoi valutare se saltarla e andare a Washington in treno o bus!
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  4. GG3 - 20/08 Kruger National Park Stamattina la sveglia è proibitiva (4.45)!!! Alle 05.15 dobbiamo trovarci con la guida fuori dall’hotel per il nostro primo safari all’interno del Kruger National Park. Dormire poco fa male!! Dopo qualche minuto di attesa nella hall, che occupiamo facendo qualche selfie giusto per non addormentarci, ecco arrivare Stan Lee (si avete capito bene come il mitico fumettista, chissà che i genitori non fossero fanatici della Marvel ) e la sua jeep. Stan ci saluta, ci aiuta a salire e distribuisce delle coperte con cui scaldarci finché non uscirà il sole; fa veramente freddo e la super velocità con cui scorrazza tra le vie di Phalaborwa non aiuta. Dopo aver raccattato un'altra coppia (credo inglese) che effettuerà il giro con noi, alle 6 precise siamo di fronte all’ingresso del parco. Qualche piccola raccomandazione prima di entrare (non scendere dalla jeep, non stare con le braccia a penzoloni e soprattutto avvisarlo appena vediamo qualche animale) e in pochi minuti siamo ufficialmente all’interno questo fantastico parco . Siamo elettrizzati all’idea di vedere i nostri primi animali e, nonostante sia ancora buio e sia difficile vedere, aguzziamo tutti gli sguardi alla ricerca del primo animale di questo safari. Man mano che albeggia riusciamo anche a vedere meglio la vegetazione intorno a noi; è completamente diverso da come me lo immaginavo, il paesaggio è molto spoglio (è inverno brava me!) e costituito da alberi dal basso fusto e arbusti e il colore predominante è l’arancione. Rimango inoltre stupita dai percorsi; le strade sono molto ampie e ben asfaltate, sono presenti diverse indicazioni stradali che segnalano i percorsi che si possono effettuare con la distanza dai vari punti attrattivi o rest camp. Dopo neanche 10 minuti dal nostro ingresso individuiamo due elefanti che stanno facendo “colazione” a pochi metri dalla strada. Il ranger si ferma a bordo strada e inizia a raccontarci qualche curiosità sugli elefanti: in particolare che istituiscono una società matriarcale dove sono le donne ad occuparsi della maggior parte delle cose (strano…🙈). Lasciati gli elefanti, dopo pochi km ne incontriamo un altro, solo soletto . Fa strano vederlo da così vicino nel suo habitat naturale, si riesce a scorgere distintamente la sua pelle rugosetta. Dopo questo piacevole incontro ravvicinato Stan abbandona il tracciato stradale asfaltato e inizia a percorrere uno sterrato alla ricerca di una coppia di leoni che il giorno prima erano stati avvistati in quella zona (purtroppo non li vedremo). Mentre girovaghiamo per le stradine è affascinante constatare la rete di comunicazione che c’è tra le varie guide che accostando o tramite walkie talkie si scambiano informazioni sugli animali avvistati. Nelle ore successive incontreremo dei bei grupponi di Impala (apostrofati da Stan Lee “fast food”) e una coppia di giraffe. La guida ci porta anche a vedere alcune capanne, vicino alla “montagna” centrale, ora abbandonate ma che un tempo erano dimora di gente del posto i quali furono costretti ad abbandonarle quando il parco divenne “National park”. Continuiamo il percorso e facciamo qualche altro avvistamento: Il mitico Stan! Gli infreddoliti! Faraone che tentano il suicidio! Pumba!!! Il tempo passa velocemente e purtroppo è ora di tornare in hotel per la colazione (della serie dormite ovunque: durante il viaggio di ritorno io e Simo schiacciamo un pisolo ). Alle 10.15 siamo belli che seduti con le gambe sotto il tavolo per la nostra prima colazione in suolo africano. L’hotel propone colazione dolce a buffet e salata