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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 27/01/2019 in tutte le aree

  1. spendi tutto quello che hai, vendi anche le mutande....la vista ti ripagherà di tutto ( e punta la sveglia per goderti l'alba)
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  2. 21.05.2018 Grootberg Lodge Oggi ci aspetta una delle escursione più belle del viaggio, l'elephant tracking al Grootberg Lodge. La nostra guida è Kanu, faccia da figo, sorriso da piacione, praticamente un incrocio tra Harrison Ford e Eddie Murphy... Ci farà compagnia quasi tutta la giornata, visto che sarà lui a farci compagnia anche per il giro al tramonto. E diciamo che comincia subito alla grande... vede il Mostro con una ruota a terra e subito chiede di chi fosse l'auto... Gli do le chiavi, lui le passa all'inserviente, così al mio ritorno l'avranno riparata. Partiamo alla ricerca degli elefanti... Si, ma come si fa a cercare gli elefanti? No, non con la linguaccia, è quello che faresti se cerchi qualcuno al paese... chiedi in giro! Quindi cominciamo a chiedere a 2 col carretto, ad una famigliola che aspetta una macchina, agli abitanti di una delle fattorie dei dintorni... Tra un gira e un rigira, Kanu ci presenta la bush toilet... No, non è il bagno di casa di un paio di ex presidenti USA, è qualcosa che suona come "find a bush, hide behind and use the toilet"... Ancora una volta Barbara invidia la comodità di poter firmare le rocce e la savana... In verità, ci sono 2 metodi per cercare gli elefanti e quando il primo non da frutti, allora si applica il secondo... Qual è il secondo? Ma semplice, cercare la cacca di elefante! Naturalmente Kanu è troppo figo per cercare cacche e manda il suo scagnozzo, da solo e a piedi, mentre noi in auto cominciamo a creare una strada, seguendo le info dal walkie talkie. Si, creare... si lascia il sentiero, si punta un cespuglio, poi un fiume in secca, poi una pietraia, si trova un altro sentiero. Barbara è preoccupata... Gli elefanti si muovono in linea retta, soprattutto perchè nessuno ha il coraggio di dirgli di sterzare, quindi, trovata una cacca, bisogna trovare la direzione... se la successiva cacca è più fresca, la direzione è giusta, altrimenti, sono dall'altra parte. Il battitore chiama e dice che li ha trovati e ha visto dove si stanno dirigendo... Kanu parte di fretta, recupera il povero battitore e palpatore di cacche di elefanti e via, verso la zona... Ci fermiamo, il silenzio è palpabile, siamo tutti in attesa, qualcosa si muove... Ma è una giraffa... Nessun problema, dice Kanu, gli elefanti sono dietro alla giraffa, pazienza e silenzio, arrivano! Eccoli, finalmente! Sono elefanti del deserto, adattati per camminare su sabbia e pietrisco, la loro zampa è molto più larga degli elefanti che incontreremo dopo... la famosa zampa d'elefante! Sono un branco abbastanza numeroso, formato principalmente da femmine che viaggiano in gruppo compatto a proteggere un cucciolo, e da un giovane maschio, che va vedere che è lui che comanda, sbattendo le orecchie e tirando su la proboscide. Notate la zampa dell'elefante? Dopo l'avvistamento, ci fermiamo nel bush restaurant, proprio accanto ad un'altra bush toilet, per il nostro pranzo, accompagnato dall'immancabile Savannah Dry, quindi, sazi e soddisfatti, riprendiamo la strada per il lodge. Arriviamo verso le 2, il Mostro ha la ruota riparata, allungo una mancia all'inserviente e poi in stanza! Oggi pomeriggio abbiamo tempo per riposarci un po', quindi relax sulla nostra terrazza in attesa di partire verso il sunset drive. E questa volta, esploriamo il pianoro su cui sorge il lodge, alla ricerca del punto migliore. Anche questo lodge è completamente gestito dai locali, cuochi, camerieri, inservienti, sono tutti namibiani e tutti, invariabilmente sorridenti. Cena al Lodge, verso una vallata più buia del buio, per finire con la nostra terza dipendenza del viaggio... l'Amarula...
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  3. 20 maggio 2018, the Lion Man Eccomi, solo per raccontarvi qualcosa in più sui petroglifi che abbiamo trovato! Questo qui sotto, è una specie di mappa che indica le pozze d'acqua attive con un cerchietto puntato, quelle asciutte con un cerchio e in quale zone si trovano gli animali... in basso, vicino alla pozza ci sono orici e antilopi, mentre più in alto, ci sono i leoni... Altre sono una lavagna, per insegnare che forme hanno gli animali, ma non solo quelli della zona, come antilopi e giraffe, ma anche quelli della costa, come foche e pinguini (sulla destra). E per finire, il protagonista, il Lion Man... è la raffigurazione sciamanica di un uomo che si trasfigura in leone... infatti le zampe e la coda terminano con una mano a tutti gli effetti, con 5 dita invece dei 4 artigli del leone.