fatta su ordinazione. Mangiamo a più non posso e alle 11 lasciamo nuovamente l’hotel per tornare al Kruger ma stavolta in “self drive”. Prima però dobbiamo fare qualche commissione: comprare una sim locale, prelevare, fare benzina e prender qualcosa per il pranzo al sacco. La sera prima avevamo visto che c’era una Vodacom (la loro Vodafone) all’interno di un mini centro commerciale in zona e quindi decidiamo di dirigerci li. Puntiamo subito alla Vodacom dove un’addetta ci chiede un po' di informazioni per la registrazione della sim. Le consegniamo un vecchio telefono, “rubato” a mia mamma prima della partenza, per effettuare i test di funzionamento e una volta che la prova ha dato esito positivo ritiriamo il tutto e usciamo dal negozio. Per la cronaca il telefono si dimostrerà fin da subito inaffidabile per problemi di batteria ed estremamente lento . Dopo aver perso quasi mezz’ora per la sim e altrettanto tempo per spesa, benzina e prelievo dei contanti, finalmente alle 12.30 siamo al visitor center del Phalaborwa gate, compiliamo i dati necessari, paghiamo gli 88 euro (ad automezzo) per l’ingresso e otteniamo il pass. Presentiamo il pass alle guardie che, dopo aver controllato il nostro baule (per verificare che non avessimo alcolici con noi) e averci ribadito di tornare entro le 18 orario di chiusura del gate, ci danno il via libera per entrare nel parco. All'entrata di ogni Gate e nei vari camp all'interno del parco sono presenti queste lavagnette in cui si può indicare gli avvistamenti effettuati. Decidiamo di puntare verso Olifants camp che sorge nelle vicinanze dell’omonimo fiume dove dovrebbero vedersi molti animali che si abbeverano e che dovremmo raggiungere in circa due ore. La formazione prevedere Giovanni alla guida, Luca copilota e io e Simo in modalità avvistatrici, beh ovviamente manco a dirlo tutti gli animali verranno individuati prima da Luca e Giovanni . Il percorso si rivela molto piacevole e fortunato, individuiamo un sacco di animali tra cui un leopardo, che purtroppo vediamo solo di sfuggita, mente scappa con in bocca una preda. Si vede solo in parte ma il leopardo c'è!!! Bellezze al bagno! La dura vita della iena... Alle 14.30 arriviamo all’Olifants; il paesaggio è spettacolare, dalla terrazza panoramica si ha una vista sconfinata sul fiume sulle cui rive individuiamo elefanti, ippopotami etc.. Il camping è davvero carino lo percorriamo per sbirciare come sono le camere e i vari servizi offerti tra cui uno shop (in cui facciamo i primi acquisti) e un ristorante. La cosa più bella è proprio la terrazza dove staremmo ancora delle ore ma purtroppo ci attende il tragitto contrario e tra una cosa e l’altra si sono già fatte le 15.30. Sicuramente ripensandoci dopo non sarebbe stato male alloggiare almeno una notte all'interno del parco... 0 Torniamo quindi alla macchina e Luca si mette alla guida con l’obiettivo di arrivare al gate prima delle 18. Ovviamente anche in questo caso, dopo qualche altro avvistamento, io e Simo ci addormentiamo lasciando agli uomini l'ansia di arrivare al gate per tempo . Alle 17.30 siamo all’uscita e ci dirigiamo in hotel. Ci accordiamo per trovarci per le 19 e decidiamo di ritornare nel ristorante della sera precedente dove ordiniamo gli stessi piatti ma in dosi maggiori e stavolta chiediamo le patatine senza paprika visto che quelle della sera prima ne erano cosparse. Tra una chiacchiera e l’altra tiriamo le 21 e la stanchezza inizia a farsi sentire quindi decidiamo di rientrare in hotel. Domani mattina entreremo di nuovo al Kruger da soli e vogliamo essere al gate prima delle 6 per evitare eventuali code (che in realtà non abbiamo mai visto) per completare un importante obiettivo: vedere i leoni che oggi ci sono sfuggiti! Continua... SPESE DEL GIORNO: sim card Vodacon 415 Rand spesa supermercato 84,95 Rand benzina 648,73 Rand ingresso autonomo Kruger 1.488 Rand cena “Bushveld Terrace Hotel - Restaurant” 4 persone 897 Rand Morning Game Drive in Kruger (prenotata con l'hotel - abbiamo scoperto poi che organizzandola direttamente con il Visitor center costava quasi la metà) 3.200 Rand (800 Rand a persona)
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  5. 23 Agosto 2019: Kirindy Forest Lodge - Bekopaka I rumori della notte nella Kirindy Forest... Versi di uccelli, movimenti tra le foglie, sulla terrazza, qualcosa passeggia sul tetto della nostra capanna, il buio fuori è assoluto (non c'è elettricità tra le 21:00 e le 6:00 del mattino), ma ad un certo punto, ai mille rumori della foresta si sente un TIC TIC TIC molto più familiare. Piove? Ma non siamo nella stagione asciutta? 😱 Suona la sveglia, stamattina abbiamo una passeggiata nella foresta, sempre con Ferdinand, l'appuntamento è alle 7, ci fiondiamo a colazione per le 6:30, un caffè, dell'ottimo succo, pane e marmellata e siamo pronti a partire alla scoperta della Forete Seche... Talmente tanto "seche" che la pioggia di stanotte ha lasciato ben poche tracce e evita solamente che si sollevi troppa polvere. La costa ovest del Madagascar è più desertica, in quanto gli alisei soffiano da est e le perturbazioni vengono fermate dalle catene montuose che tagliano il paese da nord a sud. Qui le piogge sono per la maggior parte stagionali, durante il nostro inverno. Oggi la nostra passeggiata parte direttamente dal Lodge, in poche centinaia di metri siamo nel fitto della foresta, guidati da Ferdinand che ci indica le varie specie di lemuri diurni che vivono qui. Ce ne sono tantissimi, non sono spaventati dall'uomo e si lasciano avvicinare senza paura. Essendo una riserva naturale, non è possibile né toccarli, né dargli da mangiare, ma non ce n'è bisogno, non sono timidi per niente! Inizialmente vediamo 2 specie di lemuri, quelli grigi e marroni, un gufo bellissimo che si riposa dopo una notte di caccia e infine, anche loro, i Sifaka, i lemuri più grandi di quest'area, molto belli, con la loro colorazione bianca e nera e la coda lunghissima. Sono agilissimi e saltano con leggiadria da un ramo all'altro, come se non avessero peso, si lanciano con tutte e 4 le zampe da un albero, ruotano in aria come un trapezista e atterrano sempre su tutte e 4 le zampe. Alle 9:30 torniamo al lodge, soddisfatti ma sudati come in una sauna... Ci avevano consigliato di indossare una maglia a maniche lunghe, visto che la foresta "seche" è piena di rami secchi e spine, ma se anche la foresta è "seche", l'umidità è altissima! Partiamo subito verso nord, su una pista sterrata, ma, dice Petit, il peggio sarà dopo! Arriviamo al primo dei fiumi da attraversare... Ci sarà un ponte, direte voi... ehm, come dire... No, ponti non ce ne sono, lo Tsibirihina è un fiume dalla portata molto variabile e durante l'anno, cambia anche il punto di approdo dei pontoni che servono ad attraversare il fiume. Come dappertutto in Mada, se c'è la possibilità di radunare più di 2 persone, nasce un piccolo mercato, con cibo, bevande e dei banchetti di ortaggi o frutta... La cosa più bella è vedere come tutto, ma proprio tutto, viene trasportato su e giù dal pontone a forza di braccia, così come tutte le manovre di attracco, i ragazzi si buttano in acqua e spingono e tirano finché non allineano il pontone alla rampa. Per chi si chiede perché arrivino solo palestrati, basta guardare per 10 minuti queste scene per capire che la loro palestra è la vita di tutti i giorni. La traversata dello Tsibirihina dura circa 40 minuti, durante