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  4. Domenica 20 maggio 2018 Maledetti letti separati! Fa freddino, anche se meno di quanto pensassi, e i due singoli anche se accostati ci complicano l’operazione “sposini che dormono avvinghiati”, ma in qualche modo e come sempre vinciamo noi. Sappiate poi che la pipì dell’una di notte sotto le stelle è un bellissimo ricordo! Mi sono innamorata di questo posto 💓 Alle sette abbiamo il village walk con la stessa guida di ieri sera (venticinque anni … sigh!). Il titolare ci ha avvertiti che molti turisti ne restano delusi perché si aspettano scene folcloristiche, balletti, costumi, insomma tutto l’armamentario che io detesto, ed è bastato questo a convincerci a prenotare il giro. Ne usciamo davvero soddisfatti, incuriositi e con i piedi zuppi: non abbiamo visto nulla di straordinario, eppure in un certo senso è stato tutto straordinario. Camminare sulla loro terra, con uno di loro, ascoltando la vita quotidiana, i problemi, scoprendo le usanze … è una di quelle cose che danno un senso al viaggio, tanto quanto incontrare un branco di elefanti o una coppia di leoni che fanno colazione con uno gnu. Ci racconta delle mucche, delle capre, della siccità, della petizione che hanno inviato al dipartimento dell’agricoltura perché mandino un rappresentante fisso ad ascoltare i loro problemi e le loro richieste, hanno anche preparato le fondamenta per la futura sede dell'ufficio. Ci racconta che il mese scorso un ghepardo ha ucciso cinque capre in un solo allevamento, ci mostra un aspetto diverso a cui non avevamo pensato, i magnifici predatori che popolano i sogni dei turisti sono anche negli incubi dei contadini e degli allevatori. Iene, sciacalli, ghepardi, elefanti, possono produrre danni enormi, e la popolazione ha bisogno di aiuto per contenerli senza far loro del male, perché comunque tutti capiscono benissimo il senso della protezione accordata alle specie più fragili e rare. Ci racconta che prima del 2012 – data di nascita del Madisa Camp – un’alluvione ha devastato il villaggio distruggendo il pozzo, poi la siccità ha completato l’opera e più di un allevatore si è trovato a dover ricominciare daccapo, con tutto il bestiame morto o svenduto. Sono partiti per la città, hanno lavorato fino a mettere abbastanza da parte per ricomprare gli animali, e sono tornati … credo sia impossibile per loro rinunciare a vivere qui, nonostante la fatica, i problemi, i frequenti disastri, il richiamo della terra madre è sempre più forte. Ce ne ripartiamo più ricchi, lasciando più ricco ed entusiasta anche il ragazzino che si occupa della cucina, che non crede ai suoi occhi quando gli lasciamo anche la mancia post colazione e ci regala uno dei sorrisi più belli del viaggio. Un altro arriva poco dopo, quando vediamo una famigliola locale – mamma papà e cinque bimbi! - alle prese con il cambio di una gomma a bordo strada e ci fermiamo per chiedere se hanno bisogno di aiuto. Non abbiamo la pompa elettrica che gli farebbe comodo, ma quando Paolo si offre di gonfiare a mano la ruota di scorta al posto della figlia maggiore che si stava impegnando allo spasimo ma è pur sempre una ragazzina, accettano con entusiasmo, come i bimbi accettano entusiasti le polaroid che gli scattiamo tra grandi risate. Ci raccontano che per fortuna abitano “vicinissimi”, a quindici chilometri da lì, e non sono nuovi a questi inconvenienti … e di nuovo, salutata la famiglia, ripartiamo più ricchi ed allegri. Prima tappa in programma oggi, Petrified Forest … sono consentite solo visite guidate e passiamo un’interessante mezz’oretta con una giovane paffutella che parla un inglese abbastanza facile perché riesca a seguirla anch’io, a cercare di immaginare cosa siano i milioni di anni che sono stati necessari per fare pietra di questi tronchi che affiorano e ci guardano, dopo aver visto chissà quali sconvolgimenti e disastri, alluvioni, frane, incendi … a conferma che sono le avversità a farti diventare roccia J Dopo la Petrified Forest tocca a Twyfelfontein – la Fonte Indecisa, a volte c’era a volte no – dove si trovano, disseminati su un’area abbastanza ampia, antichi petroglifi che immancabilmente troviamo molto somiglianti a tanti già visti, nel deserto del Marocco e in quello del New Mexico, a Mesa Verde e a Capitol Reef. Mi affascina sempre scoprire come l’evoluzione dell’umanità segua a tratti gli stessi percorsi e poi si ramifichi tra mille tradizioni e mille differenze, mi fa sentire ricca. Paolo completa tutto il percorso, io rinuncio all’ultimo pezzo, troppo esposto e scosceso per i miei gusti, così mi perdo l’Uomo Leone, scelto come simbolo del sito, ma resto comunque soddisfatta. Il ragazzo che ci fa da guida poi, oltre a essere molto preparato e simpatico, mi dimostra una particolare cortesia, saputo che sono sorda si sforza per tutto il tempo di parlare più chiaramente e lentamente possibile il suo già ottimo inglese … quanto apprezzo queste piccole gentilezze, anche se ho sempre con me il mio traduttore e interprete personale J Decidiamo di rinunciare sia all’Organ Pipe che al pranzo (per l’ottima ragione che da qui al Lodge c’è un nulla assolutamente nullissimo e nessun modo di procurarci pappa, per fortuna abbiamo le provviste e ci sfamiamo con un imponderabile misciotto di biltong, crisp di lenticchie, succo di guava, noccioline … insomma, il solito mix tutta salute di ogni OTR che si rispetti ^^) e andare direttamente al lodge: stasera ci aspetta il Grootberg, che tanta pena ci ha dato in fase di prenotazione, ma intorno alle cui date disponibili abbiamo costruito la seconda parte del viaggio … le aspettative sono altissime. Lungo il percorso abbiamo fortuna con gli avvistamenti: cacca di elefante, mucche, cacca di elefante, springbok, cacca di elefante, un kamikazoiattolo, cacca di elefante, capre, cacca di elefante. Insomma, tanto valeva andare a fare un giro al laghetto dell’EUR 😛 La salita per il Grootberg resterà nei miei ricordi. Peggiori La maggior parte degli ospiti lascia la macchina al parcheggio alla base della prima salita, stretta, impegnativa, ripidissima e piena di sassi e prende la navetta, ma a Paolo non passa neanche per la testa di sottostare a una simile infamia, e io mi fido a sufficienza da non pensare nemmeno di proporlo. Se la cava benissimo, ma il centinaio di metri praticamente in verticale che porta al placido altipiano su cui sorge il lodge mette alla prova non tanto l’illimitata fiducia che ripongo nel mio eroe quanto il mio stomaco, che si chiude come un riccio alla vista dello strapiombo alla mia sinistra … tranquilli, per cena si riaprirà, avevate dubbi? Le nostre attese non restano deluse, anzi … questo posto supera le nostre più rosee aspettative, la vista dal bungalow mozza il fiato e i miei occhi si riempiono subito di lacrime. Il benvenuto è caloroso, la stanza accogliente, il cestoneymoon che ci fanno trovare sul letto con i complimenti della direzione prontamente saccheggiato. Che c’è di meglio che sgranocchiare patatine, biltong, noccioline e bere spumante davanti all’immensità? Ovviamente mele e banane vengono lasciate con sommo sdegno. Roba sana? Scherziamo? Neanche la scoperta che abbiamo forato vale a scalfire di un pelo la nostra felicità. La cena è ottima, come sempre la carne fa la parte del leone … ma è un inatteso, graditissimo pollo, per quanto la selvaggina sia favolosa un’interruzione ogni tanto fa piacere. Scopriamo l’amarula, meravigliosa, e ci godiamo fino alla fine l’improvvisato (o più probabilmente perfettamente coordinato e studiato per sembrare improvvisato), emozionante spettacolo di canti tradizionali messo in scena a cena finita dal personale di sala e cucina.
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  5. Mont Vernon e Alexandria e Baltimore ( ma mi pare valga non più di una sosta di qualche ora) proprio vicino non mi pare ci sia granché altro ma c’è da dire che della Virginia nn conosco molto. Inviato dal mio iPad utilizzando Tapatalk
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  6. ma il volo di ritorno è già sicuro da NY? altrimenti potreste fare Washington e Philadelphia. Vicino a Washington c'è Mount Vernon, raggiungibile credo anche senza dover noleggiare l'auto.