la stagione delle piogge è possibile vedere anche dei coccodrilli, che però in estate vivono nelle zone più interne, vediamo gente che si lava, che lava i panni, bambini che giocano sulle sue sponde, tutti quando ci vedono abbozzano un sorriso e salutano, con il fantastico spirito di questo popolo. In una delle tante versioni del nostro giro elaborate dalla MCT, c'era la crociera sul fiume da Miandrivazo ad appunto Belo... Ne abbiamo lette tante, poteva essere una cosa molto interessante, la crociera sul fiume dura quasi 3 giorni e si passano 2 notti in bivacco e in alcuni casi si sono verificati dei problemi di sicurezza, con degli attacchi ai campi da parte di locali. Nirina ci aveva tranquillizzato, dicendo che erano casi sporadici dovuti principalmente ai mancati accordi tra equipaggi e proprietari delle zone di campeggio, ma alla fine abbiamo deciso di evitare... Finalmente arriviamo a Belo, che tra le tante cittadine attraversate è quella che mi ha dato l'impressione peggiore... è l'unica dove abbiamo trovato tanti ragazzini che chiedevano qualsiasi cosa un po' troppo insistentemente, acqua, soldi... Ci siamo fermati a mangiare al Karibo, un ristorante per turisti (con prezzi per turisti, ma sempre economici per noi) ma con un cibo eccezionale... Gamberi grossi come cosce di pollo, calamari fritti, tutto buonissimo... fuori però è pieno di ragazzini che chiedono qualcosa, dall'acqua, alle bottiglie... Uscendo, decidiamo di acquistare un paio di pacchetti di "cacà du pigeon", uno snack a base di noccioline molto diffuso... non faccio tempo ad uscire che un paio di ragazzini si azzuffano, mi strappano i sacchetti e ne versano la metà per terra... Ecco, nelle nostre 2 settimane di on the road, solo qui abbiamo visto scene del genere. Da Belo per Bekopaka bisogna viaggiare in convoglio... non solo per motivi di sicurezza, ma anche perché sulla strada non c'è niente e qualsiasi problema può diventare serio, se la macchina si ferma, non c'è niente intorno, bisogna abbandonarla e salire in macchina con qualcun altro. Per formare la carovana, ci fermiamo all'uscita di Belo e nemmeno a dirlo, ci sono banchetti, un piccolo mercato e tantissimi bambini! Uno dei banchetti vende patate dolci fritte e frittelle di pane, mi avvicino alla signora (col codazzo di ragazzini pieni di speranza) e chiedo quanto costano... "500 ciascuno" Beh, ne prendo 10, sono 5000 ariary, poco più di un euro, do la patata più grossa al bimbo più piccolo che se ne va tutto tronfio e fiero, ma poi i bimbi diventano troppi, Petit mi fa segno, gli lancio il sacchetto con le frittelle e lui, con fare autoritario, dice che se non fanno i bravi, il sacchetto se lo porta via... Ci si avvicina un malgascio, curioso per le nostre magliette e ci chiede se facciamo parte di qualche associazione no-profit; è una persona molto distinta, parla un ottimo francese e un altrettanto ottimo inglese, ci racconta un po' del suo paese, dei problemi di corruzione che come al solito, sono in alto, della mancanza di una qualsiasi forma di assistenza pubblica, sia per la sanità che per l'istruzione. Lui è la guida di un gruppo di anglofoni, credo americani, che però erano rimasti in auto. Siamo quasi pronti per partire, ma i bimbetti non demordono, ci girano intorno alla ricerca delle frittelle avanzate e uno più sveglio degli altri dice a Petit che devo prendere il resto dalla signora del banchetto... "No, ho pagato 5000Ar, le frittelle costano 500 l'una" "Eh no, le frittelle costano 500 Franchi malgasci, la vecchia valuta, e 5000 Franchi sono solo 1000 ariary, la signora ti deve 4000 ar" Ah, paracula! me volevi frega'? e invece i bimbetti sono più furbi di te!!! 