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  7. ciao! con una settimana ti direi Ny!! però deduco che tu l'abbia già vista..potresti fare 3 gg a Washington e poi NY!
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  8. Accidenti al correttore! Volevo scrivere sciacallini Inviato dal mio ANE-LX1 utilizzando Tapatalk
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  9. 19.05.2018 Cape Cross - Madisa Camp https://goo.gl/maps/n63X3Cfk2JF2 Iniziamo la giornata con una colazione molto poco interessante al Cape Cross Lodge, talmente poco interessante che non mi ricordo nemmeno cosa avessimo preso!!! Ha piovigginato tutta la notte, ma ora splende il sole sulla costa... la macchina pare un variegato alla nocciola per quanto è piena di fango, ma, non lo sappiamo ancora, peggiorerà! Si, perchè se anche c'è il sole, le strade sono completamente coperte di fango! Da Cape Cross bisogna tornare a sud, verso Hentie's Bay, e da qui, puntare verso l'interno. Ci fermiamo a comprare dei cristalli di sale su uno dei tanti tavolini per strada, lasciamo qualcosa più del dovuto e proseguiamo ridacchiando sulla strada fangosa, che in questo tratto è leggermente sopraelevata. Ho il Mostro, ho le 4 ruote motrici, ho gli pneumatici tacchettati, guido con prudenza, c'è una curva a destra, ruoto il volante con dolcezza... cazzo... cazzo... cazzo... Il Mostro continua ad andare dritto! Continuo a ruotare il volante, ma niente, il Mostro ha deciso che quella curva non s'ha da fare, giro ancora, Barbara chiacchiera tranquilla, ignara di tutto, non freno, ma alleggerisco un po' l'acceleratore e quando ormai sono quasi tutto sterzato a destra, il Mostro decide che è ora di girare! Mi parte una derapata che Ken Block levete, comincio a controsterzare per evitare di finire nel fosso di lato, do un filo di gas e praticamente mi faccio tutta la curva di traverso su tutt'e 2 le corsie... cazzocazzocazzocazzo... Barbara mi guarda come per dire "che stai facendo?", un paio di zig zag e la macchina è di nuovo sulla strada... Herman ha detto: "se non buchi 2 volte e non vai fuori strada almeno una volta, non hai guidato in Namibia"... Al momento sono quasi finito fuori strada, per i buchi ci organizzeremo! Facciamo il pieno a Hentie's Bay, con la macchina più nocciola che bianca, quindi via, verso l'interno! Prima fermata, il Garden Cafè di Uis, piccola cittadina dell'interno, 4 strade in croce, bella e curata. Ce lo eravamo segnati da casa, per fare una sosta e ci troviamo in un posto surreale, un giardino pieno di fiori, curato, elegante... Ci prendiamo un caffè, un paio di sandwich, una fettina di torta alla carota take away e via, verso il Brandberg. Arriviamo verso mezzogiorno, qui il giro si fa solo accompagnati dalla guida, con noi ci sono uno spagnolo, la sua ragazza polacca, la guida e un apprendista, che comincerà a lavorare da solo la prossima settimana. La nostra guida è un ragazzo simpatico che ci racconta mille aneddoti e mille curiosità sulla flora e fauna del posto; si possono incontrare elefanti nella zona, ma oggi incontriamo solo un sacco di rettili vari. E una roccia che sembra proprio la testa di un babbuino! Quando arriviamo nella zona dei graffiti, ci racconta la leggenda della White Lady... Secondo lo scopritore, la donna che si intravede qui sotto, con le gambe bianche, sarebbe una ragazza naufragata e salvata dai Boscimani... Ma la realtà è molto diversa... Probabilmente è uno sciamano che per raggiungere lo stato di estasi ha danzato tutta la notte intorno al fuoco e le cui gambe sono coperte da un sottile strato di cenere... E insieme allo sciamano, ci sono zebre, gnu, orici e antilopi... in fondo è un popolo di cacciatori e questi animali erano il loro sostentamento. Torniamo verso il parcheggio, pranziamo al volo e in un'oretta siamo al Madisa Camp... Madisa... Benvenuto in lingua locale! Ci sistemiamo in tenda, questa sera abbiamo un fantastico bagno privato con le stelle come soffitto!!! Il posto è bello, molto, molto rustico, molto vero, locale... non ci sono fronzoli, niente linea telefonica, niente elettricità, se dovessimo aver bisogno di caricare qualcosa, per un paio d'ore si può usare la presa della reception! Poco dopo partiamo per il giro al tramonto con i nostri 2 accompagnatori... Il paesaggio è molto particolare, dalla pianura spuntano delle zone rocciose. Proprio davanti a noi, un movimento, cos'è? Sono dei babbuini, un branco di una 30 di individui, ci sono tanti cuccioli, si arrampicano velocissimi su una collina rocciosa. Facciamo il nostro aperitivo al tramonto, guardando verso gli hardap... il cielo è limpido, il colore magnifico. Qui ci facciamo fuori l'ennesimo Savannah Dry con contorno di biltong e patatine guardando il sole scendere all'orizzonte... Stasera abbiamo la cena al resort, alle 7 arriviamo in zona reception ed è tutto apparecchiato intorno al fuoco... Costine di maiale, riso, mais, verdure, i piatti di latta smaltata, una birra e la cena è servita, il cuoco/cameriere è un ragazzino con un sorriso pieno di gioia, 4 chiacchiere intorno al fuoco e via, a nanna! Fa un po' freddo, ma che importa, basta stare strettistretti e passa tutto! Buonanotte... anzi, Madisa!!!
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  10. Ciao a tutti. Ho deciso di realizzare anche il diario di viaggio del 2009 in Namibia (so che a qualcuno interessa, vero Marco?) Ecco la prima parte. VIAGGIO NAMIBIA 2009 Un po’ di informazioni pratiche su come abbiamo organizzato il viaggio. Tutte le prenotazioni dei lodge sono state fatte tramite la Cardboard box (http://www.namibian.org), un’agenzia namibiana con sede a Windhoek. Tra le varie abbiamo scelto questa perché applica gli stessi prezzi che si trovano su internet prenotando direttamente i pernottamenti, poiché hanno delle strutture convenzionate che gli applicano uno sconto sui prezzi al pubblico. Le strutture che si trovano sul sito sono molte, tutte di ottimo livello e ben distribuite sul territorio. Inoltre l’itinerario viene personalizzato in base alle esigenze di chi prenota. Noi abbiamo prima deciso l’itinerario e poi chiesto a loro delle proposte per i pernottamenti e, in alcuni casi, abbiamo cambiato i lodge da loro proposti con altri sempre del loro circuito. Non abbiamo avuto alcun problema. Totale speso lodge + macchina circa € 3.600,00 per due persone. Voli Andata 28/7/2009 Milano Linate – Londra Heathrow 15.55-17.05 British Airways (2.10 h) Londra Heathrow – Johannesburg 21.15- 9.05 BA (10.50 h) 29/7/2009 Johannesburg – Windhoek 12.00 – 13.00 BA (2.00 h) Ritorno 13/8/2009 Windhoek – Johannesburg 14.00-16.55 BA (1.55 h) Johannesburg - Londra Heathrow 20.15-6.20 BA (11.5 h) 14/8/2010 Londra Heathrow - Milano Linate 12.00-15.05 BA (2.05 h) Tutti i voli acquistati direttamente sul sito della British Airways per un totale di 2.480 € per due persone. All’andata abbiamo dovuto ritirare le valigie a Johannesburg e rifare il check in, al ritorno abbiamo dovuto farlo a Londra. Comunque il tempo tra i voli è sempre stato sufficiente. Auto Abbiamo prenotato una Nissan Double Cabin 4x4 sempre tramite la Cardboard Box. L’autonoleggio era la Namibia car rental e ci siamo trovati benissimo, infatti la macchina era praticamente nuova, gomme perfette e pulitissima. Inizialmente avevamo pagato per un’assicurazione con un po’ di franchigia, che poi abbiamo integrato una volta là. Il mio consiglio è di fare direttamente l’assicurazione senza franchigia, perché è molto frequente la foratura di gomme e la riparazione è abbastanza costosa. Inoltre si va in giro decisamente più tranquilli così! Serve la patente internazionale. Ci hanno controllato i documenti 2 volte, in uscita da Windhoek e in entrata. Telefono Abbiamo noleggiato un telefono satellitare con l’agenzia locale Be-Local, che ha un ufficio in aeroporto. Totale costo per 16 giorni circa 150 €. Il satellitare ci è servito per chiamare quasi sempre, infatti, tolte le città principali, nella restante parte del paese i cellulari non prendono. Inoltre, il prezzo delle chiamate con quello era decisamente inferiore che quello delle chiamate con i nostri operatori. Visto il costo assolutamente modesto del noleggio, consiglio vivamente di prenderlo; infatti è frequentissimo bucare le gomme della macchina quindi può essere necessario chiamare il soccorso stradale e, se non volete rimanere in attesa (magari per ore) di qualcun altro che passi dove siete voi, la cosa migliore è essere in grado di chiamare i soccorsi. Pernottamenti 29/07/2009 WINDHOEK Hotel pension Moni BB - DISCRETO 30/07/2009 OTJIWARONGO Bush Pillow Guest House BB - DISCRETO 31/07/2009 ETOSHA Aoba Lodge DBB - OTTIMO 01/08/2009 ETOSHA NWR Okaukuejo BB - OTTIMO 02/08/2009 ETOSHA NWR Okaukuejo BB 03/08/2009 KAMANJAB Rustig Toko Lodge DBB - BUONO 04/08/2009 TWYFELFONTEIN Twyfelfontein Lodge BB - BUONO 05/08/2009 TWYFELFONTEIN Twyfelfontein Lodge BB 06/08/2009 BRANDBERG Brandberg White Lady Lodge DBB - SUFFICIENTE 07/08/2009 SWAKOPMUND villa margherita BB - OTTIMO 08/08/2009 SWAKOPMUND villa margherita BB 09/08/2009 SESRIEM Namib desert lodge BB - OTTIMO 10/08/2009 NAMIB RAND Wolwedans Dune Camp FB - SUPER 11/08/2009 NAMIB RAND zebra river lodge FB - BUONO 12/08/2009 MARIENTAL Bagatelle Kalahari DBB - OTTIMO (BB pernotto+colazione, DBB cena+pernotto+colazione, FB cena+pernotto+colazione+pranzo) Visto il periodo di alta stagione è necessario prenotare tutti i pernottamenti con largo anticipo. Non è che ci sia affollamento in giro, però i posti disponibili sono pochi, quindi ci si deve muovere per tempo! Dove non avevamo compresa anche la cena, abbiamo mangiato comunque nel lodge a Okaukuejo, visto che è il lodge nel parco Etosha e non c’è altra possibilità (anche perché al calar del sole chiudono i cancelli fino all’alba del giorno dopo!); invece a Windohoek, Otjiwarongo e Swakopmund abbiamo mangiato al ristorante. Mappe La cartina stradale ci viene fornita dall’autonoleggio; è completa e perfetta per andare in giro. Le strade sono tutte classificate con una lettera (B le principali asfaltate, C le secondarie maggiori che possono essere asfaltate o sterrate, D le secondarie sterrate) e un numero ed è molto facile orientarsi, si deve solo stare attenti alle deviazioni, che sono segnalate, ma sono così rare che uno rischia di perdersele! Per seguire il percorso che abbiamo fatto guardare il sito http://www.map-of-namibia.com. Mercoledì 29 luglio 2009 La partenza da Linate alle 15.55 ci permette di finire di preparare le valigie con calma la mattina e di andare in aeroporto con il taxi. Arriviamo circa 2 ore prima del volo e facciamo il check in fino a Johannesburg. Purtroppo abbiamo una brutta sorpresa, infatti il volo da Londra è praticamente pieno e rimangono dei posti veramente sacrificati! Comunque partiamo in orario e a Londra prendiamo il nostro volo per l’Africa. Lo spazio disponibile sull’aereo è veramente poco e così, dopo una notte insonne, atterriamo a Johannesburg. Rifacciamo la trafila del check in e ripartiamo per Windhoek. Quando atterriamo ci rendiamo conto di essere in un’altra realtà: scendiamo dall’aereo e a piedi ci dirigiamo verso l’ingresso del paese, la pista è praticamente vuota e il cielo è talmente limpido da far quasi male agli occhi. La temperatura non è particolarmente alta, ci saranno poco più di 20 °C. In Namibia infatti è inverno, quindi di giorno ci sono dai 22 ai 25 °C, mentre non appena cala il sole, la temperatura precipita intorno ai 5-8°C, anche meno in alcune parti del paese. All’aeroporto dopo aver cambiato un po’ di contanti e ritirato il satellitare, raggiungiamo l’addetto dell’agenzia di noleggio della macchina che ci accompagna all’agenzia per il ritiro dell’auto. L’aeroporto di Windhoek è abbastanza lontano dalla città, che rimane su un altopiano circondato da colline, quindi ci vogliono circa 40 minuti per arrivare in città. Il paesaggio che vediamo scorrere dall’auto è brullo, la strada perfettamente asfaltata è praticamente deserta e il cielo sembra più “grande”. Questa sensazione ci accompagnerà per tutta la vacanza e il cielo namibiano sarà