😂😂😂😂😂 Torno al banchetto, chiedo alla signora se mi dovesse il resto, lei comincia a contare 4000Ar ma la fermo e le dico di non volere il resto, ma che deve darlo in frittelle ai bimbi! Oh, un'esultanza così non l'avevo vista nemmeno ad un gol della nazionale, la signora era contenta perchè ha praticamente svoltato la giornata, i bambini erano contenti perché così avevano le loro frittelle! La carovana è pronta, partiamo verso nord, ma mentre iniziamo a muoverci, ci raggiunge una bimbetta per salutarci e ci mostra tutta contenta il suo sacchetto di frittelle. Viaggiare in carovana serve a qualcosa... una delle macchine ha bucato e restiamo fermi una mezz'ora per dargli assistenza. Il viaggio è lungo e per niente confortevole, polveroso e ballonzolante, la strada fa letteralmente schifo, viene cancellata ogni anno dalla stagione delle piogge e ogni anno rinasce, seguendo il percorso di minore resistenza. Arriviamo a Bekopaka poco prima del tramonto e qui, dobbiamo attraversare il Manabolo, sempre con il solito pontone. Mentre aspettiamo il nostro turno, ci circonda il solito gruppo di ragazzini, questi hanno solo voglia di giocare e non mi tiro indietro! Tiro fuori anche la instax e regalo qualche foto prima che mi finisca la batteria... uno dei bimbi corre via felice ed è l'eroe del villaggio, mostrando a chiunque incontri la sua foto! La bimba di queste foto invece ha solo voglia di fare la bambina... la faccio volare, le faccio vedere le foto sul display della reflex, ride, gioca... Ha un problema alle gambe, non cammina bene e non è nemmeno l'unica che vedo che ha difficoltà di movimento... qualcosa che in Italia si risolverebbe con un tutore o delle scarpe ortopediche, qui diventa qualcosa che ti segna per tutta la vita. Finalmente, arriva anche il nostro turno per il battello, attraversiamo il Manabolo e in un quarto d'ora ci troviamo nel nostro hotel, doccia gigante per tirare via la polvere del giorno, passiamo 10 minuti a commentare quanto fosse sporca l'acqua dopo la doccia (ah, noi ignari...) e poi via, a festeggiare il nostro quinto anniversario! La cena prevede una soupe de poisson, calamari con patate, un dolce assolutamente dimenticabile, l'ottima THB per annaffiare tutto, una gatta paracula che fa il giro dei tavoli miagolando per farsi dare un pezzo di pesce (le patate non le mangia, la fame non è un suo problema). E per finire, un bellissimo camaleonte su un albero a bordo piscina! Buonanotte mondo! E buon anniversario n° 5, mia Pandina!!!
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  6. Giovedì 22 agosto 2019 Al risveglio trovo una bella notizia, Silvia-Bibispoon ha messo in azione tutti i suoi mezzi e contatti a Fiumicino (viva gli amici di forum, grazie Silvia 💓) e ieri sera ci aveva anticipato che la valigia sarebbe stata sul Nairobi-Tana in arrivo stanotte, e i solerti ragazzi dell'aeroporto ci hanno confermato via mail il suo arrivo. Per la seconda e ultima volta in questo viaggio oggi si parte con calma, Petit verrà a prenderci solo alle dieci, e ci godiamo un risveglio tranquillo e una colazione pantagruelica, forse la migliore della vacanza, sulla veranda vista fiume, e poi ci dedichiamo a un paio d'ore di sana pigrizia in contemplazione. Prima di lasciare l'hotel ci accordiamo con il gentilissimo proprietario perché uno dei suoi ragazzi vada a ritirare la nostra amata lontana all'aeroporto di Morondava, che ritroveremo tornando qui fra quattro giorni, e passiamo sia nel minuscolo scalo che negli uffici della piccola compagnia aerea malgascia su uno dei cui voli ci confermano essere già in viaggio la valigia. Ci fermiamo anche ad acquistare pane, formaggio e samosa per improvvisare un picnic alla Allée des Baobab, Petit ce l'ha