uno dei ricordi più intensi del viaggio. Arrivati in città ci accorgiamo subito che, diversamente da quanto avremmo potuto pensare, non esistono sobborghi tipo bidonville, la città è ordinata e abbastanza moderna e non ci dà alcuna sensazione negativa. Arrivati all’autonoleggio decidiamo di portare a zero la franchigia dell’assicurazione dell’auto, quindi paghiamo la differenza, ritiriamo la macchina e, grazie alla cartina e alle spiegazioni dell’addetto dell’agenzia, arriviamo senza problemi (a parte la guida all’inglese) al nostro B&B. Qui ci riposiamo un po’ e, verso le 18.30, usciamo in macchina per raggiungere il vicino centro commerciale dove ceniamo con un ottimo filetto di carne. Durante l’inverno il sole sorge alle 6.20 e tramonta alle 17.30, quindi tutte le attività si fanno durante le ore di luce. Il sole tramonta molto velocemente, e in pochissimo tempo è buio e la temperatura scende bruscamente. Giovedì’ 30 luglio 2009 Oggi finalmente si parte per il viaggio! Dopo colazione ci mettiamo in macchina per raggiungere il centro di Windhoek. Sappiamo che non sarà nulla di eccezionale, ma decidiamo che vale comunque la pena darle un’occhiata. In effetti non c’è nulla di particolare, l’unica nota distintiva è l’esposizione di pezzi di un asteroide ritrovato in Namibia e una chiesa in stile tedesco. La Namibia infatti è stata colonia della Germania per moltissimi anni, e in effetti ne porta tutti i segni, sia dal punto di vista architettonico, che culturale. Dopo un veloce pranzo partiamo per la nostra prima tappa, Otjiwarongo. E’ una cittadina a metà strada tra la capitale ed il parco Etosha, tappa consigliata sia per una questione di distanze, sia perché è vicina al Wateberg Plateu e al Cheetah Conservation Found. La strada (B1) è asfaltata e ben tenuta però, per quanto cerchiamo di fare poche soste, arriviamo a destinazione troppo tardi per andare sia al Wateberg che al Cheetah, così facciamo un giro intorno alla città per testare il nostro 4x4 sulle strade sterrate namibiane. La durata dello spostamento è stata più lunga di quello che ci aspettavamo visti i km da percorrere (240 km), sia perché le strade non sono certo paragonabili alle nostre, quindi non abbiamo osato andare molto forte, sia perché abbiamo fatto i primi incontri con la fauna locale… I primi avvistamenti di facoceri e babbuini sono stati talmente emozionanti che ci siamo fermati per cercare di immortalarli, e questo ci ha preso un sacco di tempo! Altra cosa abbastanza particolare sono i termitai che raggiungono dimensioni davvero notevoli, sono alti quasi quanto gli alberi! A cena andiamo a mangiare alle porte della città, in un posto particolare che ha un piccolo parco intorno dove vivono alcune zebre, antilopi, facoceri, che possiamo ammirare abbeverarsi ad una pozza disposta di fronte al ristorante. Quando rientriamo è notte fonda e dobbiamo stare attenti perché gli animali attraversano la strada e c’è il concreto rischio di abbatterne qualcuno! Venerdì 31 luglio 2009 Oggi finalmente arriviamo al parco Etosha! Partiamo presto la mattina e siamo all’ingresso del parco (Von Linderquist gate) prima di mezzogiorno; sbrighiamo le formalità di ingresso (paghiamo il biglietto per poter accedere anche nei prossimi 2 giorni) e arriviamo al primo lodge del parco, Namutoni. Qui pranziamo, facciamo il pieno di benzina e ci prepariamo per il primo safari della nostra vita acquistando una cartina dettagliata delle strade e delle pozze del parco. Subito dopo pranzo ci addentriamo lungo una delle strade sterrate del parco che costeggia una parte del Pan. Il Pan è una depressione salina tipica di questo parco che durante la stagione secca si prosciuga, quindi gli animali sono costretti, per trovare l’acqua, ad ammassarsi lungo le pozze che si trovano nella parte meridionale del parco. La strada si snoda lungo queste pozze, ed è per questo che è così facile vedere gli animali! La prima e praticamente unica regola del parco è l’obbligo di stare nella propria macchina; infatti gli animali sono liberi e in giro ci sono un sacco di predatori… Il pomeriggio sta volgendo al termine e, visto che il nostro pernottamento è al di fuori del parco in una riserva privata, anche se a malincuore, usciamo. L’emozione provata nei primi avvistamenti, nel trovarsi con la propria auto in mezzo ad un branco di antilopi o zebre non è raccontabile a parole, bisogna provarlo! Inoltre è molto divertente il fatto di essere autonomi, e quindi di poter decidere dove dirigersi e quale pozza andare a visitare per tentare la fortuna! La giornata comunque ci riserva ancora delle belle sorprese; infatti, durante il tragitto nella riserva per raggiungere il lodge, incontriamo diverse antilopi, tra cui la specie più piccola dell’Africa! Arrivati al lodge ci sistemiamo nel nostro bungalow e ci prepariamo per la cena, che sarà consumata all’aperto in un’atmosfera veramente suggestiva. Il problema è che quella sera fa un freddo pazzesco e, nonostante i fuochi vicino ai tavoli e le coperte fornite dai gestori, purtroppo ci congeliamo! Sabato 1 agosto 2009 Ci alziamo prestissimo perché vogliamo goderci la giornata nel parco, inoltre il nostro prossimo pernottamento sarà nel lodge Okakuejo all’interno del parco all’estremità opposta rispetto a dove ci troviamo adesso, quindi abbiamo un po’ di kilometri da fare (123 km). Finalmente avvistiamo anche gli elefanti e con questo abbiamo un incontro fin troppo ravvicinato, infatti ci avviciniamo troppo con l’auto e lui, probabilmente sentendosi disturbato, si gira e ci barrisce contro sventolando le orecchie: che strizza!!! Noi scappiamo sgommando e impariamo un’altra cosa: gli elefanti sono molto irascibili! Ad un certo punto sentiamo dei bisogni fisiologici impellenti e, essendo lontani dal lodge Halali, il centrale del parco, ci dirigiamo verso una delle pochissime aree di sosta, che si presenta come una piccola zona recintata con un po’ di filo spinato e con un gabbiotto per wc. Perplessi e un po’ timorosi dell’efficacia della recinzione sbrighiamo le nostre faccende e ripartiamo alla volta di Halali, dove faremo la sosta per pranzare. Il lodge Halali ha un punto di avvistamento su una pozza, quindi ci sediamo comodi e ci godiamo lo spettacolo di un branco di elefanti che si abbevera alla pozza. Riprendiamo la strada verso Okakuejo e, prima di sera, facciamo altri incontri davvero sorprendenti! Infine arriviamo al lodge che ci ospiterà per le prossime due notti. All’interno dell’area recintata ci sono diverse possibilità di alloggio: bungalow, stanze o area camping per le tende. Il lodge è costruito vicino ad una delle pozze più grandi e frequentate dagli animali del parco e il nostro bungalow, bellissimo, è praticamente di fronte alla pozza!! Intorno alla pozza dove si abbeverano gli animali sono disposte delle panchine per chi vuole fermarsi ad ammirare lo spettacolo. L’area è separata