promessa bollente ma deserta all'ora di pranzo, e ci godiamo anche qui la vita che scorre per le strade di quella che probabilmente è la cittadina più opulenta - o meno povera - che abbiamo incontrato, insieme ad Antsirabe, il turismo c'è e si vede. Il nostro ospite però ci ha raccontato che per venire a lavorare qui molti spendono un terzo del loro stipendio in trasporti, capita che ci sia chi si fa anche tre ore di taxi brousse pur di tenersi il posto, a causa delle strade in pessime condizioni e della miopia del governo che non fa nulla per investire in questo campo, cosa che oltretutto agevolerebbe il turismo. In meno di un'ora, dopo aver lasciato l'asfalto, iniziamo a incontrare i primi bellissimi giganti, e ci fermiamo subito incantati per mettere insieme i primi scatti. Poco dopo arriviamo all'inizio della Allée più famosa del Madagascar e Petit ci libera dal guinzaglio, raccomandandoci di non prendere un'insolazione e di tornare tra una mezz'oretta al visitor center per il pranzo picnic. Il caldo è pazzesco, il sole è impietoso e ... siamo praticamente soli. Aveva ragione lui, è l'ora ideale per godersi la magia e per fare tutte le foto che vogliamo senza essere costretti a uccidere nessuno 😆 Partiamo subito in estatico vagabondaggio e io mi fiondo ad abbracciare il primo baobab che incontro, mi trasmette la stessa vitale e penetrante sensazione delle Sequoie, io sono cinica, scettica, materialista, ma non posso fare a meno di pensare che sia la linfa della Madre Terra che mi parla attraverso la forza di queste enormi fragili meraviglie. Siamo ormai pressoché cotti, croccanti fuori e teneri dentro, quando torniamo al visitor center e ... sorpresa: Petit ci ha preparato e ci offre un invitantissimo pranzo a base di spiedini di zebù preparati sul momento, il cui profumo delizioso ci stordisce, e attira un tenero canuccio mendicante (inutile dire che lo faremo felice, vero?) Il mio schiavo devoto mi procura anche un buon espresso, chi più felice di me, oggi? Ristorati e rifocillati, dopo aver comprato un po' di bellissimi babobabbini di legno dagli artigiani locali, giocato con i bimbi e regalato foto e saponette, riprendiamo la strada verso la Kirindy Forest, dove dormiremo stanotte, inframmezzandola con due brevi soste, la prima al Baobab des Amoureux, quanto mai appropriata dato che domani sarà il nostro quinto anniversario (e ancora non ci crediamo, che sia già passato così tanto tempo 😃). Ma prima, un aiutino a colleghi turisti in panne! 😜 Abbracciati stretti finché avranno vita. Come noi, ma più romantici 😎 Seconda rapida sosta al Baobab Sacré, a cui ci si può avvicinare solo scalzi, ancora oggi meta di pellegrinaggi e luogo di preghiera per chiedere la grazia della fertilità. Non fatico a capirlo, c'è qualcosa di possente e di magico nell'aria, la Natura qui ha compiuto un lavoro spettacolare. Al grido di "vazaha, vazaha" accorre una torma di bambinetti ... di souvenir ne abbiamo già presi un sacco prima, ma all'alimentari di stamattina avevo fatto scorta di biscotti per questa occasione, e le manine protese e i sorrisoni che ricevo in cambio mi dicono che ho fatto bene a investire 😉 Il lodge spartano e bellissimo che ci ospiterà stanotte è nel cuore della foresta, frequentata dagli inafferrabili (tsè) fossa - in malgascio si pronuncia FUSA - e da un sacco di lemuri di tutte le specie, diurne e notturne, e noi siamo qui per catturarli 😄 Come vedete non ci manca nulla, tranne la corrente nelle ore centrali della giornata e la notte. Abbiamo anche un certo numero di coinquilini, un paio di gechi e un minuscolo ragnetto che terrorizza il Malvagio Marito senza pietà. Ci sono concesse un paio d'ore di relax, che usiamo per