soltanto da un muro di pietre e da una recinzione di filo di ferro. Ci sediamo in silenzio e ci godiamo il tramonto, ammirando gli animali che vengono a bere alla pozza. Dopo cena ci risistemiamo sulle panchine e, nonostante il freddo, resistiamo in attesa di un arrivo molto speciale; la pozza infatti è famosa perché è frequentata dai rinoceronti, che di giorno è molto difficile avvistare perché tendono a rimanere nascosti. Non dobbiamo attendere molto, infatti dopo poco tempo arrivano una mamma con il cucciolo, un branco di elefanti, zebre e giraffe. Siamo affascinati e, quando ormai pensavamo di non poter desiderare di meglio, assistiamo ad una scena veramente incredibile! Un leone assetato si avvicina alla pozza, ma, una volta avvistati elefanti e rinoceronti, decide di lasciare l’area. Appena esce dal cerchio illuminato della pozza sentiamo un ruggito spaventoso e in distanza un ruggito in risposta! Non avrei mai pensato che potesse essere così forte e decidiamo che effettivamente il re della savana non può che essere lui! Ancora emozionati andiamo a dormire, ma sul vialetto che collega la pozza al nostro bungalow incrociamo uno sciacallo, che si allontana trotterellando al nostro passaggio. Infatti la recinzione che divide Okakuejo dal parco ferma i grossi animali, ma nulla può nei confronti di questi simpatici ma invadenti animali!
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  11. Martedì 11 agosto 2009 Purtroppo dobbiamo lasciare il campo, decidiamo allora di usufruire di uno dei servizi chic a disposizione degli ospiti e ci facciamo fare un rilassantissimo massaggio con vista sulla riserva! Molto a malincuore, ma molto rilassati, ci prepariamo per ripartire e ci facciamo riaccompagnare alla macchina. Riprendiamo la C27, poi la C19, la D854 e la D850 per raggiungere finalmente il Lodge, che si trova nel canyon delle Tsaris Mountains. Decidiamo di fare un trekking che parte dal lodge per raggiungere la sommità del canyon, il percorso dura circa 1 ora e arriviamo in cima per goderci un bellissimo spettacolo. Mercoledì 12 agosto 2009 Ripartiamo per quella che sarà l’ultima tappa del nostro fantastico viaggio: il deserto del Kalahari. Percorriamo la D850 fino a Maltahohe, dove riprendiamo la C19 che da qui verso est è asfaltata. Superiamo Mariental e, lungo la C20, prendiamo la D1268 che ci porta al Lodge. Abbiamo scelto il Bagatelle Kalahari Game Ranch perché, oltre ad essere veramente un bel lodge, collabora con il Cheetah Conservation Fund, tenendo in cattività alcuni ghepardi che sono stati ritrovati abbandonati da cuccioli. Nel pomeriggio una delle attività proposte è quella di assistere alla cena di questi felini all’interno dell’enorme recinto che li ospita. Ovviamente decidiamo di partecipare: saliamo su un’auto scoperta e entriamo nel recinto con tanto di carne al seguito… Dopo questa emozionante esperienza ci godiamo l’ultimo tramonto namibiano e andiamo a dormire in vista della partenza di domani. Giovedì 13 agosto 2009 Ci alziamo molto presto perché dobbiamo tornare a Windhoek per tempo per la partenza. La mattina è freddissima, abbiamo addirittura la brina sul parabrezza! Percorriamo la D1268, la C21 e ci immettiamo sulla B1, la strada asfaltata principale che ci porta fino alla capitale. Durante il viaggio abbiamo un incontro ravvicinato con un caracal, che è una specie di lince che pensa bene di attraversare la strada proprio mentre passiamo noi; fortunatamente si sposta in tempo e così non succede nulla di brutto! Arriviamo a Windhoek in tarda mattina, ci dirigiamo all’auto noleggio per riconsegnare la macchina e ci facciamo riaccompagnare in aeroporto. Purtroppo la vacanza è finita e con immensa tristezza lasciamo la Namibia, con l’idea che prima o poi torneremo in questa parte di Africa!
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  12. Lunedì 10 agosto 2009 E’ ancora buio quando partiamo e percorriamo i restanti 60 km di strada sterrata il più in fretta possibile. Arriviamo a Sesriem e già troviamo un po’ di gente in coda per acquistare il biglietto di ingresso, infatti la biglietteria non apre prima delle 6.15. Finalmente riusciamo a comprare i biglietti e ad entrare nel parco per raggiungere Soussusvlei. La prima sorpresa è che la strada all’interno del parco è asfaltata, mentre tutte le strade che conducono a Sesriem sono sterrate… Mentre ci addentriamo nel parco restiamo incantati dallo spettacolo delle dune di sabbia rossa che costeggiano la strada da entrambi i lati e dai branchi di antilopi e struzzi che incontriamo. La prima sosta è alla duna 45, che si chiama così perché posta al 45° km della strada per Soussusvlei. C’è già un po’ di gente che si appresta a salire sulla duna, così decidiamo di proseguire per Soussusvlei e la Dead Vlei e affrontare la scalata di quella duna con una temperatura ancora buona. Infatti, benché sia inverno, durante il giorno nel deserto le temperature salgono e il sole non dà tregua! Arriviamo in cima alla duna che sovrasta la Dead Vlei, che è la famosa piana con gli alberi morti che una volta ogni tanto si riempie d’acqua durante il periodo delle piogge (ovviamente mai ad Agosto!). Lo spettacolo è veramente incredibile! La parte più divertente deve arrivare: infatti, dopo essere saliti in cima alle dune, si deve scendere!!! Ci divertiamo come pazzi e, un po’ saltellando un po’ rotolando, arriviamo in fondo e passeggiamo in mezzo agli alberi morti che danno il nome a questo splendido posto. Dopo questa bellissima esperienza decidiamo di affrettarci alla macchina e di ripartire il prima possibile per il Wolwedans Dune Camp. Si tratta di un meraviglioso, costosissimo ma incredibile campo tendato all’interno della Namib Rand Private Reserve, una riserva privata dove vivono tantissimi animali, posizionata ai bordi del deserto del Namib. Percorriamo quindi la C27 e, non appena dentro la riserva, facciamo i primi avvistamenti, peraltro ben segnalati da appositi cartelli. Raggiungiamo il quartier generale del Wolwedans dove ci attende la nostra guida. Infatti lasciamo qui la macchina e veniamo scortati alla nostra tenda, che si trova su una collina insieme alle altre 6 che costituiscono il campo. Il posto è veramente bellissimo, abbiamo un cuoco che cucina per noi e, una volta rifocillati, ci prepariamo ad assistere ad un favoloso tramonto completo di aperitivo insieme ad un’altra coppia e alla nostra guida, che ci accompagna su una delle dune della riserva. Dopo questo spettacolo ci riportano alla tenda, ci cambiamo e andiamo a cena, che è veramente ottima. Dopo cena ci rilassiamo sui lettini sulla veranda della nostra tenda e ammiriamo senza parole il cielo stellato. Devo sottolineare che il campo, costituito da sole 6 tende per un totale di 12 ospiti, è fatto in modo tale che, da ciascuna delle tende, non sia possibile vedere gli altri ospiti, il tutto per garantire la massima privacy.
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  13. Grazie a tutti dei complimenti! Giovedì 6 agosto 2009 Oggi la nostra meta è il Brandberg, il più alto massiccio montuoso (circa 2600 m) della Namibia che si spunta dal nulla in mezzo ad una zona completamente pianeggiante. È di forma pressappoco circolare, con un diametro variabile fra 20 e 25 km. La zona del Brandberg è sede di alcuni importanti siti archeologici in cui sono stati rinvenuti graffiti databili a oltre 2000 anni fa, opera del popolo San, i cosiddetti Boscimani. Il graffito più celebre è la Dama Bianca. Per raggiungerlo da Twyfelfontein decidiamo di percorrere delle strade meno battute, che ci regalano dei panorami molto suggestivi! (D2612, C35 e D2359) Arriviamo a ridosso dell’ora di pranzo e, visto che abbiamo in programma la camminata per raggiungere i graffiti nel cuore del massiccio, andiamo al lodge, dove ad attenderci troviamo un bellissimo sprinbok che bruca l’erba delle aiuole!!! Verso le 15.30 andiamo all’ingresso del massiccio e, accompagnati da una delle guide, ci addentriamo nella montagna per raggiungere la famosa Dama Bianca. Venerdì 7 agosto 2009 La nostra prossima tappa è l’Oceano, infatti siamo diretti a Swakopmund (C35 e C34), città principale della costa namibiana, detta anche Skeleton Coast (e capiremo subito il perché). Dopo giorni di zone semi desertiche finalmente ci dirigiamo verso il mare e l’umidità, che ci accoglie subito con una nebbia mattutina che ci accompagnerà per i prossimi due giorni. Il mare è in tempesta e vediamo subito delle carcasse di navi arenate lungo la costa a causa delle correnti marine (da qui il nome Skeleton Coast). Arrivati in città ci sistemiamo nel nostro Bed And Breakfast e facciamo un giro in città, che ci fa uno stranissimo effetto, infatti sembra di essere in Baviera! Passiamo la restante parte del pomeriggio a zonzo, ci compriamo qualche souvenir ad un mercato dopo estenuanti trattative, ma soprattutto prenotiamo la gita per il giorno dopo: Sandwich Harbour. Ci sono tantissime attività che si possono fare tra Swakopmund e Walvis Bay, l’altra cittadina poco più a sud dove si trova il porto principale della Namibia. Infatti le dune del deserto del Namib si estendono fino alla costa, creando una sacco di opportunità di svago (gite in quad, surf delle dune ecc..). Noi abbiamo deciso di addentrarci nel Namib Naukluft park per raggiungere Sandwich Harbour partendo da Walvis Bay e sarà davvero una scelta fortunatissima! Quindi, dopo un’ottima cena a base di pesce, ce ne andiamo a dormire per essere pronti la mattina successiva. Sabato 8 agosto 2009 Raggiungiamo con la nostra macchina il porto di Walvis Bay, per pagare la gita (tour operator Mola Mola) e partire con la macchina della nostra guida, un 4x4, che ci scarrozzerà su e giù per le dune del deserto!!! La prima tappa è la laguna di Walvis Bay, dove vivono un buon numero di uccelli acquatici ed è una zona di sosta per le migrazioni dei fenicotteri rosa. Attraversiamo lungo la spiaggia la zona dei Saltpans, dove ammiriamo una grossa colonia di otarie, e proseguiamo alla volta del parco. Una volta entrati nel parco inizia il vero divertimento (sempre se vi piacciono le montagne russe!). Infatti con le 4x4 ci avventuriamo sulle dune, salendo e scendendo lungo pendii incredibili, per raggiungere Sandwich Harbour! Siamo persi in un mare di sabbia e ci chiediamo come le guide riescano a mantenere il senso dell’orientamento. Verso mezzogiorno ci fermiamo per pranzo (a tutto pensano le guide) e il tempo migliora regalandoci finalmente una bella giornata di sole! Dopo un ottimo pranzo ripartiamo alla volta dell’oceano. E finalmente arriviamo alla meta. Purtroppo, a causa del mare agitato e dell’alta marea, non riusciamo a scendere fino alla spiaggia sottostante, ma ci godiamo un favoloso spettacolo dalla sommità delle dune! Rimaniamo a goderci il panorama e a giocare nella sabbia per un po’, ma alla fine arriva il momento di tornare indietro… Che giornata meravigliosa, piena di emozioni e divertimento! Siamo stanchi ma contentissimi e, dopo un’ottima cena a base di pesce, andiamo a dormire pronti per la partenza di domani: destinazione deserto!!! Domenica 9 agosto 2009 Partiamo presto perché la tappa di oggi è abbastanza lunga e la strada è tutta sterrata. Percorriamo la C 14 che ci porta in cima al Gaub Pass, poi scendiamo e attraversiamo il tropico del Capricorno ed entriamo nel Deserto del Namib. Ci fermiamo per una breve sosta a Solitaire, un piccolo insediamento dove facciamo rifornimento e ci rifocilliamo con l’ottima torta di mele che un tedesco pazzo produce in una specie di panificio/pasticceria, e ripartiamo imboccando la C 19 alla volta di Sesriem, il punto di accesso al Namib Naukluft Park e a Soussusvlei. Il nostro lodge si trova a circa 60 km da Sesriem, in corrispondenza delle dune fossilizzate, quindi ci fermiamo al lodge e facciamo una bella passeggiata nei dintorni, in attesa della cena. Domani mattina ci dovremo alzare molto presto per raggiungere Sesriem e entrare nel parco all’apertura per poter ammirare lo spettacolo delle dune all’alba.