chiacchierare, leggere, fare merenda con pane e formaggio avanzati, pigrottare un po' in veranda, leggere gli avvisi terroristici con cui siamo invitati a chiudere tutto la sera se non vogliamo fare TROPPA amicizia con qualche fossa intraprendente. Poco prima del tramonto ci avviamo alla receprion, dove troviamo un gruppetto di turisti e di guide: ciascuno ha la sua, e verremo accompagnati dai rispettivi autisti ancora più all'interno della foresta per una passeggiata alla ricerca dei lemuri notturni. Mentre aspettiamo che si faccia l'ora di partire e cerchiamo di fotografare un indisponentissimo uccelli del paradiso quando mormorii e movimenti ci fanno partire spediti in direzione della strada di accesso al lodge. Eccoli, eccoli! Gli inafferrabili fossa sono qui 😉 Somigliano vagamente a felini di taglia media, ma sono mustelidi, e si vede benissimo dal musetto che non sono parenti dei gatti di casa. La mandria di turisti che segue i loro spostamenti con continui oooohhh di meraviglia non sembra indisporli particolarmente, credo ci siano ampiamente abituati, è il biglietto che pagano per servirsi alla mensa dei dipendenti. Li sto osservando a distanza di sicurezza mentre sono appunto intenti al saccheggio nella struttura dove i ragazzi del resort consumano i pasti quando uno dei due decide che è ora di fare una passeggiata, esce dal capanno puntando nella mia direzione e poi ... punta decisamente me! Mi punta, mi punta, mi punta ... resto perplessa e paralizzata, che vuole da me sto gatto culone? Assaggiarmi vuole. Mi si avvicina, emette una specie di soffio-grugnito-ringhio e ... mi addenta lo scarponcino, lo screanzato! Presa alla sprovvista, agito il piede e il ditino, e gli ringhio a mia volta "NO! MOLLA! GIU'" esattamente come faccio con Ciopino. Preso più alla sprovvista di me, il gatto culone ci resta malissimo, mi manda signorilmente a quel paese e si allontana indignato. Maritone si preoccupa subito ... sì, si preoccupa di immortalare il fattaccio! del resto, è mica Malvagio per niente, no? Adesso ci scherzo e sul momento non mi sono quasi resa conto di cosa stesse accadendo, ma poteva sicuramente finire in modo più antipatico ... eppure ho seguito tutte le raccomandazioni, sono stata a distanza, non mi sono mossa quando si è avvicinato, non ho cercato di attirare la sua attenzione nè l'ho provocato ... Il suo compagno continua serafico a mangiare, per fortuna non è interessato ad assaggiare me. Decisamente più simpatico! Non particolarmente scossa dall'avventura, parto con Petit, Malvagio e Ferdinand, la nostra guida, alla volta della foresta ... magica, magica davvero. Abbiamo fortuna e avvistiamo tutte e tre le specie notturne che vivono qui, riusciamo persino a fare qualche foto non particolarmente riuscita, e in capo a un paio d'ore torniamo alla base sazi e soddisfatti per la bellissima serata. BUH! Ci diamo appuntamento per le 7, domattina Ferdinand ci accompagnerà alla scoperta della vita diurna. La cena, a lume tenuissimo di lampadine a basso voltaggio, è buona più di quanto mi aspettassi in un posto così lontano da tutto e così poco tecnologico. Pomodori, verdure, straccetti di zebù, bistecca di manzo con patate, ananas caldo e freddo, frutta mista, come sempre accompagnati dalla fida THB. Tornando alla nostra casetta incontriamo un malvagio che fa paura a Malvagio, poi ci chiudiamo coscienziosamente dentro l'alloggio e sprofondiamo nel buio più buio in cui mi sia mai capitata di trovarmi non appena viene staccata come ogni sera la corrente. Alle nove e poco più siamo a nanna, inizia una notte buia e rumorosa (almeno per Paolo 😆) e ... domani anniversario, tanti auguri a noi!
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