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  14. Lunedì 3 agosto 2009 Dobbiamo partire per la prossima tappa e lasciare il parco Etosha. Siamo molto dispiaciuti perché è stato veramente incredibile ogni minuto passato nel parco, però ci aspettano altre avventure, quindi carichiamo la macchina e partiamo. Ci prendiamo un po’ di tempo per visitare l’ultima parte del parco facendo qualche deviazione che ci prenderà tutta la mattina, poi usciamo dal Andersson gate e ci dirigiamo verso Kamanjab e il Rustig Toko Lodge (C38, C40, C35, D2763 e D2695). Sostanzialmente questa è una tappa di trasferimento per poi raggiungere il Damaraland. Il Lodge è all’interno di una riserva privata gestita da un ex militare di origini tedesche, ma nato in Namibia. Una volta arrivati ci rilassiamo in attesa della cena, che sarà molto piacevole e particolare; infatti tutti gli ospiti del lodge (siamo solo in 9) sono riuniti intorno ad un unico tavolo e la serata passa piacevolmente chiacchierando delle esperienze vissute da ciascuno. Martedì 4 agosto 2009 La nostra meta è Twyfelfontein nel Damaraland, che è una regione della Namibia semidesertica caratterizzata da diverse attrazioni, tra cui la Petrified Forest (una foresta preistorica emersa dalle sabbie del deserto), le Organ Pipes (colonne di basalto), le incisioni rupestri, ma soprattutto le gite alla ricerca degli elefanti che vivono nel deserto (desert adapted elephant). Per raggiungere Twyfelfontein la prendiamo larga e decidiamo di entrare nel Damaraland passando per il Grootberg pass e Palmwag (da Kamanjab C40). Questo perché la strada è molto scenografica e attraversa una zona montuosa quasi disabitata e permettere di raggiungere l’oasi di Palmwag, dove ha una sede il Save the Rhino Trust, un’associazione che si occupa della salvaguardia e della reintroduzione dei rinoceronti neri nella zona. Per arrivare a Palmwag dobbiamo passare uno dei punti di controllo relativo alla carne degli animali, quindi dobbiamo subire una perquisizione del bagagliaio, ma non avendo con noi generi alimentari freschi, non abbiamo problemi e, dopo aver fatto benzina, ripartiamo per Twyfelfontein Dopo aver percorso i restanti 80 km su ottime piste sterrate (C43, C39, D2612 e D3254) arriviamo finalmente a destinazione. Il lodge è carino e facciamo un incontro davvero particolare: su uno degli alberi all’ingresso incontriamo una specie di cricetone che scopriamo essere, imparentato alla lontana con gli elefanti (onestamente tutto sembra tranne che un parente dei pachidermi..). La restante parte del pomeriggio ci rilassiamo al lodge, dove ceniamo. Andiamo a letto presto perché domani ci aspetta una giornata davvero impegnativa: abbiamo in programma la visita al sito archeologico di Twyfelfontein, la visita alla Petrified Forest e, nel pomeriggio, abbiamo prenotato l’escursione organizzata dal lodge alla ricerca dei desert-adapted elephant. Mercoledì 5 agosto 2009 Partiamo presto la mattina alla volta di Twyfelfontein e ci facciamo accompagnare da una delle guide per visitare il sito. Il giro è una passeggiata di circa un’oretta, che trascorre piacevolmente. Ripartiamo alla volta della Petrified Forest, che dista circa una trentina di km (si ritorna sulla C39 e si percorre per alcuni km verso Khorixas). Anche qui facciamo il giro con una delle guide autorizzate, che ci spiega come si sono formati gli alberi pietrificati, tra i quali crescono anche alcune piante di Welwitschia, una rara pianta preistorica che vive solo in Namibia. Torniamo al lodge per pranzo e, nel primo pomeriggio, partiamo alla ricerca degli elefanti. Siamo emozionati perché avremo l’opportunità di vedere questi bellissimi animali nel loro habitat naturale. Questi elefanti sono un po’ diversi da quelli che si trovano nel parco Etosha, infatti, vivendo in quest’ambiente praticamente desertico, si sono adattati nei secoli cambiando alcuni tratti morfologici (ad esempio hanno le zampe più lunghe). La guida del lodge ci fa accomodare su un fuoristrada scoperto e rialzato e partiamo, addentrandoci in una zona disabitata costituita dal letto di un fiume che durante questo periodo è asciutto. Non dobbiamo aspettare molto perché dopo poco tempo avvistiamo la prima famiglia di elefanti! Siamo veramente contenti perché siamo riusciti a vederli veramente da vicino grazie all’esperienza della guida, che riesce ad avvicinarsi senza farli arrabbiare! Lasciamo il letto del fiume e riprendiamo l’esplorazione della zona, arrivando ad un villaggio veramente sperduto. E’ incredibile pensare che la gente che vive lì non è collegata ai paesi vicini, che già sono molto piccoli, da nessuna strada e che ha dovuto imparare a scappare sui tetti delle capanne al passaggio degli elefanti! Superato il villaggio troviamo un’altra famiglia di pachidermi intenta a mangiare le foglie delle piante. questa volta ci avviciniamo ancora di più e io devo dire che provo un po’ di paura… La giornata finisce in bellezza gustando uno splendido aperitivo al tramonto, che la guida ci serve davanti ad uno spettacolo incredibile! Da una parte un magnifico tramonto…. …dall’altra la luna piena!
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  15. Domenica 2 agosto 2009 Come al solito ci svegliamo presto e usciamo per andare a fare colazione. Passando davanti alla pozza vediamo una iena che furtivamente beve, mentre gli altri animali si tengono alla larga. Al ritorno la iena se ne è andata e ci troviamo davanti uno spettacolo pazzesco: come se si fossero dati appuntamento, diversi branchi di erbivori si alternano alla pozza raggiungendo un numero davvero incredibile! Abbiamo la forte tentazione di restare tutto il giorno comodamente seduti sulla panchine di fronte alla pozza, visto lo spettacolo di animali che ci sfila davanti! Alla fine però riprendiamo la nostra esplorazione del parco in macchina, tanto avremo un altro tramonto ed un’altra serata da passare a Okakuejo. Il secondo tramonto non è da meno del primo e anche gli avvistamenti sono davvero numerosi.
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